SI FA PRESTO A DIRE JIHAD - DOPO LE PANZANE DI ALESSANDRO DI BATTISTA SULL’ISIS, BEPPEMAO E’ COSTRETTO A INTERVENIRE IN SUA DIFESA: “E’ UNA CAMPAGNA VERGOGNOSA” - IL GRILLINO SPERNACCHIATO DALL’AMBASCIATORE IRACHENO: “SE VUOLE ANDARE A TRATTARE CON L’ISIS, IL VISTO E’ PRONTO”
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
«La violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dal reporter americano è figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib». Il deputato a 5 Stelle Alessandro Di Battista, di ritorno dal Nepal, fa il bis del post di qualche giorno fa che aveva suscitato polemiche perché spiegava, tra l’altro, che «il terrorismo è l’unica arma per i ribelli». Anche stavolta le reazioni sono durissime e sono in molti a chiederne le dimissioni da vicepresidente della Commissione esteri della Camera.
Alessandro Di Battista e Stefano Rodota
Ma in sua difesa arriva anche Beppe Grillo con un lungo videomessaggio da Marina Di Bibbona, nel quale sostiene che le polemiche sono frutto di «una campagna vergognosa» della stampa e sono «schifezze dell’ebetino». Che nel poco delicato gergo del fondatore del Movimento sarebbe il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Grillo, assente da tempo dal dibattito politico, esordisce così: «Non sono né scomparso né latitante».
Poi si dilunga sulla situazione dell’Italia e arriva a Renzi, definito «bugiardo, falso e ipocrita». Se lo incontrasse, spiega, non resisterebbe alla tentazione di dargli «uno scappellotto». Ma, istinti a parte, sta anche valutando «se ci sono gli estremi per chiedergli i danni in nome mio e del popolo italiano».
Di Battista comincia il suo post lamentando gli attacchi dei giorni scorsi: «Ho ricevuto ogni genere di insulto: terrorista, assassino». Tutto perché, spiega, «ho provato a capire. Atto che rivendico con tutto me stesso». L’ex «reporter» ci prova ancora. Mettendo in piedi una concatenazione di causa ed effetto per spiegare la violenza dell’Isis, che sarebbe «figlia della violenza di Abu Ghraib», figlia a sua volta dell’attentato alle Torri Gemelle, il quale è figlio però «dell’imperialismo americano che ha portato milioni di persone a morire di fame».
Lo stesso Di Battista a un certo punto interrompe la sequenza: «Ha qualche utilità sapere chi ha sparato per primo?». Non si sa, ma quello che gli preme è aver «messo in discussione il pensiero dominante». E aver spiegato che le violenze dell’Isis «sono collegate a quel che è accaduto in Medio Oriente negli ultimi anni», a cominciare dai comportamenti degli Stati Uniti, «che non ne hanno fatto una giusta».
Ancora più choc il commento di Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del Diritto, ideologo del Movimento a giorni alterni, più volte ospitato sul blog di Grillo. Che twitta in modo sbrigativo e senza troppo dilungarsi: «Armi ai curdi, poi però non lamentiamoci se alle due italiane in mano all’Isis venga tagliata la gola».
Contro Di Battista scendono in campo in tanti. Fabrizio Cicchitto (Forza Italia) parla di «pseudo-ricostruzioni storiche» frutto di «pensiero debole». Per Emanuele Fiano (Pd) Grillo e Di Battista sono «irresponsabili». Da Forza Italia Daniela Santanché, Lara Comi e Manuela Repetti ne chiedono le dimissioni.
Il deputato del Pd Khalid Chaouki si dice «incredulo per l’ignoranza» di Di Battista: «Confonde l’esercito di conquista del cosiddetto Califfato islamico con i gruppi di resistenza con cui potrebbe essere legittimo trattare in guerra. Anche a me la guerra fa schifo, ma è servita a fermare Hitler e oggi questi terroristi sono i nuovi Hitler».
A Di Battista arriva anche la replica tagliente dell’ambasciatore iracheno a Roma Saywan Barzani: «Se l’onorevole Di Battista ha la possibilità di entrare in contatto con i terroristi e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare con loro una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Iraq è pronto».
Anche nel Movimento il malumore per le prese di posizione di Di Battista è palpabile. Nessuna scomunica ma risulta eloquente il commento di Luigi Di Maio che, richiesto di un commento dal Tg3 sulle parole del collega, replica: «Su questo si è già detto abbastanza. La nostra posizione ufficiale è nella risoluzione che abbiamo presentato». E che non faceva minimamente cenno alle tesi sostenute da Di Battista nelle sue due uscite pubbliche. AIn difesa del deputato a 5 Stelle si schiera su Twitter Fiorella Mannoia: «Le sue parole sono state estrapolate e strumentalizzate».
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