berdini raggi

“FAMO LO STADIO DELLA ROMA MA NON A TOR DI VALLE” - ECCO LA DELIBERA DI EX GRILLINI, SINISTRA E COMITATI SU TOR DI VALLE - L'EX ASSESSORE BERDINI PUNTA L'INDICE CONTRO LA RELAZIONE DEL POLITECNICO E MINACCIA DI ANDARE IN PROCURA – LA RAGGI: “BIZZARRO PERCHÉ È STATO PROPRIO BERDINI AD APRIRE QUESTA PROCEDURA CHIEDENDO LA CONVOCAZIONE DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI" – L’ASSESSORE MONTUORI: “LA PRIMA PIETRA DEL NUOVO STADIO NEL 2019”

Fabio Grilli per www.romatoday.it

 

berdini.

"Famo lo stadio...ma non a Tor di Valle". Non è solo lo slogan della conferenza stampa organizzata nella sala piccola della Protomoteca. E' una sorta di mantra che comitati, associazioni, ex grillini ed esponenti della sinistra in Campidoglio ripetono da tempo. Dopo la lettura della relazione rilasciata dal Politecnico di Torino, con maggior convinzione.

 

Berdini, il Politecnico e le vie legali

"La relazione che è stata consegnata contiene un errore catastrofico per i cementificatori di Tor di Valle e ci permetterà di fare una festa per buttare a mare per sempre questa follia" ha commentato l'ex assessore capitolino Paolo Berdini. L'urbanista ha puntato il dito contro la frequenza con cui, nel piano, è indicato il passaggio dei treni. "Hanno variato il progetto, che non ha avuto nessuna validazione istituzionale. E' una cosa gravissima" ha sottolineato Berdini che, ricordando il consiglio straordinario sullo stadio atteso per il 21 febbraio, ha gettato il guanto di sfida. "Se giovedì passa qualche scellerata approvazione del piano, vado in magistratura".

ROMA STADIO TOR DI VALLE

 

No a Tor di Valle

Non meno determinati sono apparsi i tanti relatori presenti alla conferenza stampa. Sono talmente persuasi dell'idea che il progetto dello stadio a Tor di Valle sia una mera speculazione, che sono pronti a chiedere una delibera per annullare la dichiarazione di pubblico interesse.  D'altra parte, come ricordato con dei cartelloni, in campagna elettorale anche Raggi se ne era dichiarata convinta. "Se vinciamo  - aveva affermato la Sindaca nel 2016  - ritiriamo la delibera sulla pubblica utilità. Lo stadio della Roma si farà da un'altra parte, a Tor di Valle c'è una speculazione edilizia e non ci sono le condizioni".  Esattamente quanto torna a chiedere il fronte del no. Anzi, per dirla con le parole dei relatori, del "sì ma non a Tor di Valle".

 

Le ragioni del no

PAOLO BERDINI

Le ragioni della contrarietà sono state riportate da tutti i presenti. Italia Nostra, si è dichiarata "favorevole culturalemente alla realizzazione di uno stadio", perchè in tal modo "si salva il Foro Italico". Quindi sì ad uno stadio, a condizione che sia fatto come nel resto d'Europa, "nel mezzo di quartieri", come occasione di rilancio urbanistico. Il presidente di Confesercenti Valter Giammaria ha invece sottolineato che l'aver previsto, oltre all'impianto sportivo, l'ennesimo centro commerciale "da oltre 100 negozi", costituisce una minaccia per le piccole e medie imprese e per il commercio di vicinato. Un problema per le attività economiche di prossimità che finiscono per il calare le saracinesche lasciando le strade dei quartieri buie e vuote, con ricadute anche sul piano della sicurezza sociale.

 

Le ragioni della contrarietà al progetto di Tor di Valle sono state espresse anche dal "tavolo della libera urbanistica". Si tratta di un gruppo di professionisti, alcuni dei quali ex grillini, che hanno elaborato un articolato dossier per spiegare quello che a loro dire rappresenta "il peccato originario" del progetto. E che andrebbe ricercato facendo bene i conti anche su quanto, ad esempio,  sono state valutate le opere pubbliche.

