donald trump xi jinping

FINE DEI DAZI, FINE DEI CA**I? MANCO PER NIENTE - TRUMP ANNUNCIA L'ACCORDO SULLA ''FASE UNO'' CON LA CINA: RIMOZIONE GRADUALE DEI DAZI, PECHINO SI IMPEGNA AD ''ACQUISTI MASSICCI DI PRODOTTI AGRICOLI, ENERGETICI E MANUFATTURIERI''. IL DOW JONES TOCCA UN NUOVO MASSIMO A 28.222 PUNTI. 20.000 ERA UNA SOGLIA INARRIVABILE MENO DI DUE ANNI FA - MA NON È FINITA: MANCA LA ''FASE DUE'', CHE ARRIVERÀ DOPO LE ELEZIONI. COME IN CERTE SERIE TV, IL MESSAGGIO DI TRUMP È: SE VOLETE VEDERE CHE SUCCEDE, VOTATEMI

 

  1. DAZI: CINA, CONSENSO CON USA SU TESTO 'FASE UNO'

trump xi jinping

 (ANSA) - Cina e Usa hanno raggiunto il consenso sul testo della 'fase uno' dell'accordo commerciale. Lo ha reso noto il vice ministro del Commercio cinese, Wang Showen in una conferenza stampa.

 

  1. BORSA:WALL STREET RECORD CON USA-CINA, AVANZA PETROLIO

 (ANSA) - Wall Street vola a nuovi record con l'accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina. In rialzo anche il petrolio, che sale dell'1,32% a 59,96 dollari al barile. Dopo un iniziale balzo in avanti a un nuovo massimo il Dow Jones ora sale dello 0,32% a 28.222,40 punti, il Nasdaq avanza dello 0,42% a 8.753,91 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,27% a 3.176,85 punti.

 

  1. CINA, CON USA RIMOZIONE DEI DAZI A FASI GRADUALI

 (ANSA) - I dazi, nell'ambito della 'fase uno' dell'accordo sul commercio tra Cina e Usa, prevede la rimozione dei dazi per "fasi graduali". Lo ha annunciato il vice ministro del Commercio cinese, Wang Shouwen, nel corso della conferenza stampa sui progressi raggiunti nel negoziato tra i due Paesi.

 

  1. TRUMP CONFERMA INTESA CON CINA, NIENTE DAZI A DICEMBRE

 (ANSA) - "Abbiamo raggiunto un'intesa sulla fase uno dell'accordo con la Cina", che ha dato il suo via libera "a molti cambi strutturali e ad acquisti massicci di prodotti agricoli, energetici e manifatturieri". Lo twitta Donald Trump, sottolineando che non scatteranno i dazi che dovevano entrare in vigore il 15 dicembre. "Rimarranno come sono i dazi del 25%" aggiunge Trump.

TRUMP XI

 

  1. TRUMP, SUBITO AL VIA TRATTATIVE FASE DUE ACCORDO CINA

 (ANSA) - "Inizieremo immediatamente le trattative per la fase due" dell'accordo commerciale con la Cina, "non attenderemo fino a dopo le elezioni del 2020. E' un grande accordo per noi". Lo twitta Donald Trump. Gli usa e la Cina hanno raggiunto un'intesa sulla fase uno di un più ampio accordo commerciale.

 

 

  1. CINA PROMETTE PIÙ IMPORTAZIONI, ANCHE DAGLI USA

 (ANSA) - La Cina "importerà più beni anche dagli Usa, di commodity e di prodotti competitivi in base ai suoi bisogni": è la promessa del vice ministro del Commercio, Wang Shouwen, nella conferenza stampa sul consenso raggiunto con Washington per la cosiddetta 'fase uno' dell'accordo commerciale. L'accordo, ha aggiunto Wang, è stato raggiunto sulla base "del principi di uguaglianza e di rispetto reciproco".

 

 

  1. TRUMP: SUI DAZI INTESA CON LA CINA L'ANNUNCIO ENTUSIASMA I MERCATI

Federico Rampini per “la Repubblica

 

«Siamo MOLTO vicini a un GROSSO ACCORDO con la Cina. Loro lo vogliono e noi anche!». Il tweet di Donald Trump, con i caratteri maiuscoli per enfatizzare l' annuncio, ha diffuso ottimismo a Wall Street, dove il Dow Jones ha guadagnato un altro 0,79%. Lo ha rafforzato un' anticipazione del Wall Street Journal sul tenore dell' accordo: la Casa Bianca avrebbe offerto di dimezzare tutti i dazi esistenti sul made in China in cambio di impegni su forti aumenti di acquisti di prodotti agricoli americani.

