ALTRO CHE PENSIONI! IL VERO BUCO PER I CONTI PUBBLICI ARRIVA DALLO “SCIOPERO BIANCO” DEI DIRIGENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE - LA CONSULTA HA AZZERATO LE PROMOZIONI DI 1200 DIRIGENTI E ORA LA LOTTA ALL’EVASIONE HA SUBITO UNA FRENATA, CON RICADUTA SUI CONTI

Fosca Bincher per “Libero Quotidiano”

 

PALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALEPALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALE

E tre! Per la terza volta in pochi mesi la Corte Costituzionale apre un buco clamoroso nei conti di Matteo Renzi, che poi sarebbero i conti di tutti noi. Il primo buco è arrivato sulle pensioni, e il premier ha dovuto subire: a essere bocciate erano norme che risalivano a Mario Monti ed Elsa Fornero, e non ai suoi ministri. I guai però si sono riversati su di lui, che se l’è cavata alla meno peggio: facendo sostanziali spallucce ha pagato appena il 20 per cento di quel che avrebbe dovuto.

 

Ma comunque gli è costato subito poco meno di 3 miliardi di euro, e dall’anno prossimo avrà 700 milioni di euro da cercare oltre a quanto era previsto. Il secondo buco è arrivato sul pubblico impiego: bocciate anche in questo caso norme che risalivano ad altri governi (e un poco pure al suo) sul blocco dei contratti, ritenuto illegittimo. Effetto sui conti 2016: almeno 2 miliardi di euro, anche quelli tutti da trovare.

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Il terzo buco al caveau dei conti pubblici è sempre arrivato dalla Consulta, ed è in ordine di tempo il più antico: ma gli effetti si sono scoperti solo adesso. La Corte in questo caso aveva ritenuto illegittime le promozioni di centinaia di dirigenti (in tutto circa 1.200) delle agenzie fiscali, azzerandole tutte e gettando nel caos il ministero dell’Economia. Sulle prime si era pensato che il danno fosse assai limitato: se bocci una promozione e il relativo aumento di stipendio, avrai magari una difficoltà organizzativa, ma risparmi anche un bel po’ in stipendi.

 

Nessuno però aveva notato che delle tre sentenze proprio questa fosse stata l’unica a fare sbottare un mite come il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che disse subito che la Corte non aveva «facilitato il lavoro dell’Agenzia delle Entrate». Pochi avevano capito quelle frasi dal sen scappate (un ministro di solito tace di fronte a una pronuncia della Consulta). Ma la rabbia è diventata più comprensibile leggendo i dati pubblicati sul Sole 24 ore di ieri.

corte conticorte conti

 

Dopo che quelle promozioni erano state cassate dalla Corte Costituzionale, non pochi avevano impugnato provvedimenti fiscali firmati da quei dirigenti illegittimi. E come spesso accade in Italia dai tribunali sono arrivate decisioni di segno contraddittorio se non opposto. Fatto sta che in più di un caso si è dato ragione ai ricorrenti, e ai dirigenti delle Agenzie è iniziato a correre un brivido gelato sulla schiena.

 

“Se firmo”, si sono detti, “e poi questo atto viene ritenuto illegittimo dal tribunale di turno, non è che la Corte dei Conti mi apre un procedimento per danno erariale?”. I capi delle agenzie hanno detto ai loro di stare tranquilli: sono assicurati anche per eventuali errori, e quindi coperti pure in questo caso.

 

Enrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle FinanzeEnrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze

È bastato qualche giro di telefonate per capire come questa rassicurazione non fosse così fondata. Dalle compagnie assicurative sono arrivati molti dubbi sulla reale garanzia estesa a casi simili con le attuali coperture. Che è accaduto? Che i dirigenti “illegittimi”, ma “provvisori” fin tanto che non si farà un concorso sostituendoli con criteri legittimi, non firmano nulla. Anzi, cercano di prendersi meno responsabilità possibili.

 

Il Sole 24 Ore ha tradotto in numeri questo sostanziale sciopero bianco. Primo numero, quello della lotta all’evasione. Negli ultimi anni il bottino finale dell’Agenzia delle Entrate era sempre stato in crescita: 10,11,12,13 miliardi di euro recuperati. Nel 2014 si erano toccati i 14 miliardi e 200 milioni. Quest’anno secondo il governo Renzi erano attesi poco meno di 15 miliardi di euro, e qualcuno di questi soldini era già stato impegnato come copertura di leggi in vigore.

 

AGENZIA ENTRATE ROMAAGENZIA ENTRATE ROMA

Per raggiungere l’obiettivo bisognava fare più di 300 mila controlli. Esattamente 151 mila entro fine giugno. Invece ne sono stati fatti meno della metà: in tutto 69 mila accertamenti. Con questo ritmo la proiezione a fine anno è di raggiungere appena 7 miliardi di recupero da evasione. Significa che i conti avranno un buco già ora oscillante fra 7 e 8 miliardi di euro, e che il buco dovrebbe riproporsi in assenza di interventi anche nel 2016, quando inciderà sicuramente almeno sul primo semestre.

 

Le conseguenze di questo sciopero bianco derivato dalle sentenze della Corte sono anche per i bilanci privati. Le imprese faticano infatti a ricevere i rimborsi Iva dovuti. Siamo a circa 15 mila pratiche al di sotto del preventivato, e non sono poche. Il problema è enorme, ma secondo il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti inevitabile: «Se c’è questo disastro in atto», dice a Libero, «causato da 15 anni di incuria gestionale fino alla sentenza della Corte, penso che vadano chiesti i danni a chi l’ha diretta in passato a lungo e vada mandato a casa chi è arrivato e, nonostante fosse pendente questo giudizio da un anno, nulla ha fatto per preparare per tempo una exit strategy».

Agenzia delle entrateAgenzia delle entrate

 

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…