BERDINI NUOVO STADIO ROMA

 

La delibera contro la dichiarazione di pubblico interesse

Fortemente contrari all'intervento a Tor di Valle, ancora una volta si sono mostrati l'ex grillina Cristina Grancio, ora passata con DemA, ed il capogruppo di Sinistra per Roma Stefano Fassina. Insieme hanno presentato una delibera di iniziativa consiliare per chiedere "l'annullamento in autotutela della dichiarazione di pubblico interesse" concessa prima nel 2014, durante l'amministrazione di Marino, e poi nel 2017, con i pentastellati al governo cittadino.

 

Sono almeno tre i motivi per cui, Grancio e Fassina, chiedono ai colleghi di maggioranza ed opposizione di rinunciare a riconoscere pubblico interesse. Il primo riguarda l'aspetto della mobilità. La situazione catastrofica che era stata annunciata nella bozza del Politecnico di Torino "può essere scongiurare – ha ricordato Fassina – solo a fonrte di costosissime opere pubbliche, a carico della fiscalità generale, per realizzare le quali ci vorrebbero degli anni".

 

Ed invece nella relazione professor Della Chiara, si auspica siano terminate prima di avviare i lavori per lo stadio. In ogni caso si tratta di opere, per lo più previste nel PUMS, che sono a carico del contribuente. "E' l'ennesima imposizione di interessi privati su quelli pubblici" ha ricordato Fassina che, con Grancio, in occasione del Consiglio Straordinario sullo stadio previsto per giovedì 21 febbraio, presenterà anche un ordine del giorno per espimere anche una "contrarietà politica" all'operazione di Tor di valle.

PAOLO BERDINI

 

Trasparenza e rischio idrogeologico

Ci sono poi altre ragioni per cui sarà chiesto, in autotutela, di ritirare le dichiarazioni di pubblico interesse. L'ex pentastellata Grancio, uscita dalla maggioranza capitolina proprio per le sue perplessità sul progetto di Tor di Valle, ha ricordato la segretezza del parere rilasciato dall'avvocatura capitolina ed i no comment della Giunta alle interrogazioni presentate con il collega Fassina. E poi c'è la questione del rischio idrogeologico: le aree interessate dal progetto sono, da Piano Regolatore, R3 ed in parte anche R4. Invece "la discipilina attuativa – si legge nella delibera firmata da Grancio e Fassina – non consete l'edificazione attorno all'impianto sportivo di manufatti che possano costituire ostacolo al libero deflusso delle acque, quali centri commerciali, direzionali, turistico ricettivi". A meno che prima l'area non sia declassata a rischio idrogeologico R2.

virginia raggi (3)

 

Il braccio di ferro

Per tutte queste ragioni, sarà chiesto di ritirare le delibere sulla pubblica utilità. Significherebbe far ripartire il progetto dello stadio, ma su un'area diversa da Tor di Valle "Ad esempio alla Romanina oppure ad Osteria del Curato – ha ricordato Italia Nostra – non distante da un capolinea di una metropolitana già esistente, quella della linea A". La Sindaca però ha dichiarato, meno di dieci giorni fa, che lo stadio si farà ed i lavori inizieranno entro il 2019. Il braccio di ferro continua. Prossimo appuntamento in Aula Consiliare.

 

 

 

RAGGI

Da www.ilromanista.it

 

PAOLO BERDINI

Virginia Raggi, sindaca di Roma, ha parlato con i giornalisti al termine della conferenza stampa di presentazione della Maratona di Roma promossa da Acea. Dopo che in mattinata aveva già parlato dello stadiol'assessore allo sport Frongia, queste sono state le parole della prima cittadina sullo Stadio della Roma: "Prima di tutto vi dico che domani ci sarà il consiglio straordinario sullo stadio. Berdini in Procura per lo Stadio? E' bizzarro, perché è stato proprio lui ad aprire questa procedura chiedendo la convocazione della Conferenza dei Servizi". 

 

virginia raggi (4)STADIO ROMA TOR DI VALLE

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…