TRUMP DAZI

 

Il dimezzamento dei dazi riguarderebbe beni importati dalla Cina per un valore annuo di 360 miliardi di dollari. Inoltre la tregua eviterebbe la prossima ondata di dazi, quelli che Trump aveva minacciato di far scattare da questa domenica 15 dicembre: avrebbero colpito beni di consumo prodotti in Cina (tra cui telefonini, computer, giocattoli e vestiti) per un valore di 156 miliardi annui. L' armistizio sarebbe un "regalo di Natale" anticipato, di sicuro molto gradito ai mercati, alla grande distribuzione, alle multinazionali di ambedue i paesi.

 

Pechino, se accetta la proposta, metterebbe nero su bianco l' impegno ad acquistare dai 40 ai 50 miliardi di dollari di derrate agroalimentare come soia, cereali, carni. Una manna dal cielo per gli agricoltori del Midwest, constituency elettorale del partito repubblicano, che finora nella guerra dei dazi hanno subito pesanti ritorsioni cinesi (anche se il governo federale li ha parzialmente indennizzati). Non tutto è certo, anche se l' annuncio via Twitter da parte del presidente degli Stati Uniti ieri ha generato un solido ottimismo.

 

Da Pechino continuano ad arrivare riserve sul fatto di mettere per iscritto una promessa così impegnativa. Tra l' altro ufficializzare una decisione di acquisto di 40 o 50 miliardi di prodotti agricoli non è conforme alle regole della World Trade Organization (Wto), il tribunale del commercio mondiale. Questa è un' obiezione probabilmente più tattica che sostanziale, perché nell' ultimo biennio sia Trump sia Xi Jinping hanno contribuito a depotenziare il Wto.

DONALD TRUMP FIRMA I DAZI CON I LAVORATORI DELL ACCIAIO E DELL ALLUMINIO

 

Resta il fatto che per moltiplicare gli acquisti di derrate agroalimentari dagli Stati Uniti, il governo cinese inevitabilmente farebbe un torto a grossi fornitori come Australia, Nuova Zelanda, Brasile, Argentina, Canada. Ad irritare maggiormente i cinesi ci sono altri dettagli dell' accordo, così come viene anticipato dalle indiscrezioni americane. I negoziatori di Trump - Robert Lighthizer e Peter Navarro - sembrano determinati a non ripetere errori e ingenuità del passato, quando i governi cinesi disattesero le promesse.

 

Stavolta nell' accordo ci sarebbe una clausola- castigo: i dazi verrebbero ripristinati automaticamente in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi. Gli impegni sulle importazioni agricole dovrebbero essere dettagliati, con quantità e date. Infine gli americani vogliono introdurre impegni su altre concessioni future da parte della Cina: migliori protezioni sulla proprietà intellettuale, tagli ai sussidi pubblici. Quest' ultima parte è la più delicata, è proprio quella su cui Xi Jinping s' irrigidì a maggio e fece saltare una prima ipotesi d' accordo. La Cina sotto la presidenza di Xi si è mossa nella direzione opposta ai desideri degli americani, cioè ha aumentato anziché ridurre il proprio protezionismo, i sussidi e le discriminazioni sistematiche in favore dei "campioni nazionali".

guerra commerciale stati uniti cina 3

 

Questo è coerente con l' obiettivo di conquistare la supremazia mondiale nelle tecnologie avanzate, e di accelerare la transizione della Cina verso produzioni ad alto valore aggiunto. Mentre le concessioni sull' import agricolo non comportano modifiche nella strategia di Pechino, gli altri temi vanno al cuore della visione di Xi.

 

Sul versante americano, i "falchi" dell' amministrazione temono che il presidente si privi del suo maggiore strumento di pressione. Un dimezzamento generalizzato dei dazi (oltre alla rinuncia agli aumenti che scatterebbero domenica) li farebbe tornare a livelli accettabili per i cinesi, che potrebbero guadagnare tempo e puntare sullo stallo di tutti gli altri negoziati. Trump rischierebbe di esporsi alle accuse dei democratici durante la campagna elettorale.

 

guerra commerciale stati uniti cina 2

Fino a qualche mese fa la critica prevalente contro Trump gli rinfacciava un protezionismo auto-lesionista: ma lo shock inflazionistico previsto dalla maggioranza degli economisti non è avvenuto. Ora i democratici sono più duri del presidente con la Cina, e pronti a denunciarlo se concede troppo.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...