
“FINCHÉ SONO GRADITO RESTO, QUANDO NON LO SONO PIÙ VADO VIA” – DIVENTA UNO PSICODRAMMA LO SCONTRO TRA PALAZZO CHIGI E IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, FINITO NEL MIRINO PER AVER CONCESSO TRENTA GIORNI IN PIÙ A UNICREDIT PER CHIUDERE L'OPS SU BPM (DECISIONE VISSUTA DAI MELONIANI COME UNA SCONFESSIONE DEL GOLDEN POWER VARATO DAL GOVERNO) – SAVONA SI DIFENDE: “NESSUNO HA CAMBIATO LE CARTE IN TAVOLA. IN UNA SITUAZIONE DI INCERTEZZA IL MERCATO NON È IN GRADO DI DECIDERE, C'È BISOGNO DI PIÙ TEMPO” – IL GOVERNO PREME PER SPINGERLO ALL’USCITA (IL SUO MANDATO SCADE NEL 2026) MA SAVONA POTREBBE ANCHE DIMETTERSI PER UN’ALTRA RAGIONE: LE CRIPTOVALUTE. IERI HA RIBADITO DI “NON VOLER METTERE IL SIGILLO AL MICAR”, IL REGOLAMENTO DELL'UE CHE DISCIPLINA PROPRIO I MERCATI DELLE CRIPTOATTIVITÀ…
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
paolo savona foto di bacco (2)
Non è certo la prima volta che un governo e un presidente della Consob hanno visioni differenti e si scontrano su questioni finanziarie. In passato ci sono state incomprensioni tra Lamberto Cardia e Giulio Tremonti, tanto per citare un esempio, e anche Matteo Renzi usò toni duri contro Giuseppe Vegas. Ma la Consob è l'autorità indipendente che vigila sul mercato e nessun esecutivo può pretendere di accorciare il mandato del presidente che dura sette anni.
Le critiche che sono piovute da Fratelli d'Italia addosso all'attuale numero uno della Consob Paolo Savona, per la vicenda dell'offerta pubblica di acquisto di Unicredit su Bpm, sembrano però debordare da quella che è la consueta dialettica politica. Savona è stato messo nel mirino dal partito della premier perché accusato di essere stato determinante nel concedere trenta giorni in più a Unicredit per chiudere l'Ops.
giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse
Una mossa giudicata dall'inner circle di Giorgia Meloni come una sconfessione del Golden Power varato da Palazzo Chigi per frenare Andrea Orcel. Savona ieri si è presentato di prima mattina a un dibattito al Festival dell'economia di Trento e ha colto l'occasione per rispondere alle critiche del centrodestra: «Se non sono più gradito sono pronto ad andarmene».
Il presidente della Consob respinge gli addebiti e sostiene che il giudizio della Commissione sulla proroga a Unicredit è frutto di un'analisi condivisa: «La Consob è un organo collegiale che lavora con gli uffici: l'ufficio legale, l'ufficio degli emittenti e quello della trasparenza del mercato. E quindi il risultato è la somma di tutte queste riflessioni».
Secondo Savona è stata applicata la legge: «Nessuno ha cambiato le carte in tavola. In una situazione di incertezza il mercato non è in grado di decidere, c'è bisogno di più tempo. Noi abbiamo il compito della trasparenza e gli operatori devono poter prendere le scelte giuste».
paolo savona foto di bacco (1)
Savona sorride quando i giornalisti gli riferiscono degli attacchi della maggioranza al suo operato: «Io sono sempre pronto ad andarmene, vado via quando a un certo punto non sono più gradito in tutte le istituzioni. Finché sono gradito resto, quando non lo sono più vado via».
Il mandato di Savona, che peraltro ha 88 anni, scade a marzo 2026, eppure il suo ragionamento lascia intendere che possa salutare anche prima: «Ho un'età tale che la saggezza incombe, significa che uno quando è saggio se ne deve andare in queste condizioni», sottolinea. Da quel che filtra da Palazzo Chigi, il governo vorrebbe alzare la pressione sul numero uno della Consob per spingerlo alle dimissioni.
Non è chiaro se ci sia già stato un contatto e un emissario della presidente del Consiglio glielo abbia fatto capire. A domanda diretta, Savona risponde così: «Non mi pronuncio, sarebbe scorretto da parte mia».
Il presidente della commissione Finanze della Camera e responsabile economico di Fdi, Marco Osnato, ha evidenziato «la sorpresa» del suo partito di fronte al ruolo giocato da Savona in questa vicenda: «Un presidente, una persona così esperta, avrebbe potuto valutare in modo più prudente una richiesta che potrebbe far apparire erronee le valutazioni fatte da Palazzo Chigi». Un ragionamento che secondo i ben informati è stato condiviso con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari.
[…] L'allontanamento di Savona, comunque, è tutt'altro che scontato. Il 20 giugno si terrà il consueto incontro della Consob con il mercato finanziario e il presidente sarà sicuramente presente, assicura una fonte. Al di là di come evolverà il rapporto con il governo, è in campo l'ipotesi che Savona decida di dimettersi per un altro motivo: le criptovalute. Ieri ha ribadito di «non voler mettere il sigillo al Micar», il regolamento dell'Ue che disciplina proprio i mercati delle criptoattività. Legittimare le criptovalute, sostiene il presidente della Consob, è «un rischio fatale», per lui addirittura «una seria questione di coscienza». Savona vede il pericolo che «queste monete private sostituiscano la moneta pubblica perché fanno guadagnare di più». […]