IL DELIRIUM DEMENS DI MARINO RICOMPATTA IL PD: TUTTI CONTRO IL MARZIANO DE ROMA - E A BORDO CAMPO SI SCALDA IL PREFETTO PECORARO PER FARE IL COMMISSARIO

1. UN COMMISSARIO PER IL CAMPIDOGLIO? MA MARINO NON PARLA DI DIMISSIONI
Francesco Di Frischia per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

Nel giorno in cui il sindaco Ignazio Marino minaccia di «bloccare la Capitale» per il ritiro del decreto «Salva Roma», prende sempre più corpo l'ipotesi di un commissario destinato a sostituire il primo cittadino in caso di dimissioni. E già sembra trapelare dal più stretto riserbo un identikit che porta dritto dritto all'attuale prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, 63 anni, da sempre uomo delle istituzioni, una vita trascorsa nel ministero dell'Interno, con incarichi nelle Prefetture di mezza Italia e numerosi ruoli a stretto contatto con le stanze dei bottoni, tra Protezione civile, vigili del fuoco e segreteria del ministro.

Potrebbe essere lui, laureato in Giurisprudenza a Napoli, con il consueto equilibrio, ma anche la decisione necessaria per affrontare la devastante crisi finanziaria che affligge il Campidoglio, a traghettare la città in vista di nuove elezioni comunali. Il compito che però potrebbe attendere Pecoraro, nato a Palma Campania, in provincia di Napoli, prevede una strada tutta in salita.

Le vertenze aperte in città sono molte: dall'emergenza casa con 2-3 mila sfratti che potrebbero diventare esecutivi, ai problemi dei rifiuti, dei quali lo stesso prefetto si è occupato in qualità di commissario straordinario nominato da Palazzo Chigi dal 6 settembre 2011 al 25 maggio 2012. Per non parlare delle casse del Campidoglio in profondo rosso, dalle quali si dovrebbero pescare risorse per sistemare il manto stradale rovinato dagli ultimi nubifragi.

L'allarme lanciato dal chirurgo dem ha scioccato molti: «A marzo potrebbero mancare i soldi per pagare i 25 mila dipendenti del Comune, per il gasolio dei bus pubblici e per tenere aperti gli asili nido e raccogliere i rifiuti».

E senza un nuovo provvedimento che sostituisca il «Salva Roma», ritirato mercoledì, «è a rischio anche l'organizzazione della cerimonia di canonizzazione di Papa Wojtyla e di Papa Giovanni XXIII il 27 aprile», ha commentato il sindaco facendo infuriare anche il neo premier Matteo Renzi che in serata promette un nuovo decreto. Intanto l'ipotesi di arruolare Giovanni Legnini nella giunta Marino si allontana perchè il politico dovrebbe essere confermato sottosegretario a Palazzo Chigi.

Comunque il nodo Tasi arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri che esamina la norma concordata con i Comuni per inserirla, molto probabilmente, nel nuovo decreto Salva Roma ter: in particolare - secondo quanto si apprende - sarebbe permesso un aumento dallo 0,1 fino allo 0,8 per mille delle aliquote della nuova tassa finalizzate a introdurre detrazioni per i cittadini.

Linda Lanzillotta (Scelta civica), vice presidente del Senato, nel commentare le dichiarazioni del sindaco dice su Twitter: «Marino ha perso la testa perché sente la sua inadeguatezza politica ed amministrativa di fronte ad una situazione complessa come quella romana».

Replica il sindaco: «La senatrice Lanzillotta sostiene che Roma è in dissesto finanziario. Io ricordo che negli ultimi 20 anni è stata la persona principale nella gestione delle finanze di Roma e quindi ha molta competenza a parlare di dissesto avendo gestito per 9 anni su 20 i soldi della città. Quindi se dice che sono stati gestiti male, ne ha proprio conoscenza personale perché è stata la prima responsabile. E adesso dice: dovete vendere tutto».

La senatrice non ci sta e ribatte: «Quando per 5 anni (e non per 9 come dice Marino) ebbi l'onore di essere responsabile del Bilancio del Comune di Roma, la giunta Rutelli aveva ereditato il disastro finanziario e amministrativo post Tangentopoli in una fase, anche allora, di crisi della finanza pubblica. Ci rimboccammo le maniche e, senza aiuti dello Stato, rimettemmo a posto i conti e rilanciammo l'economia romana in ginocchio».


