giorgia meloni fazzolari summit trump zelensky leader europei

È LUI O NON È LUI? CERTO CHE È LUI! A SCORTARE GIORGIA MELONI A WASHINGTON C’ERA GIOVANBATTISTA FAZZOLARI, SOTTOSEGRETARIO A PALAZZO CHIGI, SPOSATO CON UN’UCRAINA E FAUTORE DELLA LINEA DURA CONTRO LA RUSSIA – MENTRE MELONI CONFESSA CHE A LEI “NON PIACE PARLARE CON LA STAMPA ITALIANA”, CI PENSA “FAZZO” A RIEMPIRE I CRONISTI DI DETTAGLI SULLA FANTOMATICA PROPOSTA ITALIANA SUL MODELLO DELL’ARTICOLO 5 DELLA NATO: “UN TRATTATO INTERNAZIONALE TRA PAESI CHE VOLONTARIAMENTE ADERISCONO. A DIFFERENZA DELL'ALLEANZA ATLANTICA, NON AVREBBE PERÒ ESERCITAZIONI CONGIUNTE O TRUPPE SUL TERRENO”. TIPO I VOLENTEROSI, MA SENZA VOLONTÀ DI INTERVENIRE “BOOTS ON THE GROUND” (QUINDI A CHE SERVE)?

 

MELONI DONALD ELOGIA L'ITALIA "MA NON INVIEREMO NOSTRI SOLDATI"

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

giorgia meloni e giovanbattista fazzolari al summit dei leader europei a washington

Con un pizzico di sadismo, o forse solo salomonicamente per non scontentare due alleati tornati a sopportarsi a fatica, Donald Trump sceglie di far sedere al suo fianco Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. La premier è sorridente.

 

[…]  La presidente del Consiglio vede un varco e subito lo sfrutta, sostenendo le tesi che più assomigliano a quelle del Presidente americano, almeno tra i big seduti attorno al tavolo. «Siamo contenti — rivendica — che sulle garanzie di sicurezza si parta dalla proposta italiana». Il tentativo, non del tutto ortodosso nel linguaggio della diplomazia, è incassare in mondovisione l'apertura di Donald Trump — ancora generica, a dire il vero — su un meccanismo automatico di mutua difesa modellato sull'articolo cinque.

giorgia meloni punto stampa a washington 1

 

A porte chiuse, poi, entra meglio nel dettaglio di questa «garanzia» che deve assicurare che quanto accaduto «non succeda mai più». Non cambia invece posizione rispetto all'altro grande nodo sul tappeto, vale a dire l'invio di truppe italiane nell'ambito di una possibile missione dei volenterosi, su cui continuano a spingere francesi e inglesi.

 

Roma, senza un ombrello della Nato, non intende schierare truppe sul terreno. È la posizione della premier. Quella che chiediamo di dettagliare al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, che accompagna la leader qui a Washington.

 

giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse

«La nostra proposta su un meccanismo simile all'articolo cinque — sostiene nella hall dell'hotel St. Regis — è quella che sta prendendo piede. Altro è l'ipotesi di un gruppo di Paesi che volontariamente decide l'invio di truppe. È una opzione legittima e non ci opponiamo. Ma l'Italia non intende partecipare».

 

Altro discorso sarebbe se tutto avvenisse sotto l'ombrello dell'Onu? «Certo, ma allo stato questa proposta non c'è. E neanche se ne discute». Resta un dubbio, che sempre Fazzolari chiarisce: come potrebbe prendere forma questa garanzia di sicurezza per Kiev? E soprattutto, perché la Russia dovrebbe accettare una sorta di "seconda Nato" ai suoi confini?

 

«Si tratterebbe di un trattato internazionale tra Paesi che volontariamente aderiscono — risponde — A differenza dell'Alleanza atlantica, non avrebbe però esercitazioni congiunte o truppe sul terreno a ridosso dei confini. Insomma, si tratterebbe di un impegno vincolante, non di una vera e propria organizzazione, come è la Nato. Questo renderebbe la cosa più accettabile per Putin».

giorgia meloni punto stampa a washington 4

 

Ecco dunque perché Meloni continua a frenare sull'opzione dei volenterosi a cui lavorano Parigi e Londra: le truppe sul terreno, dal punto di vista di Roma, potrebbero non essere accettate da Mosca, complicando il patto sulle garanzie di sicurezza. Al mattino, prima di raggiungere i colleghi europei per una riunione che anticipa il vertice alla Casa Bianca, Meloni si mostra assai cauta.[...]

