L’EUROPA DOMANDA: COME SALVATE LA CAPRA DEI TECNICI E I CAVOLI DELLA POLITICA? - CON UNA LEGGE ELETTORALE CHE CONCEDA UN BASSO PREMIO DI MAGGIORANZA, COSI’ BELLA NAPOLI POTREBBE IMBUCARE MONTI IN UN GOVERNO DEL PD SENZA VENDOLA - UN’ALTRA SOLUZIONE: BERSANI PREMIER E MONTI MINISTRO DEL TESORO. POI, FRA DUE ANNI, QUANDO SCADE ROMPUY, SUPERMARIO VA ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO ...

Stefano Feltri per "il Fatto Quotidiano"

"Non bisogna sentirsi indispensabili e non bisogna che gli altri si facciano la strana idea che una persona sia indispensabile". Mario Monti ci tiene alla correttezza delle forme e non vuole rovinare la sorpresa agli elettori che nel 2013 andranno alle urne. Anche se, da parte sua, il capo dello Stato Giorgio Napolitano si sta invece attrezzando per assicurare la continuità dell'esperienza dei tecnici in qualunque scenario. Il Financial Times di ieri, giornale che ha una qualche influenza sui mercati, spiegava che Monti è "un uomo per tutte le stagioni".

Il corrispondente da Roma Guy Dinmore suggerisce che nell'ipotesi di una vittoria del centrosinistra Monti potrebbe rimanere come ministro dell'Economia, tenendo anche le deleghe che oggi ha Enzo Moavero, quelle agli Affari europei. E sarebbe così il referente di Bruxelles (e Berlino) in un eventuale governo che non susciterebbe certo l'entusiasmo dei creditori internazionali dell'Italia. Anche Eurostat, l'agenzia statistica dell'Unione europea, ieri ha fornito un concreto elemento alla permanenza di Monti al potere (espressione che lui non ama): il debito pubblico italiano nel secondo trimestre del 2012 ha toccato il 126,1 per cento del Pil.

Non è una sorpresa, il governo ha stimato che a dicembre sarà 126,4. Ma è comunque un monito più forte di quelli che arrivano dal Quirinale: in questa situazione basta un soffio di spread (ora a 328 punti) per riportare l'Italia nel caos estivo e nelle manovre correttive a ripetizione. La Banca d'Italia ne intravede già una in primavera. Finché c'è Monti si può nascondere il debito vero e presentare ai mercati quello "strutturale", depurato dai contributi versati ai fondi salva Stati. Ma con Bersani, Stefano Fassina e Nichi Vendola al governo gli investitori saranno più diffidenti.

Ecco perché Napolitano, con la partecipe sponda di Monti, dei tecnici e di un po' di partiti (soprattutto Udc, ma anche frange consistenti del Pd) si sta preparando. Con due obiettivi: garantire all'Italia lo scudo di Monti e permettere al premier di avere un futuro istituzionale adeguato. Lo scenario ideale per Napolitano è quello del cambio della legge elettorale: basso premio di maggioranza al primo partito, Parlamento senza vincitori netti, Pd costretto a scaricare Sel e Vendola per allearsi al centro con l'Udc e una parte di Pdl.

In questo caso Monti resterebbe premier per mancanza di alternative e avrebbe pieno mandato a governare con una coalizione trasversale meno eterogenea di quella attuale. "Napolitano chiede la continuità con l'azione di Monti ed esprime il messaggio chiaro che il premio di coalizione sarebbe da superare, così come ha chiesto nella lettera a Schifani", dice il costituzionalista del Pd, Stefano Ceccanti.

Ma i partiti paiono incapaci di riformare il Porcellum anche perché il Pd, che a parole si impegna a trovare un compromesso, in realtà ha tutti i vantaggi a votare con il sistema attuale. Con il premio di maggioranza alla coalizione (cosa che giustifica le primarie), il centrosinistra avrebbe il 54 per cento dei seggi. Ma così, teme Napolitano, ci sarà lo stesso caos del 2006, con una maggioranza a costante rischio esplosione. E quindi serve Monti.

I tecnici, nei mesi scorsi, hanno iniziato a ragionare su un progetto di affiancamento: alcuni - Monti incluso - potrebbero rimanere ministri in una prima fase. Per introdurre Bersani e gli altri ai tavoli europei. Una volta rassicurati i mercati sulla continuità, Monti, Moavero, Barca e gli altri potrebbero lasciare tutto ai politici. Soluzione questa che suscita però diverse perplessità. "Se le forze politiche hanno i voti per governare devono farlo senza badanti tecniche", dice Sandro Gozi, del Pd, che è un supermontiano e si era candidato alle primarie proprio per rivendicare la necessità di conservare Monti a Palazzo Chigi.

Per Monti tornare al governo da ministro del Tesoro non sarebbe disonorevole. Lo ha già fatto Carlo Azeglio Ciampi, premier nel 1992 e ministro nel 1996. Poi Ciampi è andato al Quirinale. Monti avrebbe l'opportunità di chiudere, da premier o da ministro, i negoziati europei avviati e poi andare, nel 2014, alla Presidenza del Consiglio europeo. Una prospettiva allettante: Monti è l'unico candidato che potrebbe far uscire l'Unione dallo stallo istituzionale.

Un uomo della Commissione (è un ex commissario) alla guida del coordinamento dei governi potrebbe invertire la tendenza che in questi anni ha restituito tutto il potere agli Stati, svuotando le istituzioni europee. Il presidente del Consiglio Ue resta in carica 2 anni e mezzo, rinnovabile. Dopo cinque anni, guarda caso, ci sarà un'altra elezione per il Quirinale in arrivo. Sempre che il professore non arrivi al Colle subito, il nuovo Parlamento (anche a maggioranza di centrosinistra) potrebbe eleggerlo. Anche soltanto per tenerlo lontano da Palazzo Chigi, visto che si sceglierà prima il capo dello Stato e poi il premier.

 

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