MA E’ UN MINISTRO O UN FALEGNAME? - OGNI PROBLEMA CHE SI TROVA DAVANTI, PER PASSERA DIVENTA UN ANNUNCIO AI GIORNALI DI UN BEL “TAVOLO” - MA IL ‘’TAVOLINO’’ FINISCE SEMPRE PER BARCOLLARE: LE INIZIATIVE DI CORRADINO SPESSO SONO SENZA COPERTURA FINANZIARIA - NELLA HIT PARADE IL ‘’TAVOLO’’ SULLA FARMACEUTICA, SUL CARO CARBURANTI, SULLE CRISI AZIENDALI DELL’ALCOA E DELL’ILVA…

Antonio Signorini per "il Giornale"

Dal caro benzina alla produttività, passando per casi aziendali ai limiti dell'impossibile. Al ministro Corrado Passera non manca la voglia di fare, ma il suo problema (e più in generale quello del governo Monti) e che il tutto, quasi sempre, si materializza nella convocazione di tavoli. Lavori di falegnameria, magari di buona fattura, ma sui quali manca pane e companatico. Cioè i soldi.

Quando abbandonò la guida di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera forse non aveva capito che stava per diventare ministro di un governo che si sarebbe mosso in un viottolo angusto. Delimitato,da un lato,dalla missione principale, che consiste nel tenere a posto i conti e dare garanzie a chi detiene titoli del debito italiano, e dall'altro dalla presenza nella maggioranza di forze che non avrebbero mai permesso riforme radicali.

Fatto sta che, da quando ha giurato al Quirinale, le sue uscite hanno seguito una parabola praticamente fissa. L'annuncio,magari a un autorevole organo di stampa, mezze smentite dei colleghi, un braccio di ferro con il ministero dell'Economia e poi il varo, travagliatissimo, del provvedimento, quasi sempre depotenziato. Oppure la convocazione di tavoli.

Sarà un caso, ma quello sulla produttività, che è una vera grana, è toccato a lui e non alla collega Elsa Fornero che forse aveva più titolo. Ieri ha provato a rilanciarlo, con una maxi intervista-colloquio al quotidiano la Repubblica, nella quale Passera promette ai commensali qualche risorsa.

L'ultimo capitolo dell'agenda Monti, ha detto il ministro, sarà un «grande patto per la produttività», tra governo, imprese, sindacati «per riformare la contrattazione e puntarla sul rilancio della competitività del sistema-Italia».Mercoledì si terrà la nuova riunione del tavolo. Il governo metterà sul piatto «la detassazione del salario di produttività».

Nei precedenti incontri sindacati-parti sociali, per la verità, il governo aveva escluso stanziamenti ad hoc. Quelli che c'erano e servivano a detassare il salario di produttività, straordinari e accordi aziendali, sono state decurtati con le prime manovre del governo tecnico e per il momento non c'è traccia di ulteriori agevolazioni.

Oggi, con la legge di stabilità, dovrebbe arrivare il rifinanziamento della detassazione ridotta. Da vedere se, in futuro, quando le parti sociali avranno trovato un accordo, ci saranno ulteriori risorse.
Caso scuola tra i piani del ministero che poi si sgonfiano, l'ultimo decreto sviluppo, decurtato da varie misure che erano presenti nelle precedenti bozze. «Un aperitivo», l'ha definito il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

Mancano all'appello le misure per l'Iva, le semplificazioni, che erano state date per scontate. Restano gli incentivi per le start up. In generale si tratta di conferme di misure già esistenti, come ha rilevato ieri il quotidiano Italia Oggi . Libri elettronici, fallimenti individuali, zone franche, la digitalizzazione dei documenti sono la riproposizione di misure già decise e mai attuate.

E non si tratta di mancanza di fantasia, il problema è che se una misura è già nei documenti di finanza pubblica, non c'è bisogno di rifinanziarla.
Anche i vari decreti sviluppo di Passera sono stati anticipati da incontri e tavoli, ma sui risultati le aziende sono rimaste tiepide. Fa parte della cronaca estiva, il tavolo sulla farmaceutica, il tavolo sul caro carburanti. Quelli sulle dolorose crisi aziendali dell'Alcoa e dell'Ilva. Vicende complicate, dove il governo può incidere poco. Come del resto sul caso Fiat, che, realisticamente, non è stato oggetto di un vero tavolo, ma di semplici comunicazioni dell'azienda al governo.

Il problema di Passera è la mancanza di risorse, testimoniata dai retroscena sugli infiniti scontri con il ministero dell'Economia. Lui, il ministro dello Sviluppo, si è fatto alfiere di cause per la verità difficili, come il fondo taglia tasse. Passera è stato il maggiore sponsor dell'idea di restituire ai contribuenti onesti i soldi della lotta all'evasione.

Con le sue uscite ha ottenuto un consenso bipartisan, ma dei suoi auspici non c'è traccia. Un po' meglio sull'Iva. Passera ha auspicato la cancellazione dell'aumento di due punti dell'aliquota base e di quella agevolata, ma il ministero dell'Economia ha trovato fino a ieri risorse per rinviare l'aumento fino al prossimo luglio.

La legge di stabilità di oggi rinvierà ulteriormente la stangata che rischia di mettere in ginocchio il commercio. A scongiurarla del tutto penserà il prossimo governo. Se il ministro annuncerà l'avvio su un tavolo anche su questo capitolo, ci sarà di che preoccuparsi.

 

 

CORRADO PASSERACORRADO PASSERA SOTTO IL SIMBOLO UDCCORRADO PASSERA PENSIEROSO CORRADO PASSERA CORRADO PASSERA CORRADO PASSERA Corrado Passera e famiglia CORRADO PASSERA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…