E’ MORTO SILVIO, VIVA SILVIO! I REDUCI CENTRISTI CORTEGGIANO IL BANANA

Fabrizio De Feo per "Il Giornale"

Dopo il naufragio dell'eter¬na illusione del terzo po¬lo, nel fronte moderato so¬no iniziate le grandi manovre di riavvicinamento all'elettorato berlusconiano. Inevitabilmente i tanti leader dell'«oltre-centro» ¬ovvero quei dirigenti che, a caden¬za regolare, propugnano l'esigen¬za di «andare oltre» i loro partiti ¬si ritrovano a fare i conti con la real¬tà e con la necessità di compiere scelte bipolari, schierandosi con il centrodestra o con il centrosinistra. Di fronte a loro si staglia il «di¬lemma Berlusconi». La grazia al leader ferito viene vista da molti come l'ultima chance per rientra¬re in partita e ri-accreditarsi pres¬so il Pdl.

Naturalmente per chi lo ha ripetutamente combattuto non è facile attestarsi su posizioni limpide,così come è tutt'altro che scontata la riuscita di operazioni a tavolino. Mario Monti, ad esem¬pio, oscilla, inciampa in contrad¬dizioni, e dopo aver detto cinque giorni fa a Radio anch'io che l'am¬nistia non è praticabile, corregge il tiro, probabilmente per non far-si scavalcare nell' «operazione ac¬creditamento » da Pier Ferdinan¬do Casini e Mario Mauro, entram¬bi impegnati a lanciare ponti ver¬so Berlusconi e il suo popolo.

«La strada su cui procedere è quella tracciata dal capo dello Sta¬to » era stata la posizione espressa da Mauro al meeting di Rimini. «Propongo un atto di realismo. Oc¬corre ripristinare il senso dello sta¬re insieme, qualcosa cui si è obbli¬gati per le circostanze che il Paese sta vivendo. Sarebbe la premessa sulla quale far germogliare una ar¬monia e arrivare a un atto di cle¬menza di iniziativa delle camere, cioè un'amnistia».

Un ragionamento accolto con attenzione nel¬la galassia centrista, dai tanti par¬lamentari convinti che l'errore peggiore da fare per chi si muove in un'area contigua al Pdl sia proprio quello di estrarre un cartelli¬no rosso verbale contro Berlusco¬ni, inimicandosi un elettorato vi¬sceralmente legato al proprio lea¬der.

Eppure Monti prima si schie¬ra contro l'ipotesi amnistia, poi cambia rotta e apre uno spiraglio sulla grazia «che non troverei affatto scandalosa, a differenza di Bep¬pe Grillo, proprio per il ruolo che Berlusconi ha avuto».

Più lineare la posizione di Pier Ferdinando Casini. «Il dramma del Pdl merita rispetto perché rap¬presenta lo stato d'animo di una parte rilevante degli italiani» dice il presidente della Commissione Esteri del Senato. «La via di un sup¬plemento di riflessione in Giunta sul caso Berlusconi trova un'auto¬revole sponda in Violante. Liqui¬darla frettolosamente è un atto di miopia che pagherà il Paese».

D'altra parte è un fatto che l'area cattolica di Scelta Civica - da Casi¬ni a Mauro fino a Sant'Egidio - stia assumendo una posizione chiara a favore di una soluzione politica del caso Berlusconi (e della so¬pravvivenza del governo Letta). A quest'area si aggiunge Luca Cor¬dero di Montezemolo, da tempo ai blocchi di partenza della politi¬ca e ancora alla ricerca di un pro¬getto su cui investire, dopo la delusione montiana.

L'ex presidente di Confindu¬stria si è offerto come catalizzato¬re di una forza politica, che sia il Ppe italiano o altro, che riunisca i moderati, aprendo a una collaborazione politica con il Pdl. Senza dimenticare Corrado Passera ¬tornato dopo qualche mese di si¬lenzio sul palcoscenico «politico» del Meeting e poi in tv come ospite di Nicola Porro a Virus - che non ha mai riposto le sue velleità e tie¬ne sempre i motori caldi, alla ricer¬ca di un'occasione.

Tutti gli aspiranti leader di que¬st'area, però, dopo aver coltivato grandi speranze e altrettanto gran¬di illusioni, si ritrovano a fare i con¬ti con la realtà e la necessità di una scelta di campo. Anche perché, co¬me spiega un parlamentare centri¬sta, uno dei tanti che nel privato non fa fatica a salire sulla cattedra del pragmatismo, «è evidente che in questo momento siamo tutti ex senatori, visto che la soglia del¬l' 8% non è alla nostra portata. Con qualcuno, se si va a votare da qui a poco bisognerà allearsi, a meno che non vogliamo auto-cancellar¬ci dalla scena politica».

 

monti casini MONTEZEMOLO E BERLUSCONIMARIO MAUROLuciano Violante Corrado Passera

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO