renzi zinga di maio

DECRETO & DECRETINI - TENSIONE TRA M5S E ITALIA VIVA SULL'INGRESSO DELLO STATO NELLE PMI - I RENZIANI SONO CONTRARI ANCHE ALL’IPOTESI CHE GLI IMPRENDITORI PARTECIPINO PER LA LORO QUOTA ALLE RICAPITALIZZAZIONI NECESSARIE - E POI BALLANO LE CONCESSIONI AUTOSTRADALI: IL PD, VISTO ANCHE IL CROLLO DEI PEDAGGI NEGLI ULTIMI MESI, POTREBBE CHIEDERE DI MANTENERE LO STATUS QUO, I GRILLINI SONO PER LA REVOCA…

1 - TENSIONE SULLA MANOVRA LITE M5S-IV SULL'INGRESSO DELLO STATO NELLE PMI

Andrea Bassi per “il Messaggero”

 

tvboy opera conte di maio zingaretti renzi

Dopo aver mancato la scadenza di aprile per approvare la maxi manovra anti crisi da 55 miliardi, il governo sta provando in tutti i modi a chiudere il testo entro la settimana. Il consiglio dei ministri per il via libera al provvedimento potrebbe tenersi martedì o mercoledì, sempre che tutti i nodi tecnici e soprattutto politici, vengano sciolti. Il vertice di maggioranza con il premier Conte e il minsitro del Tesoro Roberto Gualtieri previsto in mattinata è slittato a oggi pomeriggio.

 

Per tutto il giorno Gualtieri ha avuto un confronto «norma per norma» con il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, sul pacchetto disegnato dal suo ministero. Dal Tesoro fanno sapere che tra i due non c'è stato nessun contrasto, ma solo una verifica del testo per trovare una quadra finale. Che, tuttavia, fino a ieri sera non è arrivata. Tra i nodi da sciogliere il passaggio dell'Anpal sotto il ministero del Lavoro. Un altro dei temi sul tappeto per il quale all'interno della maggioranza si sta cercando una sintesi, riguarda gli indennizzi alle imprese.

 

renzi zingaretti

Dopo i prestiti garantiti dallo Stato, la vera novità del maxi-decreto di maggio saranno gli interventi a fondo perduto a favore delle aziende. Il primo nodo da sciogliere è tecnico. Per capire i confini dentro i quali il governo potrà muoversi, sarà necessario attendere il regolamento attuativo della Commissione europea sul cosiddetto «Temporary framework», ossia il quadro che ha sospeso di fatto le regole comunitarie sugli aiuti di Stato.

 

Il regolamento attuativo, comunque, dovrebbe arrivare domani e dunque dare certezza sui margini di manovra del governo. Ma il nodo più complesso da sciogliere è quello politico. Al ministero dello Sviluppo e a quello dell'Economia, hanno lavorato ad un disegno complesso di sostegno alle imprese differenziato in base alla dimensione delle imprese stesse.

Gualtieri Conte

 

IL DISEGNO

Per le micro imprese, fino a 9 dipendenti, il contributo sarà a fondo perduto di 5 mila euro. Per le imprese più grandi, quelle considerate strategiche, interverrà invece il nuovo Fondo di sostegno da 50 miliardi che sarà gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti. La discussione più accesa riguarderebbe, invece, gli aiuti per le imprese che fatturano tra 5 e 50 milioni di euro. Le medie imprese insomma, quelle che costituiscono l'ossatura economica italiana. In questo caso l'intenzione sarebbe quella di istituire un nuovo Fondo presso il ministero dello Sviluppo con una dotazione di una decina di miliardi di euro.

