SARKO DI TRIONFO (ANZI NO) - LE ELEZIONI NON LE HA VINTE IL REDIVIVO NANOLEONE, MA L'ALLEANZA TRA IL SUO PARTITO E I CENTRISTI - SOLO 2 FRANCESI SU 10 LO VOGLIONO ANCORA ALL'ELISEO. E NON È DETTO CHE SARÀ LUI A SFIDARE MARINE LE PEN NEL 2017

1. SONDAGGIO: SOLO DUE FRANCESI SU DIECI VORREBBERO SARKOZY ALL'ELISEO NEL 2017

http://www.bva.fr/data/sondage/sondage_fiche/1667/fichier_bva_-_orange_-_i-tele_-_souhait_de_candidature_de_nicolas_sarkozy_et_consigne_de_vote_-_fevrier_201550eaf.pdf

 

 

2. IL SARKOZY REDIVIVO E MARINE SI PREPARANO ALLA SFIDA DEL 2017

Cesare Martinetti per “la Stampa

 

Trionfa Sarkozy, perde Hollande (battuto anche nella sua Corrèze), non vince ma nemmeno perde Marine Le Pen.

nicolas sarkozynicolas sarkozy

Questa è la sintesi più facile del secondo turno delle elezioni dipartimentali, quelle che hanno segnato davvero un cambio di stagione politica in Francia con la nascita di un tripartitismo reale e non soltanto mediatico: sinistra, destra e Front National quello che una volta si chiamava estrema destra e vivacchiava ai bordi del sistema, ora è invece credibile forza di possibile governo.

 

Non è detto che però sia questa la sintesi più vera di questa tornata elettorale. Perché se sulla sconfitta del Presidente Hollande e del suo Ps ormai pesantemente contestato da sinistra non ci sono dubbi, sul trionfo dell’ex Presidente Sarkozy si può largamente discutere e si discuterà di qui alle prossime elezioni presidenziali (in calendario nel 2017) che sono l’appuntamento fondativo di tutta la politica francese.

manifestazione a parigi   sarkozy e hollande  manifestazione a parigi sarkozy e hollande

 

L’ex presidente, irrimediabilmente sconfitto da Hollande nel 2012, ma soprattutto sconfitto da se stesso al termine di un mandato caratterizzato da eccessi, schizofrenie, errori personali e politici, è tornato in campo a sorpresa da qualche mese dopo che aveva annunciato il suo ritiro definitivo dalla politica. Un rientro tutt’altro che trionfale che gli ha permesso di conquistare il partito a novembre ma con un risultato largamente inferiore alle sue aspettative.

SARKOZY CARLA BRUNI INSTAGRAMSARKOZY CARLA BRUNI INSTAGRAM

 

Una leadership autoritaria ma non autorevole, accompagnata da un flop mediatico piuttosto clamoroso e sempre insidiata dalle numerose inchieste giudiziarie, prima fra tutte quella sul presunto mega finanziamento di Gheddafi alla campagna elettorale del 2007.

 

Da indomabile combattente, Sarkò ha impresso alla campagna elettorale il suo timbro, quello che tra il 2002 e il 2005, durante il lungo declino di Chirac, lo aveva proiettato da ministro dell’Interno al vertice della destra su una linea «sécuritaire», e cioè di concorrenza spinta al Front National sull’ordine pubblico. La Francia aveva subito lo «choc» del 21 aprile 2002, quando Jean-Marie Le Pen si qualificò al ballottaggio presidenziale umiliando il socialista Lionel Jospin.

 

matteo salvini e marine le pen ballano in pista  3matteo salvini e marine le pen ballano in pista 3

Era quello il Sarkò che prometteva di ripulire le banlieues dalla feccia della piccola criminalità con il «karcher» (la pompa che usano gli spazzini di Parigi per lavare i marciapiedi). Le banlieues non vennero ripulite, la destra di Le Pen non è mai stata così forte e in una progressione che non è ancora finita. Ma tant’è e Sarkò arrivò alla presidenza battendo in modo netto l’antagonista socialista, la prima donna arrivata alla sfida, Ségolène Royal, allora compagna di vita di François Hollande e madre dei suoi quattro figli.

 

Un Sarkozy perde il pelo ma non il vizio e tornato in politica ha riproposto una linea di estrema destra (per fare un esempio si è detto contro il menù alternativo per i musulmani nelle mense scolastiche), si è schierato contro i matrimoni gay (e non tutti nel partito sono d’accordo), ha fatto fuori la vecchia guardia e si è circondato di fedelissimi. Ciononostante è crollato nei sondaggi e da un 60 per cento di gradimento tra i militanti Ump era sceso al 40. La vittoria nelle dipartimentali di ieri e domenica scorsa è soprattutto effetto dell’alleanza con i centristi di Udi e Modem (che furono con Hollande nel 2012), perché i risultati dei candidati Ump non sono certo trionfali.

Jean-Marie Le Pen e la figlia Marine Jean-Marie Le Pen e la figlia Marine

 

LE PRESIDENZIALI

Naturalmente far politica significa anche saper fare alleanze e Nathalie Kosciusko-Morizet, una dei suoi vice (la candidata sindaco di Parigi sonoramente battuta dalla socialista Anne Hidalgo), in un’intervista a La Stampa nei giorni scorsi riconosceva che senza i centristi l’Ump non avrebbe mai vinto. La vera domanda è però se questa alleanza che ha funzionato per una elezione come quella dipartimentale dove fortissime sono le componenti locali sia una linea che può avere Sarkozy come candidato alla presidenza e non piuttosto, per esempio, Alain Juppé, sindaco di Bordeaux, ex primo ministro e vero ultimo alfiere gollista. L’unico – detto tra parentesi – che nei sondaggi di questi mesi è stato dato per vincente nel caso di testa a testa con Marine Le Pen.

 

francois bayrou lapfrancois bayrou lap

E qui veniamo al punto, perché la questione che va proiettata sul 2017 è chi sarà in grado di battere la Le Pen, dando per scontato che – a meno di cataclismi – lei sarà al secondo turno. I risultati di domenica scorsa e anche di ieri dicono incontestabilmente che il primo partito di Francia è il Front National. Queste elezioni ne hanno sancito un radicamento locale e nazionale che non aveva mai avuto, pur dovendo contare su candidati in molti casi inadeguati e capaci solo di ritrasmettere a manetta la facile lezioncina ammannita dal leader: meno tasse, meno immigrati, meno criminalità.

 

SARKOZY E ALAIN JUPPE SARKOZY E ALAIN JUPPE

 Però l’onda «bleumarine» non solo non si è attenuata, ma è cresciuta. Per una settimana i media francesi si sono adoperati ad esorcizzare il fantasma di un Front primo partito, l’operazione mediatica è riuscita. Il sistema elettorale maggioritario non darà neanche un dipartimento al Front. Ma la realtà è un’altra, come ammetteva anche Le Monde ieri in un accuratissimo dossier con i conti veri del primo turno elettorale. Ed è questa, vista la disfatta dei socialisti e della gauche (sconfitta anche nei feudi elettorali di Hollande, Valls, Martine Aubry e Fabius), la nuova vera partita della politica francese.

nathalie kosciusko morizet nathalie kosciusko morizet

 

Twitter @cesmartinetti

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…