È ESPLOSO IL BUBBONE NEL CENTRODESTRA SICILIANO! - MANLIO MESSINA, L’EX VICECAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, SPARA A ZERO CONTRO IL GOVERNATORE SICILIANO RENATO SCHIFANI E NE INVOCA LE DIMISSIONI: “OGGI SI PARLA DI BOSS MAFIOSI CHE METTONO LE MANI SUI FONDI DEL PNRR O CHE GESTISCONO LIDI A PALERMO, E LUI? TACE. MA IL “METODO SCHIFANI” LO CONOSCIAMO BENE: FAR USCIRE NOTIZIE ANCHE FALSE CONTRO GLI AVVERSARI INTERNI, PER POI PRESENTARSI COME IL PALADINO DELLA GIUSTIZIA. PECCATO CHE, QUANDO SI TRATTA DI SUO FIGLIO O DEL TRAPANI CALCIO, A CUI HA FATTO ARRIVARE 300 MILA EURO COME SE NULLA FOSSE, PREFERISCA IL SILENZIO. DIMETTERSI, NO VERO?”
Estratto dell'articolo di www.lasicilia.it
Ogni mattina, in quel pezzo d’Africa che è la Sicilia, quando sorge il sole, la gazzella Renato si sveglia e sa già che dovrà correre più veloce del leone Manlio.
Succede da poco meno di una settimana. Da quando, cioè, l’ex vicecapogruppo alla Camera di FdI ha cominciato a picconare Palazzo d’Orléans. Una raffica social, con un ritmo incalzante.
Manlio Messina attacca, ad alzo zero, Renato Schifani. Senza filtri, senza giri di parole. Dalla messa in discussione della paternità dei risultati del governo regionale (i siciliani «non hanno l’anello al naso»,)
all’allarme sugli 11 miliardi di Pnrr a rischio (un «fallimento» di cui è responsabile l’attuale governatore), fino al colpo basso sui 300mila euro al Trapani Calcio, che «ha come consulente suo figlio».
La tesi di fondo è chiara: Schifani, che «continua a vaneggiare», «beneficia di anni di lavoro» del predecessore Nello Musumeci, dopo il quale «la Sicilia rischia di andare indietro» senza un «sussulto d’orgoglio».
RENATO SCHIFANI E GIORGIA MELONI - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA
[…] «Sogno o son desto? Benvenuto all’opposizione, Manlio», il sardonico commento di Ismaele La Vardera a uno dei post dell’ex meloniano ora esule al gruppo misto di Montecitorio.
E in effetti è proprio così. Messina, negli ultimi giorni, è diventato una spina nel fianco di Schifani. Che non ha mai risposto ufficialmente. I due, per la verità non si sono mai amati.
L’ex assessore, ad esempio, non gradì la linea dura del governatore sul caso Cannes, con il bonus (anzi: il malus) del sospetto che alcune carte sugli scandali del Turismo fossero state tirate fuori da “manine” interessate. Il presidente della Regione, da parte sua, ha sempre avvertito l’ostilità dell’ex leader siciliano della corrente turistica fino ad addebitargli alcune trame oscure contro il governo.
il post di manlio messina contro renato schifani
[…] A partire dalla carta d’identità politica di Messina. Fuoriuscito da FdI, dopo le dimissioni da vicecapogruppo a Montecitorio, al culmine di un repulisti della classe dirigente siciliana che, col senno di poi, sembrava orchestrato soltanto per liberarsi di lui.
E allora, si chiedono tutti nel centrodestra siciliano (e non solo), perché lo fa? Messina "kamikaze" che si fa esplodere contro Schifani che, come confidato ad alcuni amici, «in questi tre anni non ha fatto altro che attaccarmi alle spalle»?
Oppure, a maggior ragione visto l’autorevole «torna a casa, Lassie» rivolto all’ex assessore a Ragalna dal ministro Musumeci (dopo aver sdegnosamente disconosciuto il governo attuale: «Nessuna continuità con il mio»), c’è qualcosa in più? Luca Sbardella, proconsole meloniano in Sicilia, continua a ripetere a tutti che «Manlio non è più nel partito e parla a titolo personale».
E lo ha garantito anche allo stesso Schifani, con cui i rapporti sono altalenanti.
Il commissario regionale di FdI non ha gradito di essere stato messo alla porta di Palazzo d’Orléans nel penultimo faccia a faccia e poi ha fatto la voce grossa nel vertice in cui il partito ha messo in mora il governatore sulle nomine della sanità.
«Quando Renato era presidente del Senato - sibila un fedelissimo - questo qui era un portaborse del Pdl a Palazzo Madama». Oggi, però, le distanze si sono accorciate e il deputato laziale rappresenta il partito della premier in Sicilia.
Non abbiamo risposto alla domanda. Perché lo fa? «Sono un uomo libero ed esprimo le mie opinioni, non devo chiedere l’autorizzazione a nessuno», l’unica interpretazione autentica che Messina concede a La Sicilia.
Il ritorno nel partito? «E per fare che? Era e resta casa mia. Ma il rientro, che qualcuno magari non gradirebbe, non è all’ordine del giorno».
[…] Messina può non essere il "gladiatore" solitario né lo strumento di una sottile strategia dei «due forni» dei meloniani di lotta e di governo. E la sua crociata anti-Schifani, corroborata da telefonate e messaggi di congratulazioni da big siciliani del partito, è soltanto (si fa per dire) la voce della pancia di Fratelli d’Italia.
MANLIO MESSINA GIORGIA MELONI
RENATO SCHIFANI, GIORGIA MELONI E FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA
renato schifani 2
renato schifani 1
MANLIO MESSINA GIORGIA MELONI



