mario draghi migranti

DRAGHI STA SCOPRENDO CHE SUI MIGRANTI L'EUROPEA NON E' MAI UNITA: "L'ITALIA DOVRA' FARE DA SOLA PER ALMENO UN MESE" - SUPERMARIO PUNTA A CREARE UN SOTTOINSIEME DI PAESI CHE SI AIUTINO A VICENDA (SPAGNA, FRANCIA, GRECIA), INUTILE CONFIDARE IN AUSTRIACI O UNGHERESI - I TENTATIVI DI ACCORDI BILATERALI CON TUNISIA E LIBIA MA PESA L'INSTABILITA' POLITICA IN AFRICA TRA GOVERNI FANTOCCIO, COLPI DI STATO, COSTE SENZA CONTROLLI…

Alessandro Barbera per "la Stampa"

 

Macron e Draghi Summit Porto

Subito un accordo ponte che permetta il ricollocamento dei richiedenti asilo in arrivo sulle coste italiane, solo dopo una soluzione di lungo termine con i Paesi disponibili a farne parte. Mario Draghi sa che il tema migranti impegnerà buona parte della sua estate. Una stagione che coinciderà con l' addio di Angela Merkel, e una campagna elettorale - quella delle amministrative in Italia - che condizionerà la sua maggioranza. L' ondata di sbarchi a Lampedusa e nell' enclave spagnola di Ceuta, le immagini terribili, «inaccettabili» dei corpi di tre bambini abbandonati sulle spiagge libiche spingono il premier a richiamare l' attenzione dei partner europei, di norma abituati a girare la testa.

 

sebastian kurz

Draghi ha iniziato dal più influente e riluttante, Emmanuel Macron, colui che pochi anni fa non esitò a respingere migranti sulla frontiera di Ventimiglia. L' appuntamento è alle otto del mattino, nell' albergo che ospita entrambi a Bruxelles per il Consiglio europeo dei capi di Stato. Immaginare l' Unione degli Orban e dei Kurz compatta e solidale è pura utopia.

Ma Draghi punta comunque a qualcosa di più del mero ricollocamento dei migranti su base volontaria, quello adottato con gli ultimi accordi di Malta e affossato dall' emergenza Covid.

 

mario draghi emmanuel macron

Occorre almeno «un sottoinsieme di Paesi che si aiutino fra loro», sottolinea il premier. Un nucleo di nazioni che, una volta preso l' impegno a ricollocare un certo numero di richiedenti asilo, accettino responsabilmente di accoglierli nei propri confini. Draghi chiede e ottiene che la questione venga messa in agenda al prossimo Consiglio, il 25 giugno. Ma non sarà una soluzione rapida.

 

«Mentiremmo a noi stessi se dicessimo che risolveremo la questione nella sua totalità», dice Macron nella conferenza stampa che si svolge negli stessi minuti. Ciascuno deve fare i conti coi problemi in casa: fra un anno il presidente francese si gioca la riconferma all' Eliseo, e teme la concorrenza a destra di Marine Le Pen.

 

viktor orban

Draghi dice chiaramente che l' Italia dovrà fare da sola «almeno per un mese». In quell' almeno, c' è tutta la sua preoccupazione per quel che accade intanto in Libia e nei Paesi a ridosso della fascia nordafricana fra assassini di presidenti (in Ciad, ad aprile) e il colpo di stato di due giorni fa in Mali, dove i militari hanno arrestato premier e presidente. Macron dice che l' Unione può elaborare «soluzioni pratiche in materia di relazione con i Paesi di origine o transito».

 

E' più o meno lo schema che l' Italia sta discutendo a livello bilaterale con la Tunisia, ovvero aiuti, investimenti e quote di immigrazione regolare in cambio di un maggior controllo di coste e confini. Il 31 maggio Draghi incontrerà a Roma anche il premier libico Dbeibah, che però non può garantire il controllo della Libia, dove scorrazzano milizie turche e russe.

Migranti Libia 5

 

Insomma, come ripetono a Palazzo Chigi «non esiste una sola soluzione ad un problema così complesso», i tempi sono lunghi, e nel frattempo l' estate avanza con le sue giornate di mare piatto. Ecco perché Draghi ha già cercato e ottenuto la sponda della Commissione europea per una soluzione concreta e immediata.

 

La commissaria Ylva Johannson parla di «un meccanismo di solidarietà ad hoc per l' Italia, che si basa sui casi di ricerca e soccorso: ogni anno dovremmo stabilire insieme quali saranno i numeri da gestire nel corso dell' anno successivo». In queste parole si condensa l' accordo ponte sul quale il lavoro è già molto avanti. La ministra degli Interni Luciana Lamorgese ne discute da settimane con i colleghi di Francia e Germania, ma sono disponibili anche Spagna, Portogallo e Irlanda.

Migranti Libia

 

Per ora la lista si ferma qui. Persino la Grecia, la più esposta delle porte di accesso all' Unione, si è assuefatta al campo profughi di Lesbo e a spingere in alcune casi barche a vela con gruppi ristretti di migranti verso i confini italiani. Il 6 e il 7 di giugno il consiglio europeo dei ministri degli Interni discuterà di tutto questo.

 

La gestione degli sbarchi deve essere «equilibrata, umana efficace», insiste Draghi.

Fare da soli potrebbe anche significare chiedere gli aiuti necessari a gestire corridoi umanitari. È quel che gli chiede il leader Pd Enrico Letta, e invece lascia freddo Matteo Salvini. Il leghista sembra al momento rassegnato ad abbassare i toni. Ringrazia Draghi «per aver portato il tema dei confini europei sul tavolo di Bruxelles», almeno fino a che il prossimo sbarco di massa non gli farà cambiare idea.

Migranti Libia 2

Ultimi Dagoreport

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...