DOPO IL TONFO ALLE REGIONALI, I GRILLINI FALLISCONO ANCHE IL BALLOTTAGGIO A UDINE

Rodolfo Sala per "La Repubblica"

Si respira un'aria mesta al bar Portello, quartier generale dei grillini friulani. Il 27 per cento delle politiche - era solo due mesi fa - è un ricordo lontano. Adesso ci si deve accontentare del 20 (scarso) andato al candidato governatore a 5 stelle Saverio Galluccio.

Esercizio che tuttavia diventa quasi impossibile se si guarda al risultato della lista: 13 per cento, voti dimezzati. Poi, e siamo a ieri, arriva il dato di Udine, dove il movimento si è presentato alle elezioni comunali: niente da fare, il candidato sindaco grillino Flavio Cavinato veleggia attorno al 14, al ballottaggio vanno l'uscente di centrosinistra Furio Honsel e lo sfidante di centrodestra Adriano Ioan.

Piove sul bagnato, ma guai a parlare di flop. Son sessant'anni che i politici a ogni elezione trovano motivi per negare l'insuccesso. E i grillini non sembrano fare eccezione. Ecco Galluccio, governatore mancato a dispetto dell'iper-ottimismo ostentato in campagna elettorale: «Certo, abbiamo perso le elezioni, è un dato di fatto, ma di qui a decontestualizzare il nostro 19 per cento ce ne passa».

Decontestualizzare. Dice proprio così, questo quarantaduenne che nella vita ha fatto pure l'ufficiale dei carabinieri, prima di occuparsi di bioedilizia come consulente. Significa smussare, vedere comunque il bicchiere mezzo pieno. Forse anche negare qualche problema.

Insomma: «Il voto politico è diverso da quello amministrativo, noi siamo partiti tardi con la formazione delle liste, in Friuli eravamo rappresentati solo in due Comuni, Trieste e Gorizia, dove negli ultimi due anni abbiamo fatto tra il 6 e il 10 per cento. Altro che battuta d'arresto, siamo appena all'inizio, il sogno è solo rinviato». Sarà.

Ma in due mesi qualcosa è successo, in questa porzione di Nordest che alle politiche aveva tradito Berlusconi e - soprattutto - la Lega per affidarsi con spirito pragmatico ai vaffa di Grillo, cavalcandoli come unico strumento rimasto a disposizione per cambiare davvero le cose.

Qui i Cinquestelle vanno meglio nella Venezia Giulia, nelle province di Trieste e Gorizia, tradizionalmente più di centrosinistra, dove Galluccio è sopra il 22. E molto peggio nel Friuli, tra Udine, Pordenone e Tolmezzo (tra il 17 e il 18), ancora dominate dal centrodestra, come peraltro dimostra la vittoria al primo turno del leghista Pietro Fontanini, riconfermato ieri presidente della Provincia di Udine. I numeri lasciano immaginare che una parte dell'elettorato forza- leghista già folgorato da Grillo sta tornando a casa.

Anche perché i sei punti che Galluccio prende più della lista 5Stelle sono più o meno quelli che mancano allo sconfitto Renzo Tondo: per lui 39 per cento, mentre i partiti del centrodestra che lo appoggiano prendono il 44. E nella grande delusione del giorno dopo c'è spazio anche per parzialissime autocritiche, perfino per gli scontri interni.

Galluccio ammette che sì, «mi sono pentito di andare in tv, perché questo ci ha omologato ai partiti tradizionali». Poi se la prende con Lorenzo Battista, senatore grillino di Trieste che non minimizza la portata della sconfitta e perdipiù la attribuisce alla «mancanza di dialogo con il Pd».

Replica di Galluccio: «Semmai è vero il contrario, la Serracchiani ha vinto perché si è dissociata dal suo partito, e comunque noi abbiamo usato toni civili sia con lei che con Tondo». «I nostri parlamentari - smorza Claudio Messora, responsabile dello staff grillino al Senato - non sono tutti grandi politici o analisti. É vero che dopo questo voto c'è stata un po' di paura, ma se guardiamo bene in Friuli siamo andati meglio che in Lombardia».

In ogni caso «nessun provvedimento contro Battista: non ci si divide su queste cose, pensi che i nostri eletti hanno appena deciso di andare al Colle per le consultazioni, mentre io ero contrario».

E tra gli imprenditori stregati dai Cinquestelle c'è chi dice che tutto va bene, nonostante il tonfo friulano. Come Massimo Colomban da Conegliano, già patron della Permaesteelisa (costruzioni) ora a capo della Confapri, nuova organizzazione imprenditoriale.

Lui c'era all'incontro di Treviso del 9 febbraio, con Grillo e Casaleggio ad ascoltare per ore i lamenti degli sfiancati padroncini del Nordest: «Stiamo preparando quattro proposte di legge che faranno ripartire subito l'economia: questo conta, chissenefrega dei voti. L'ha detto anche Grillo: quando avremo raggiunto gli obiettivi smetteremo, noi lavoriamo per estinguerci».

 

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