DIETRO L’ULTIMA RISSA SULL’IMU SPUNTA L’INCUBO DEI NUOVI ‘’COMPITI A CASA’’ (PRESTO POTREMMO ESSERE SPINTI A INGOIARE LA RIDUZIONE DEI SALARI!)

Marco Valerio Lo Prete per "Il Foglio"

A meno di tre settimane dall'ultima scadenza utile per trovare un accordo sulla rimodulazione dell'Imu sulla prima casa, la posizione del ministero dell'Economia resa nota ieri rischia di ampliare nuovamente le distanze tra Pd e Pdl (che sostengono il governo). E tutto questo accade mentre Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale fanno capire che per agganciare la ripresa, di cui governo e Banca d'Italia si dicono certi, riforme ben più radicali potrebbero essere necessarie.

Ieri il ministero dell'Economia ha pubblicato un documento di oltre 100 pagine contenente una serie di "ipotesi di revisione del prelievo sugli immobili". Dall'esenzione totale dell'Imu sulla prima casa alla sua rimodulazione, passando per l'introduzione di una Service tax o la possibilità che siano i comuni a ridurre il prelievo nell'esercizio della propria autonomia tributaria, il documento scritto dai tecnici del Mef era già noto da qualche giorno agli "ambasciatori" di Pd e Pdl.

Il ministro Fabrizio Saccomanni, però, ha aggiunto ieri 10 pagine di introduzione piuttosto dense. Nelle quali, oltre a ribadire che la priorità dovrebbe essere quella di spostare il carico fiscale dalle persone alle cose, mette in guardia dai rischi legati a una "eventuale esenzione dell'Imu per l'abitazione principale": perdita di gettito per i comuni (4 miliardi l'anno), "netta inversione di tendenza" rispetto al federalismo fiscale; infine "effetti regressivi" della distribuzione del carico fiscale.

Perciò Saccomanni preferirebbe le opzioni Service tax o delega ai comuni. In serata è cominciato dunque un fuoco di fila di dichiarazioni, con i vertici del Pdl che ripetevano che "l'Imu sulla prima casa va abolita" e il patto fondativo del governo di coalizione va rispettato; i vertici del Pd (da Matteo Colaninno al viceministro Stefano Fassina) invece lodavano esplicitamente la posizione del ministero.

I più dialoganti nel centrodestra, dietro le quinte, si sono detti stupiti per il fatto che Saccomanni non si sia limitato a comunicare le risorse a disposizione per la "copertura" dell'alleggerimento fiscale, lasciando poi ai partiti la ricerca di un compromesso possibile; i più bellicosi hanno ricominciato a prospettare la caduta del governo. Esattamente l'ipotesi che sempre Saccomanni, in un'intervista al Wall Street Journal rilasciata ieri, giudicava la più pericolosa per le prospettive di ripresa dell'economia.

D'altronde, se il dossier Imu è sufficiente a generare tante fibrillazioni interne alla grande coalizione, figurarsi le riforme più radicali che comunque restano all'orizzonte. Come per esempio la revisione sistematica della spesa pubblica che Saccomanni, sempre al Wsj, ha annunciato di voler avviare a partire dall'autunno.

Lo scenario (spagnolo) del Fmi allarma tutti
Ieri anche la Bce, nel suo Bollettino mensile, ha lasciato intendere che i "compiti a casa" per l'Italia sono tutt'altro che finiti: il pil tornerà a crescere già quest'anno, ha confermato l'Eurotower con cui Bankitalia e Tesoro si erano verosimilmente consultati negli scorsi giorni prima di fare professione di ottimismo sulla "svolta" in arrivo; ma il credito alle imprese piccole e medie langue, come in Spagna. Non solo: è necessario procedere con le riforme strutturali, soprattutto nel mercato del lavoro le cui "rigidità" vanno rimosse.

Altre pressioni in tal senso arriveranno con tutta probabilità dal rapporto annuale "Article IV" sull'Italia che il Fmi pubblicherà a fine settembre, in ritardo rispetto agli altri paesi Ue per via delle elezioni del febbraio scorso. Nell'esecutivo c'è chi osserva con attenzione il precedente di Madrid; la scorsa settimana, nel rapporto "Article IV" dedicato alla Spagna - che pure è considerata un paese "diligente" in quanto a riforme sviluppiste approvate - il Fmi si è spinto per la prima volta a proporre un "ambizioso accordo sociale" per alimentare "crescita e occupazione" attraverso un "processo più rapido di svalutazione interna".

A governo, industriali e sindacati si suggerisce di cercare "un accordo" in tre punti: "Riduzione dei salari nominali del 10 per cento in due anni; stimolo fiscale temporaneo per i salari: i contributi sociali vengono ridotti, dopodiché l'aumento dell'Iva si prevede tra due anni, e questo lasso di tempo aiuta i cittadini durante il periodo di calo dei salari". Tale processo farebbe scendere il tasso di disoccupazione, oggi al 27 per cento, "di 6-7 punti percentuali entro il 2016". I sindacati spagnoli hanno annunciato barricate di fronte a questa che è solo "una ipotesi di scuola". In Italia si battaglia sull'Imu sulla prima casa, per ora, ma presto potremmo essere spinti a discutere di ben altre riforme, ben più profonde.

 

SIMBOLO EURO FRANCOFORTE BCE LA NUOVA SEDE BCE NELLO SKYLINE DI FRANCOFORTE Draghi, Merkel e Monti DRAGHI E MERKEL MARIO DRAGHI MERKEL LETTA, ALFANO, SACCOMANNIEnrico Salza (Intesa San Paolo) - Fabrizio Saccomanni (Bankitalia) - Luigi Grillo (Pdl) - Gianni LettaIMU

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…