 

IL DIARIO DI FAZZOLARI A WASHINGTON CON MELONI: "MOSCA POTREBBE NON RISPETTARE GLI ACCORDI"

Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per www.ilfoglio.it

 

foto di gruppo vertice alla casa bianca con zelensky e i leader europei foto lapresse

Nemmeno il tempo di tornare a Roma che subito è partito il dossier di Fratelli d'Italia sulla visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca per il vertice fra i leader europei, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Donald Trump, il padrone di casa. La nota informativa dell'ufficio studi di Via della Scrofa mai come questa volta sembra portare la firma di Giovanbattista Fazzolari, braccio destro della premier, presente alla missione americana.

 

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha partecipato, come si vede nella foto, all'incontro preliminare all'ambasciata ucraina a Washington. Nel dossier che il Foglio ha potuto consultare – sette pagine – c'è un'analisi di quanto accaduto in queste ultime 24 ore. Vale soffermarsi su alcuni passaggi che sembrano usciti dalla penna di Fazzolari, in questa specie di diario.

 

emmanuel macron donald trump giorgia meloni foto lapresse

"Il fatto che Kiev richieda condizioni di sicurezza per il futuro è naturale e frutto della storia: non sarebbe una novità per la Russia disattendere gli accordi a scapito dell’integrità territoriale dell’Ucraina (si veda il fallimento del Memorandum di Budapest). E siamo orgogliosi che, per dare quelle garanzie, l’opzione sul tavolo da cui si parte sia quella proposta – già da diversi mesi – da Giorgia Meloni.

 

Un modello, oggi ampiamente condiviso, basato su garanzie simili a quelle previste ex articolo 5 del Trattato Atlantico che però non preveda l’ingresso nella Nato, essendo di fatto un meccanismo esterno all’Alleanza".  In poche parole il partito della premier teme che Mosca possa violare gli accordi che in queste ore tra mille difficoltà iniziano a prendere forma.

LE FACCETTE DI GIORGIA MELONI DURANTE IL VERTICE CON DONALD TRUMP

 

Visto che la premier Meloni, per sua ammissione a Trump, non ama parlare e rispondere alla stampa, occorre attaccarsi al fumo della pipa che esce da questo dossier. Altro passaggio interessante. "Ad oggi Mosca è in difficoltà: non è riuscita a prendere il controllo totale neanche delle regioni di cui ha proclamato l’annessione nel settembre 2022.

 

La Russia è impantanata in una guerra di logoramento che sta decimando soldati e mezzi a fronte di modestissimi risultati: in un anno si parla della conquista dell’1,9% del territorio ucraino, in tre anni e mezzo il terreno conquistato non arriva al 19%. Insomma, un quadro molto differente rispetto alla minaccia russa iniziale di riuscire a prendere Kiev in tre giorni. La resistenza ucraina ha potuto contare su un appoggio a 360 gradi da parte dell’Occidente".

 

Il resto della nota informativa prende di mira le opposizioni e "molta stampa". Accusati di essersi "prodigati a sminuire gli avanzamenti di questi giorni, si sono concentrati più sull’ormai famoso tappeto rosso che sulla sostanza: hanno addirittura parlato di una sconfitta per l’Occidente. Spiace constatare, ancora una volta, che le mire elettorali prevalgano addirittura su questioni così importanti che vedono in gioco la vita di milioni di persone e la sicurezza di un intero continente". [...]

VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSIVERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSIdonald trump giorgia meloni - vertice alla casa biancadonald trump giorgia meloni - vertice alla casa biancaGIORGIA MELONI NELLO STUDIO OVALE INSIEME AI LEADER EUROPEI E DONALD TRUMP

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?