RIVOLUZIONE D’EGITTO! - MA QUALE PRIMAVERA! A NOVE MESI DALLA CADUTA DI MUBARAK IL POTERE MILITARE NON HA ANCORA ABOLITO LO STATO DI EMERGENZA E CHI DENUNCIA O SI OPPONE FINISCE IN GALERA (13MILA PERSONE ARRESTATE DA GENNAIO A OGGI) - LA STORIA DELLA BLOGGER ALIAA, DESNUDA SU INTERNET CONTRO IL REGIME - LA VERITÀ DI WAEL ABBAS, UN ALTRO BLOGGER EGIZIANO: “QUA NON È CAMBIATO NULLA”...

1 - "NEL NUOVO EGITTO LA VERITÀ RESTA UN NEMICO"
Roberta Zunini per il "Fatto quotidiano"

In dieci minuti Wael Abbas, uno dei più noti blogger egiziani, riesce a fare una sintesi efficace della rivoluzione di piazza Tahrir, dal palco del tempio di Adriano, a Roma, durante la celebrazione del 20° anniversario del world wide web. Del resto la sintesi è la conditio sine qua non per un blogger, colui che dirama notizie via internet. E Wael Abbas, 37 anni, con il suo inglese fluente, in questo breve lasso di tempo, non spiega cosa è accaduto durante il mese di sollevazione che ha portato alla caduta del regime di Mubarak, e cosa sta accadendo a una settimana dal voto.

"Innanzitutto non si tratta di elezioni democratiche, la situazione in Egitto è identica a prima, quando c'era Mubarak, se non addirittura peggio, inoltre oggi l'opinione pubblica mondiale crede che stiamo vivendo in un periodo di acquisizione dei diritti civili, di sperimentazione della libertà, mentre invece sta accadendo il contrario".

Abbas è pessimista e molto preoccupato per la sorte della libertà di opinione e di stampa, che si traduce in due nomi: Alaa Abdel Fattah e Michael Nabil, due suoi colleghi rinchiusi nelle prigioni del Cairo, accusati rispettivamente di aver insultato il Consiglio supremo e di aver rubato un fucile durante le manifestazioni di gennaio. Nabil deve scontare 3 anni di carcere e ha iniziato uno sciopero della fame. E l'unica candidata donna alle presidenziali, Bothaina Kamel, ha cominciato lo sciopero della fame per la liberazione del blogger Alaa Fattah, la cui custodia cautelare è stata prorogata per 15 giorni.

"È sempre più difficile fare il nostro mestiere perché, con la scusa dello Stato di emergenza, ci sbattono in galera senza prove e ci portano davanti a una corte militare. È successo anche a me, sono stato in carcere per 3 mesi, accusato di aver fomentato le violenze. Ma non è vero. Questi processi sono irregolari e violano la legge internazionale. Le restrizioni nei confronti dei media sono aumentate dopo che Mubarak è caduto.

Con questo non voglio dire che fosse meglio prima. Dico che non è cambiato nulla: a partire dallo Stato di emergenza che dura dal ‘74". Eppure il Consiglio militare supremo aveva promesso che l'avrebbe abolito. "Continua a posticiparne l'abolizione: ora dicono che lo faranno nell'imminenza delle elezioni presidenziali. Che non saranno prima della fine del 2012. Nel frattempo abbiamo raggiunto la cifra record di 13mila persone incarcerate da gennaio a oggi.

Né Nasser né Mubarak erano arrivati a tanto". Un numero impressionante, senza contare le persone scomparse da mesi, e delle quali non si sa più nulla. Abbas dipinge un quadro foschissimo dell'Egitto attuale dove peraltro i partiti islamici sono gli unici a essere stati in grado di riorganizzarsi. "Sicuramente otterranno molti voti, se non la maggioranza, perché hanno molto seguito fuori dalle aree urbane, nelle campagne dove vive la maggior parte degli 80 milioni di egiziani.

Noi di piazza Tahrir abbiamo sbagliato quando abbiamo creduto ai militari, all'esercito. Avremmo dovuto essere più duri e determinati e cambiare la Costituzione in quel momento, in quella piazza ideale, davanti alle telecamere di tutto il mondo, che in qualche modo ci proteggevano. Ora ci apprestiamo a votare sulla base della vecchia Costituzione, con la stessa legge elettorale, candidati legati ancora al vecchio regime, il tutto condito con lo Stato di Emergenza". Secondo Abbas il peggio deve ancora venire, tanto che non esclude nuove sollevazione e ancora tanta violenza.

2 - LA PROVOCAZIONE DELLA BLOGGER ALIAA: FOTO NUDE PER SFIDARE IL REGIME
Ansa
- Si definisce «laica, liberale, femminista, vegetariana, individualista, egiziana. Il suo nome, vero, come ci tiene a precisare sul suo account twitter, è Aliaa Magda el Mahadi e da quando, in nome della libertà di espressione, ha postato la sua foto nuda sul suo blog, è diventata una celebrità. In rete una bufera di commenti. Molti sostengono il coraggio della sua provocazione, altri la giudicano una ingenua, parecchi ne contestano lo scopo rivoluzionario.

Quello che è certo che fino ad oggi oltre 100.000 persone hanno cliccato sul suo blog (piuttosto osè) per vedere le immagini. La ventenne del Cairo, studentessa alla American university, ha postato otto foto di nudi sul suo blog sotto il titolo «fan ary» (arte nuda). Nella prima lei appare completamente nuda, in una immagine ingenua anche se indossa calze autoreggenti e ballerine rosse. Nell'ultima appare nella stessa posa, ma con pecette gialle che le coprono le parti intime, la bocca e gli occhi. «Ho scattato la foto io stessa nella casa dei miei genitori», rivela Aliaa su twitter. La giovane studentessa che si definisce atea dall'età di sedici anni spiega che gli adesivi gialli rappresentano «la censura sulla nostra conoscenza, la nostra espressione e la nostra sessualità».

Sulla sua pagina facebook dice che il suo è «un grido contro la società della violenza, del razzismo, della molestia sessuale e dell'ipocrisia». I commenti su Twitter impazzano e molti sono critici di una iniziativa senza precedenti, in un paese nel quale si sta diffondendo sempre di più una interpretazione rigida dell'Islam e nel quale continuano ad aumentare il numero delle donne in niqab, il velo integrale, soprattutto dopo la rivoluzione. Delle centinaia di messaggi che continuano ad arrivare in rete, alcuni si congratulano con Aliaa per il suo coraggio ma molti mettono in dubbio che la sua iniziativa possa davvero servire a migliorare la condizione della donna in Egitto e nel mondo arabo.

Molti dei commenti esprimono anche preoccupazione che le foto di nudo possano irrompere nella campagna elettorale egiziana. «Speriamo solo che gli sheikh salafiti non se ne accorgano. Altrimenti accuseranno di questo tutti i liberali e i laici», scrive uno, mentre un altro posta il seguente messaggio: «questa è la faccia del secolarismo». «Sono completamente a favore dei diritti delle donne, ma da un punto di vista laico è una stupidaggine. Come pensiamo di ottenere rispetto così?» si chiede una internauta su twitter.

 

mubarak LA FOTO DELLA BLOGGER EGIZIANA ALIAA MAGDA EL MAHADI NUDA POSTATA SUL SUO BLOG PER PROVOCAZIONE INSIEME A QUELLA DEL SUO RAGAZZOManifestazioni in Egitto da Corriere.itManifestazioni in Egitto da Corriere.it

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