EURO-CRAC - IL GRANDO CAPO DEGLI ANALISTI DI MEDIOBANCA, ANTONIO GUGLIELMI, A GENNAIO ERA IN PRIMA FILA A LONDRA AD ASCOLTARE GLI ANTI-EURO BORGHI E RINALDI. ANCHE PIAZZETTA CUCCIA VORREBBE SALUTARE LA MONETA UNICA?

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

Si sono dati il solito titolo ambizioso: "Uscita dall'euro-istruzioni per l'uso". E il prossimo 12 aprile, a Roma, promettono di fare le cose in grande. Loro sono gli economisti del "Manifesto di solidarietà europea", il cui numero nel frattempo è quasi raddoppiato rispetto all'agosto del 2013: si è infatti passati da 12 agli attuali 21 firmatari, tutti europei.

Le critiche nei confronti dell'euro, infatti, stanno facendo proseliti ovunque, così come la proposta tecnica del Manifesto. Si tratta della cosiddetta "segmentazione controllata" della moneta unica, in pratica un'uscita progressiva dei paesi dall'euro, tutelando quelli più deboli. Rispetto a qualche mese fa, però, la novità sta nell'effervescente movimento che sembra voler "avviluppare" il Manifesto. Basti pensare a chi, almeno secondo i programmi, parteciperà all'evento del 12 aprile.

I nomi
Dall'elenco, solo per limitarsi agli esempi più significativi, spuntano l'ex viceministro Pd dell'economia, Stefano Fassina, uno degli animatori di Fratelli d'Italia, Guido Crosetto (che è stato anche sottosegretario alla Difesa), il rettore della facoltà di economia alla Sapienza di Roma, Giuseppe Ciccarone, l'economista francese Jean-Pierre Vesperini, professore all'università di Rouen, il collega spagnolo Antoni Soy, professore di economia all'università di Barcellona, l'ex ministro dell'industria, Paolo Savona, e l'ex ministro delle politiche comunitarie, Giorgio La Malfa.

Ma nella lista dei partecipanti all'incontro del 12 aprile ci sono anche nomi destinati a far discutere parecchio. C'è, per esempio, quello di Frits Bolkestein, ex pezzo grosso della compagnia petrolifera Shell ed ex commissario europeo al mercato interno, padre dall'ormai famosa direttiva sulla libera circolazione dei servizi nel mercato comune europeo. Ebbene, si dà il caso che qualche mese fa Bolkestein, un tempo europeista ed euro-sostenitore convinto, abbia aderito al Manifesto di solidarietà europea.

Genuinamente folgorato sulla via di Damasco? Difficile dirlo, di sicuro la sua adesione è stata un colpaccio per gli economisti "anti-euro". Nell'elenco dei nuovi aderenti, però, c'è anche Giuseppe Di Taranto, che non soltanto insegna storia economica alla Luiss, ma siede addirittura nel consiglio di amministrazione dell'ateneo confindustriale presieduto da Emma Marcegaglia. Insomma, all'interno del Manifesto sembra affacciarsi anche un po' di Confindustria, uno di quei poteri più o meno forti le cui mosse si fanno notare.

Di Taranto arricchisce così la pattuglia italiana dei firmatari del Manifesto, composta da Alberto Bagnai, professore di politica economica all'Università di Pescara, Claudio Borghi, professore di mercati finanziari all'università cattolica del Sacro Cuore, e Antonio Maria Rinaldi, professore di corporate finance all'università di Pescara e di corporate & investment banking alla Link Campus University di Roma. Twittatori indefessi delle loro idee contro l'euro, o meglio contro questo modello di euro (come amano precisare), Bagnai, Borghi e Rinaldi sono un po' il tridente d'attacco italiano del movimento, con diversi agganci all'estero.

Le banche
Gli ultimi due, per esempio, lo scorso 25 gennaio sono stati invitati alla London School of economics a un convegno dal titolo più che eloquente: "Le origini della crisi, i tratti Ue, il Fiscal Compact, il Mes. Come uscire dalla moneta unica". Ad ascoltarli a Londra, seduto nelle prime file, c'era anche Antonio Guglielmi, grande capo di Mediobanca Securities, la controllata londinese di piazzetta Cuccia specializzata in intermediazione finanziaria. Quello di Mediobanca per il Manifesto degli anti-euro è un interesse che fa riflettere. Già il 24 settembre del 2013, in occasione della presentazione romana dell'iniziativa, Mediobanca inviò due top manager a prendere appunti, ovvero Daniele Bartoccioni e Andrea Carzana.

La politica
E che dire di quello che accadrà a Parigi, dal 18 al 20 febbraio prossimi? In quei tre giorni si svolgerà un convegno organizzato dall'Efd (Europe of freedom and democracy), formazione del parlamento europeo animata soprattutto da Nigel Farage. Si tratta del leader dell'Ukip, il partito euroscettico conservatore inglese. Ebbene, a Parigi interverrà Rinaldi in una sessione intitolata "C'è una vita dopo l'euro?"

Ma prenderanno la parola anche due economisti francesi eurocritici come Jean-Jacques Rosa e Philippe Murer. Insomma, c'è tanta carne al fuoco. E intorno agli animatori del Manifesto si sta coagulando un grande interesse economico e politico. In Italia a strizzare l'occhio sono soprattutto Forza Italia, Lega, M5S e Fratelli d'Italia. Da qui la domanda: i firmatari del Manifesto, vista l'estrazione di alcuni di loro e i contatti nel frattempo innescati, sono veramente indipendenti? E se sono indipendenti, fino a che punto riusciranno a rimanere tali? Loro giurano che si limitano a divulgare idee senza essere strumentalizzati. Si vedrà.

 

 

EURO CRACantonio guglielmiStefano Fassina Tommaso Cerno e Guido Crosetto MUSSARI MARCEGAGLIA MANSI NIGEL FARAGE UKIP

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO