LIBERTÀ DALLA STAMPA! - IN MOLTI A MONTECITORIO HANNO MASTICATO CONTROVOGLIA IL DDL SALVA-SALLUSTI: LE MANETTE PER I GIORNALISTI È UNA VECCHIA PERVERSIONE DEL POTERE – ON. ADORNATO SCULACCIA: “I GIORNALISTI NON FANNO NULLA PER FARSI AMARE” - MARCELLO DE ANGELIS DEPUTATO CHE DIRIGE IL “SECOLO D’ITALIA”: “ARRESTO PER CHI DIFFAMA. IN 25 ANNI NON HO MAI PRESO UNA QUERELA O UNA DENUNCIA” - E TE CREDO! BASTA NON DARE LE NOTIZIE CHE SCOTTANO…

Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"

A Montecitorio l'odio per i giornalisti ha tante sfumature, voci, facce. Perché è di odio che parla Enzo Carra, protagonista nel ‘93 di un celebre fotogramma di Tangentopoli: lui con le manette ai polsi al processo Enimont. Oggi è deputato dell'Udc e su un divano del Transatlantico dà una definizione quasi scientifica dell'odio che muove la politica contro la stampa: "Qui dentro sottobanco tutti vorrebbero il carcere per i giornalisti tale è l'odio. Un odio, sia chiaro, trasversale, bipartisan. Perché? L'odio è per lo strapotere dei giornalisti che riescono a sputtanarti e non pagano. Qui ognuno, a livello locale o nazionale, pensa di aver ricevuto un torto dalla stampa. O lui o qualche suo familiare".

Accanto a Carra, siede Ferdinando Adornato, altro centrista. È direttore del quotidiano Liberal: "La verità è che i giornalisti non fanno nulla per farsi amare". Come sempre, l'odio è il sentimento che nasce da un amore mancato. Di nuovo Carra: "Io sono giornalista e qui tutti hanno i giornalisti sulle scatole. Ma io non potrei stare sulle scatole a me stesso". Nessun riferimento alle sue vicende del passato. Anzi, parlando al plurale: "Negli ultimi 25 anni abbiamo riscattato un passato di cronache conformiste, da porto delle nebbie di carta".

Sono le quattro del pomeriggio. Alla buvette della Camera, si materializza un crocicchio da ancien régime berlusconiano: Gianni Letta, Paolo Bonaiuti, l'ex ministro Andrea Ronchi, il gigante Guido Crosetto. I primi tre sono giornalisti professionisti. È questo è un paradosso nel paradosso. Quello di un Paese che per salvare un direttore dal carcere fa una legge che punisce la stampa, così come fa un ddl anti-corruzione per salvare gli imputati eccellenti. E il secondo paradosso contenuto nel primo è che tanti deputati sono passati dalla redazione alla politica.

Letta, per esempio, ancora versa le quote e va a votare regolarmente alle elezioni per l'ordine dei giornalisti. Bonaiuti, eterno portavoce di B., allarga le braccia e scappa: "Che vuoi che ti dica, sono stato giornalista per tanti anni, non farmi parlare". Giornalisti contro giornalisti. Ronchi e Crosetto, invece, offrono altre due chiavi di lettura. Altre due sfumature dell'odio. Spiega l'ex ministro finiano, oggi moderato popolare del gruppo misto: "Questa legge nasce anche per rivalsa contro la mancata riforma sulle intercettazioni.

Diciamo la verità: quante conversazioni inutili, superflue sono state pubblicate in questi anni e che hanno fatto davvero male alle persone coinvolte?". Dalle intercettazioni agli ultimi scandali giudiziari. Crosetto si accende una sigaretta e riflette: "L'odio è impotenza". L'impotenza del potere. Continua: "Il Palazzo sconta l'impossibilità di rappresentare una realtà diversa da quella dei giornali".

L'esempio è incarnato da Franco Fiorito detto Francone, icona del grasso affare dei fondi regionali della regione Lazio: "Qui dentro mica siamo tutti Fiorito. Se voi per due settimane scrivete che la politica è solo Fiorito poi la gente ci insulta per strada. Così uno che non si sente Fiorito mostra insofferenza per la stampa, anche se poi la vendetta non serve a nulla. Basterebbe una cosa più semplice".

Quale? Conclude Crosetto: "Sui giornali non mettete solo Fiorito ma anche le cose buone. Tutta la realtà, non solo quella che scegliete voi. Ecco vediamo domani (oggi, ndr) cosa succede con Scajola e Finmeccanica, se voi giornalisti la pompate o no. Io sono stato sottosegretario alla Difesa e so tutto di Finmeccanica e garantisco che Scajola non sa un cazzo. Il rischio è di continuare a sputtanare un'azienda che fa lavorare 70 mila persone". Lo strapotere del quarto potere.

In fondo al tunnel buio dell'odio ci sono le manette. Il nuovo testo non le prevede più. In compenso c'è il ricatto dei soldi, con l'editore in redazione, pauroso di sborsare denari. Maurizio Paniz è un roseo volto della scuderia di deputati avvocati del Cavaliere. È per il carcere a oltranza. Niente garantismo per l'occasione: "Il bene della reputazione di una persona diffamata vale più di una mela".

Quanto prende chi ruba una mela? Risponde il solerte Paniz: "Da tre mesi a tre anni, dipende se esposta alla pubblica fede. Ma io non sono critico solo con i giornalisti che diffamano, ma anche con i colleghi che non fanno bene il proprio lavoro". Una consolazione. Marcello de Angelis è un altro deputato-giornalista. Dirige il Secolo d'Italia, organo del Pdl: "Io arresterei tutti i giornalisti che diffamano. In 25 anni non ho mai preso una querela o una denuncia. Oggi il giornalismo è una clava per demolire".

L'ex tesoriere ds Ugo Sposetti disse che il Fatto è "un giornale tecnicamente fascista", ma avverte: "Questo non vuol dire che odio la stampa. Non mi metta nell'elenco. Quando il giornalismo non è più informazione o inchiesta diventa imposizione di un punto di vista, come fate voi. E io invoco la libertà di lettura, tutto qui". L'ultima sfumatura è di Ricky Levi, ex portavoce di Prodi premier: "Il tentativo di tagliare le unghie ai giornalisti è volontà di una precisa parte politica". Berlusconiana, per la precisione.

 

 

FERDINANDO ADORNATO ENZO CARRA ANDREA RONCHI Guido Crosetto MAURIZIO PANIZ Ugo Sposetti

Ultimi Dagoreport

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...