UN’IMPRESA DA DRAGHI – SUPERMARIO DEVE TENERE A BADA I MERCATI E SCHIVARE LE TRAPPOLE DELLA BUNDESBANK CONTRARIA ALL’ACQUISTO DI TITOLI DI STATO – LA MINA DELLA SENTENZA DI STRASBURGO

Federico Fubini per “la Repubblica

 

MARIO DRAGHIMARIO DRAGHI

C’è una partita aperta in questi mesi, giocata sottotraccia, che aiuta a spiegare l’azione di Mario Draghi. Da tempo, di fronte alla contrarietà della Bundesbank e di parte del governo tedesco, il presidente della Bce è impegnato in un’operazione fra le più complesse: generare, e poi gestire, l’aspettativa che in un momento non lontano l’Eurotower possa davvero comprare titoli di Stato a tappeto. Nel frattempo, alla Corte di giustizia europea va in scena una trama più sottile sui destini della banca centrale.

 

In agosto, i giudici comunitari del Lussemburgo hanno fatto sapere che decideranno nella prima metà del prossimo anno. Sul loro tavolo, si trova da tempo un’interrogazione della Corte costituzionale tedesca. I magistrati di Karlsruhe hanno stipulato un anno fa che, per quanto li riguarda, il cosiddetto “bazooka” della Bce è illegale.

 

MERKELMERKEL

La promessa di Draghi che nel 2012 spense l’incendio degli spread — acquistare titoli di Stato, potenzialmente all’infinito, in cambio di riforme guidate dalla troika — alla Corte tedesca suona come inaccettabile. Contro di essa, pesa un ricorso di decine di migliaia di cittadini in Germania. Karlsruhe però ha accettato di rimettersi alla Corte europea e ne aspetta il parere entro giugno, forse anche prima. Probabile che Lussemburgo dia invece il via libera a Draghi e alla rete di sicurezza che da allora ha sedato le tensioni sui mercati. La sfida però non finirebbe lì.

 

Un’ipotesi concreta è che, a quel punto, la Corte tedesca sfoderi un’altra delle sue sorprese: accetti il dispositivo della Bce per l’area euro, ma ingiunga alla Bundesbank di non partecipare. Di fronte a tanta ostinazione, che a Karlsruhe decisamente non manca, non è trascurabile il rischio che il “bazooka” della Bce perda il grosso delle munizioni. Se Draghi non gioca d’anticipo, nel 2015 o nel 2016 l’Europa e l’Italia rischiano di trovarsi senza l’ombrello che le ha protette in questi ultimi anni. La partita di scacchi della Bce va letta anche così.

 

bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter

Draghi per primo capisce da almeno un anno che l’area euro ha bisogno di ciò che la Federal Reserve, la Bank of Japan e la Bank of England hanno già fatto: creare moneta per (almeno) mille miliardi di euro e acquistare sul mercato titoli, anche pubblici, per immettere il denaro nel sistema e allentare così la morsa della deflazione. Ne va del futuro dell’euro. Quando la dinamica dei prezzi viaggia a zero, o al di sotto, i debiti dello Stato e dei privati salgono sempre di più in proporzione al reddito per il solo effetto degli interessi. Una spirale del genere, se proseguisse, sarebbe in grado di portare molti debitori all’insolvenza e di mettere la moneta unica spalle al muro.

 

Draghi ha dunque una doppia missione. Nell’immediato, cerca di suscitare e poi alimentare nel mercato l’attesa che la Bce comprerà quei titoli di Stato. In realtà niente è ancora deciso, non contro la Bundesbank e senza l’assenso (implicito) del governo tedesco. Ma già ora il semplice dubbio che l’intervento dell’Eurotower possa davvero arrivare evita fughe degli investitori, anche se Karlsruhe tra pochi mesi dovesse portare fino in fondo la sua sfida alla Bce. Nessuno vuole vendere l’Italia o la Spagna, se sospetta che un giorno la Bce all’improvviso possa muoversi contro di lui.

 

Come nel 2012, Draghi si sta dimostrando insuperabile nel capire la psicologia degli investitori e agire di su essa. Poi però per lui può arrivare il momento della seconda missione, la più difficile: passare ai fatti, cioè agli acquisti di titoli (anche) di Paesi fragili come Italia, Spagna, Portogallo o Grecia. Potrebbe diventare necessario per salvare l’area euro dalla semi-deflazione e il Sud Europa dagli sceari peggiori.

Jens Weidmann Jens Weidmann

 

Quanto a questo però, in Germania non è contraria solo la Bundesbank: anche Wolfgang Schaeuble, il ministro delle Finanze, pensa che ciò sarebbe illegale. La banca centrale tedesca ha pochi alleati nell’Eurotower e in teoria potrebbe essere messa in minoranza. Ma in voti anche a Francoforte si pesano, perché in gioco c’è la legittimità della Bce nel Paese più grande. Draghi avrebbe bisogno di tutto il sostegno di Angela Merkel. Non sarà facile arrivare agli interventi sui titoli di Stato, prima che la cancelliera sia presa dal timore di passare alla storia nel modo sbagliato: come la leader che uccise l’euro.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....