elsa fornero tasse evasione fiscale giorgia meloni

“QUELLA DEL GOVERNO È LA MESCHINA TATTICA DI CHI NON HA IL CORAGGIO DI RICORDARE CHE NON VI SONO PASTI GRATIS” - ELSA FORNERO INCENERISCE GIORGIA MELONI PER LE PAROLE SULLE TASSE (“NON DIRÒ MAI CHE SONO UNA COSA BELLISSIMA”) E PER I CONDONI A RIPETIZIONE: “IN UN PAESE NEL QUALE L'EVASIONE FISCALE AMMONTA ANCORA A CIRCA 85 MILIARDI DI EURO, IL GOVERNO PUÒ CONSENTIRSI ATTEGGIAMENTI DI INDULGENZA NEI CONFRONTI DEGLI EVASORI. ALLE GENERAZIONI PIÙ GIOVANI TOCCHERÀ L'ONERE DELLA RESTITUZIONE DEL DEBITO"

Estratto dell’articolo di Elsa Fornero per “La Stampa”

 

ELSA FORNERO

Il "fisco amico" è cosa buona e giusta. Così come la "scuola amica" che prepara, l'ospedale "amico" che cura, il treno e l'aereo che ti fanno arrivare puntuale al lavoro, la giustizia che non impiega anni a emettere una sentenza. E ancora: è "amica" la pubblica amministrazione che non ci mette mesi a concedere una semplice autorizzazione e che risponde solerte, gentile e in modo comprensibile alle richieste dei cittadini o corrisponde somme loro dovute (come la liquidazione ai dipendenti pubblici andati in quiescenza) in un'unica soluzione, senza farli aspettare per anni.

 

meloni tasse

L'amico che "dà" non può essere "vessatore" - o, peggio, esattore di "pizzo" - quando chiede ai cittadini di contribuire, secondo la loro capacità, alla fornitura dei tanti beni e servizi dei quali si avvalgono i cittadini stessi nel loro complesso.

 

In un Paese nel quale l'evasione fiscale, pur essendo diminuita (soprattutto grazie alla fatturazione elettronica e alla riduzione dell'uso del contante), ammonta ancora a circa 85 miliardi di euro (un importo superiore alla spesa pubblica annua per l'istruzione!) e che "vanta" il secondo più grande debito pubblico d'Europa, in rapporto al Pil, la classe politica, e a maggior ragione il governo, non possono consentirsi strizzatine d'occhio e atteggiamenti condiscendenti o di aperta indulgenza nei confronti degli evasori.

 

giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli

Al tempo stesso deve essere sempre ricordato ai cittadini il rapporto stretto tra la spesa pubblica (più o meno da tutti invocata), la tassazione (più o meno da tutti detestata) e il debito che si forma quando la prima eccede la seconda. Oltre a rappresentare un peso per le generazioni più giovani, alle quali toccherà l'onere della restituzione, questo debito ipoteca da subito la futura politica di bilancio con la spesa per gli interessi, che sottrae risorse ad altre destinazioni.

 

La "disciplina" del bilancio pubblico, ossia un sostanziale e non necessariamente annuo equilibrio tra le entrate e le spese, è peraltro richiesta dall'art. 81 della costituzione, sia pure con una certa flessibilità di interpretazione, visto che è possibile derogarvi facendo ricorso all'indebitamento ma solo in due casi.

 

[…]

 

Questa "disciplina" è però vista con fastidio dalla politica, abituata a pensare che con l'aumento della spesa (o con promesse di nuove spese, spesso poi non mantenute proprio per difficoltà di bilancio) si vincono le elezioni mentre con l'aumento della tassazione si perdono.

 

GIORGIA MELONI E LE TASSE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Questo modo di vedere, peraltro, fa presa non sulla capacità dei cittadini di comprendere le difficoltà ma sulla capacità della classe politica di nutrirli di illusioni, se non di ingannarli cinicamente.

 

Qualcuno, per esempio, evoca con nostalgia la passata sovranità monetaria, la possibilità di finanziare la spesa pubblica con la stampa di moneta cartacea, ma sono gli stessi che negli anni passati hanno criticato la Banca centrale europea prima per l'inflazione (provocata anche da una politica monetaria fortemente espansiva) e poi per cercare di abbassarla con una politica opposta, di aumento dei tassi di interesse e dunque restrittiva.

 

[…]

dati su evasione fiscale in italia - la stampa

Certo, in periodo elettorale la tentazione di illudere è sempre grande. E anche quando si vince, si vorrebbe stravincere. Ma questa non è la strategia di un buon politico e meno che mai di uno statista. È invece la meschina tattica di chi non ha il coraggio di ricordare apertamente che in questo nostro povero mondo non vi sono pasti gratis, neppure in vista di nuove elezioni.

elsa forneromaurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO