È UN PAESE PER VECCHI - ROMNEY È PARI CON OBAMA NEI SONDAGGI: 46% A 46% - MA I GRANDI ELETTORI SONO ANCORA A FAVORE DEL PRESIDENTE, CHE SE CONQUISTA LO STATO DI MIAMI HA LA VITTORIA IN TASCA - FINORA, I CONSERVATORI ERANO IN TESTA. MA ROMNEY VUOLE CANCELLARE L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI E QUESTO POTREBBE FAR CAMBIARE IDEA AI MILIONI CHE “VANNO A MORIRE” AL CALDO DELLA FLORIDA…


Da "Repubblica.it"

I sondaggi nelle elezioni per la Casa Bianca vanno sempre guardati con sospetto, perché decisivi sono gli Stati chiave. Certo, i 'poll' nazionali danno un'idea, e dicono che Romney ha annullato lo svantaggio che aveva rispetto a Obama negli ultimi mesi, con uno sprint negli ultimi giorni durante la convention. I sondaggi (nella media calcolata da Huffington Post) parlano di 46,1% per il presidente in carica e il 46% per lo sfidante.

Ma a livello di Stati chiave la situazione è un po' diversa.

Il sistema elettorale Usa. Come è noto, essendo gli Stati Uniti una repubblica federale, il sistema elettorale è su base regionale. Questo significa che i voti dei cittadini non finiscono virtualmente in una stessa urna, ma in 50 urne diverse, una per ogni Stato, sulla base del quale si assegnano dei delegati. Gli Stati più popolosi eleggono più "grandi elettori", come vengono chiamati. Per essere eletti, un candidato deve ottenere almeno 270 grandi elettori su 538.

Essendo quindi molti degli Stati "nettamente democratici" o "nettamente repubblicani", tanto che quei delegati si considerano già assegnati a un candidato a meno di sorprese o rivoluzioni, il numero di Stati in bilico che possono decidere l'elezione è molto limitato. E spesso sono sempre gli stessi.

LA SITUAZIONE
In questa fase, nella sfida tra Barack Obama e Mitt Romney, sono solo sette o otto gli Stati che esperti e sondaggisti considerano in bilico (o tossup, come si dice in inglese).

Si tratta di Florida (29 grandi elettori), Ohio (18), North Carolina (15), Virginia (13), Wisconsin (10), Colorado (9), Iowa (6). A questi si sono aggiunti il Michigan (16) e il Nevada (6), che prima era considerato "abbastanza democratico" e che ora invece secondo i media americani vanno classificati in bilico perché i sondaggi vedono ridotto il vantaggio di Obama a soli 3 punti percentuali.

IL FRONTE DEMOCRATICO - 225 grandi elettori
Gli Stati considerati "fortemente democratici" sono New York, California, Oregon, Washington, New Mexico, Illinois, Maine, Vermont, Massachussetts, Rhode Island, Connecticut, New Jersey, Delaware, Maryland, District of Columbia. A cui si aggiungono Minnesota, Pennsylvania, New Hampshire che, dai sondaggi, risultano "abbastanza democratici" e non dovrebbero riservare sorprese. Questi Stati valgono al momento 225 grandi elettori.

IL FRONTE REPUBBLICANO - 191 grandi elettori
Il Great Old Party può contare invece su una solida maggioranza in Texas, Alaska, Montana, Idaho, Utah, Arizona, Wyoming, North Dakota, South Dakota, Nebraska, Kansas, Oklahoma, Arkansas, Louisiana, Alabama, Georgia, South Carolina, West Virginia, Kentucky, Tennessee, Indiana. Il Missouri è l'unico Stato che può essere definito "abbastanza repubblicano" da non preoccupare, anche se la polemica sull'aborto 1 ha ridotto il vantaggio del candidato repubblicano al Senato e potrebbe aver danneggiato Romney. Questi Stati, numerosi ma in gran parte poco popolosi, valgono 191 grandi elettori.

GLI STATI TOSSUP
Se gli Stati 'stabili' fossero tutti confermati, a Obama basterebbe anche vincere nella sola Florida per garantirsi la rielezione. Questo perché la Florida vale 29 grandi elettori, che porterebbero Obama esattamente a quota 270, il numero necessario di grandi elettori per tornare alla Casa Bianca.

Proprio dalla Florida arrivano però brutte notizia per il Presidente: i sondaggi indicano un assottigliamento del vantaggio, che si è - nella media delle ultime rilevazioni considerate dall'HuffPo - praticamente annullato (46,9% contro 46,2%). "Too close too call" direbbero gli americani. La speranza per Obama risiede in un altro sondaggio, quello del Pew Research Center, che testimonia come gli americani non apprezzino il piano repubblicano sull'assistenza sanitaria agli anziani. Dati importanti in uno Stato demograficamente anziano.

Come andrebbe negli altri stati in bilico? L'Ohio verso Obama per 2 punti percentuali, il Colorado ancora a Obama (poco più di un punto di vantaggio), North Carolina a Romney (48% a 46%), Virginia verso Obama (47% a 45%), in Wisconsin recupera Romney ma Obama è ancora avanti, in Iowa i due candidati sono troppo vicini. Per quanto riguarda il Michigan e in Nevada, Obama avrebbe tre punti di vantaggio.

Ma non sono stati ancora fatti sondaggi in questi Stati in seguito alla Convention repubblicana, quindi bisognerà aspettare qualche giorno per valutare appieno gli effetti della kermesse di Tampa. E con vantaggi così stretti, ancora a due mesi dalle elezioni, i sondaggi valgono fino a un certo punto.

Ovunque la tendenza è quella di un avvicinamento di Romney. Ma facendo i conti oggi - e ignorando Florida e Iowa - Obama arriverebbe comunque a 297 grandi elettori (contro 206 di Romney), oltre la soglia dei 270 necessari per l'elezione. Barack Obama ancora avanti quindi, ma da qui al 6 novembre, giorno del voto, tutto può cambiare.

 

 

BARACK OBAMA E MITT ROMNEY BILL CLINTON E BARACK OBAMA BARACK OBAMA BARACK OBAMAromneyMITT ROMNEY E PAUL RYANROMNEY-RYANMITT ROMNEY CON MOGLIE E FIGLI

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…