 

conte gualtieri

Il Fondo parteciperebbe alla ricapitalizzazione delle imprese raddoppiando lo sforzo dell'imprenditore. Insomma, se il proprietario di un'impresa decide di iniettare un milione di nuovo capitale nella sua azienda, il Fondo del ministero dello Sviluppo verserebbe un altro milione. All'interno della compagine di governo, però, non tutti sarebbero d'accordo con questo meccanismo di sostegno alle imprese spinto soprattutto dal M5S. Italia Viva, per esempio, si sarebbe detta contraria a questa ingerenza dello Stato nel capitale della piccola e media impresa italiana.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Per di più il partito di Matteo Renzi sarebbe scettico sulla possibilità degli imprenditori di partecipare per la loro quota alle ricapitalizzazioni necessarie. È probabile, tuttavia, che il destino della misura dipenda soprattutto dal tempo in cui lo Stato rimarrà nel capitale, dai meccanismi di uscita e di remunerazione della sua partecipazione , infine, dalla ingerenza o meno nella gestione dell'impresa. Aspetti anche questi sui quali il regolamento della Commissione europa potrebbe dire qualche cosa. Il secondo tema di discussione riguarda il Reddito di emergenza. Tra i partiti della maggioranza restano distanze sulla durata del sussidio (1 o 2 mesi) e su chi debba gestirlo (l'Inps o i Comuni). Intanto il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, ha chiesto al governo norme e poteri speciali per la ricostruzione.

 

PAOLA DE MICHELI CON LA MASCHERINA

2 - 5 STELLE, SU AUTOSTRADE E REDDITO DI CITTADINANZA NUOVE FRIZIONI CON I DEM

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

Una spada di Damocle chiamata Matteo Renzi e tante piccole tensioni sotterranee a partire dalla concessioni autostradali: sono queste le spine nel fianco del Movimento. C'è chi come la ministra Fabia Dadone cerca di minimizzare, bollando la presa di distanza di Italia viva come «l' ennesimo penultimatum» di Renzi e sostenendo che «il governo sulle azioni è compatto», ma lo spettro di uno strappo nel Movimento è percepito come una possibilità tangibile.

 

renzi di maio

«Se Renzi decide di uscire dalla maggioranza - ragiona un big Cinque Stelle -, se ne deve assumere le responsabilità di fronte al Paese. Di certo noi non lo faremo passare da martire. Può raccontare quello che vuole, ma la gente non è stupida». Parole che fanno capire quanto il clima sia rovente nella maggioranza di governo. I pentastellati - guidati dal reggente Vito Crimi - attendono le mosse del senatore toscano e intanto proseguono il braccio di ferro nell' esecutivo su altri tavoli.

 

paola de micheli ritiro del pd all'abbazia di contigliano 37

Anche con il Pd non mancano le frizioni. E non solo però per quello che riguarda le norme del dl aprile, ma anche su ripartenza, reddito di cittadinanza e infrastrutture. A preoccupare i Cinque Stelle è speciale mente l' ultimo punto. Perché tra i temi di contrasto c' è quello delle concessioni autostradali. Visto anche il crollo dei pedaggi negli ultimi mesi - raccontano le indiscrezioni - la ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli starebbe frenando e non poco sulla revoca delle concessioni autostradali. Anzi, c' è chi parla di volontà di mantenere lo status quo, anche se - raccontano i ben informati - la linea della ministra dem dovrebbe ancora trovare la sponda del suo stesso partito.

 

Una posizione comunque inaccettabile per il Movimento, che ha fatto della revoca una battaglia di principio fin dal giorno della tragedia di Genova dell' agosto 2018.

AUTOSTRADE PER L ITALIA

Con De Micheli i rapporti rimangono tesi anche per i piani di rilancio legati alle infrastrutture. Da un parte la ministra vorrebbe ripartire con bandi e gare per una serie di opere da selezionare, «una quindicina». Il M5S invece preme per utilizzare i fondi già stanziati per Anas e Rfi, una cifra superiore ai 100 miliardi e applicando alle opere il «modello Genova» per accelerare le procedure dei lavori. I tempi? Una finestra di tre anni e come commissari gli amministratori delegati delle due società.

 

Visioni diverse sulla ripartenza, che accompagnano anche la «fase due». I pentastellati invocano cautela e hanno in mente un piano dettagliato, graduale, che tenga conto delle aree più colpite dal contagio. L' ultimo scontro, invece, riguarda il reddito di cittadinanza. E va al di là della cornice del dl aprile. Il Movimento - anziché varare misure emergenziali per il coronavirus a sostegno delle fasce sociali più deboli - spinge per ampliare la platea di chi può accedere del reddito di cittadinanza. «Sarebbe il modo più veloce e semplice di intervenire», dicono nel M5S. Ma la proposta lascia a dir poco tiepidi i dem.

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