2. DAL PD ARRIVA LA SFIDUCIA : «TONI INACCETTABILI IN QUESTO MODO IGNAZIO SBAGLIA TUTTO»
Alessandro Capponi per il "Corriere della Sera - Roma"

Pd, di colpo, appare compatto come (quasi) mai prima: nel pomeriggio di giovedì sono tutti al secondo piano della Federazione, in via delle Sette chiese, parlamentari e consiglieri comunali e regionali, qualche assessore (Masini, Leonori, Marino), e pur con alcune eccezioni il bersaglio pare essere solamente uno, il sindaco Ignazio Marino.
Aver ricompattato il pd «è uno dei suoi meriti», sorride in una battuta il segretario romano Lionello Cosentino, il quale offre della riunione una versione conciliatoria: «Nel merito siamo con lui, nei toni eccessivi no, e non vogliamo nascondere il dissenso per le sue parole sui forconi, sulle auto blu». Dice di più: «Marino mette una radicalità che è un valore aggiunto, ma per governare questa città bisogna saper mobilitare delle risorse che non possono essere solamente quelle dello staff del sindaco, o della giunta».

Ovviamente i renziani sono i più indignati: parla di «toni inaccettabili» la deputata Lorenza Bonaccorsi. E il vicesegretario romano Luciano Nobili non gradisce le frecciate di Marino a Linda Lanzillotta e alla sua esperienza al governo della Capitale: «Semplicemente da quelle amministrazioni bisognerebbe solo prendere esempio». Cosentino cerca un equilibrismo: «Il Pd è con Marino e con il governo».

Per spiegare quanto sia forte l'irritazione pd, forse, bastano le parole del capogruppo in Campidoglio, Francesco D'Ausilio: «La linea del sindaco è tutta sbagliata». Le battute non si contano: «Il sindaco grillino è caduto nella trappola grillina». Ma la linea è dettata dal segretario Lionello Cosentino: «Bisogna ottenere l'attuazione dei decreti di Roma Capitale, e non solo quelli che hanno permesso ad Alemanno di cambiare il nome della polizia municipale... Quindi serve un tavolo tecnico Campidoglio-governo, la definizione della quota degli investimenti statali e la copertura per le funzioni di capitale.

È evidente che bisogna avviare un percorso, far nascere un patto tra Roma e palazzo Chigi, ricostruire una politica per Roma». Anche i parlamentari Marco Causi e Umberto Marroni fanno notare che «nel Salva Roma era previsto il tavolo che prevedeva da una parte il piano di rientro e dall'altro l'avvio del percorso per Roma Capitale». Il deputato Roberto Morassut: «Purtroppo con il patto della pajata di Alemanno, Polverini e Bossi la città ha perso i finanziamenti garantiti dalla 396. E non c'è bisogno di andare in parlamento ogni anno, bisogna avviare un percorso che porti Roma, così come le altri capitale europee ad avere risorse fisse.

Le parole di Marino? Secondo me bisogna motivare le forze del centrosinistra, non altre». L'ex segretario regionale, Enrico Gasbarra: «Non ci può essere una contrapposizione tra governo e Marino. Per il 2014 sarebbe opportuno che il sindaco spieghi al governo Renzi cosa intende fare, e quindi mettere in campo un Piano straordinario anti crisi insieme a imprese, sindacati, Municipi e forze politiche».

Annotazione: per tutto il giorno gli esponenti pd dichiarano alle agenzie: nei testi in molti si dicono in difesa di «Roma e del Comune», senza citare Ignazio Marino.

 

 

 

IGNAZIO MARINO IGNAZIO MARINO FUNERALI DELLA TRANS ANDREA QUINTERO FOTO LAPRESSE Giuseppe Pecoraro e moglie Mario Stirpe e Giuseppe Pecoraro Linda Lanzillotta MATTEO RENZI E DENIS VERDINI Enrico Vanzina e Linda Lanzillotta SILVIO DI FRANCIA LIONELLO COSENTINO LORENZA BONACCORSI

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