giuseppe conte matteo renzi

COSA FARA’ RENZI? STACCHERA’ LA SPINA A CONTE? ALLE 22 L’EX ROTTAMATORE CONVOCA I GRUPPI PARLAMENTARI DI ITALIA VIVA SU ZOOM. “ANCHE OGGI I GIORNALI SONO PIENI DI RICOSTRUZIONI E CHIACCHIERICCIO...STASERA PARLIAMO DELLA SITUAZIONE POLITICA” - PER I RENZIANI IL GOVERNO IN CARICA È SEPOLTO. MA COME SPIEGHERA’ AI SUOI CHE IN CASO DI CRISI NON E’ ESCLUSO NEANCHE IL RITORNO ALLE URNE? AL MOMENTO LO SCENARIO PIU’ PROBABILE RESTO QUELLO…

renzi conte

Da adnkronos.com

L'appuntamento è per le 22 di questa sera, sulla piattaforma Zoom. Matteo Renzi riunirà in videoconferenza i gruppi parlamentari di Italia Viva di Camera e Senato per fare il punto della situazione politica. Lo riferiscono fonti parlamentari di Italia Viva.

 

Anche stamane i giornali sono pieni di ricostruzioni e chiacchiericcio... Vediamoci stasera via Zoom per parlare della situazione politica. Questo il messaggio sulla chat interna con cui Renzi avrebbe 'convocato' in videoconferenza i suoi gruppi parlamentari.

 

 

LA GIOSTRA STA PER RIPARTIRE.

Fausto Carioti per liberoquotidiano.it

 

La giostra sta per ripartire. Le consultazioni sul Colle, Sergio Mattarella alla ricerca della personalità giusta cui affidare l'incarico di fare un nuovo governo, lo spettro (la speranza, per molti) di nuove elezioni. Incurante dei segnali del capo dello Stato, preoccupato dall'apertura di una crisi mentre salgono i contagi, Matteo Renzi ha deciso di staccare la spina a Giuseppe Conte.

renzi mejo dello sciamano di washington

 

Lo ha annunciato alle sue truppe: «Entro lunedì lo mandiamo via». Già ci siamo, a dire il vero. Per questo ha spedito avanti Teresa Bellanova, la pretoriana delle missioni più dure. Tante volte, nelle riunioni di palazzo Chigi, il ministro per le Politiche agricole ha alzato la voce col capo del governo, senza alcuna riverenza gerarchica. Prima del vertice di ieri pomeriggio, sempre lei ha gettato la bomba: «Il premier dovrebbe prendere atto che questa esperienza è al capolinea e dire se siamo in grado tutti di ripartire».

 

In realtà, per i renziani il governo in carica è sepolto. Quando parlano di «ripartire» si riferiscono a un Conte 3, retto dalla stessa coalizione, ma con una squadra assai diversa da quella attuale, o di un esecutivo di tutt' altro genere, guidato da una figura istituzionale, al momento ignota, e sostenuto da una maggioranza più ampia, che però ancora non c'è. «Io», ha detto Renzi ieri sera davanti alle telecamere di Rete 4, «vorrei un governo, Conte o non Conte, che dia agli italiani il senso dell'urgenza di fare le cose. Questo governo a me sembra fermo. Non basta essere contro Salvini».

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY

 

Per compiere l'omicidio, Renzi vuole usare il Mes, il fondo salva-Stati europeo, che mette a disposizione dell'Italia 36 miliardi di euro, da spendere per la sanità. L'accettazione di questo prestito è la sua "conditio sine qua non" per andare avanti col Conte 2. È l'arma perfetta, il senatore di Rignano l'ha scelta con cura: il premier non può sottoscrivere l'adesione al Mes, perché se lo fa i Cinque Stelle esplodono e il governo cade comunque.

 

Risultato garantito. Intanto Nicola Zingaretti chiede a Conte di prendere «un'iniziativa per arrivare a una proposta di patto di legislatura», interpretando così il fastidio crescente che anche molti del Pd nutrono nei confronti del capo del governo e del suo immobilismo. Del resto, se Renzi è potuto arrivare con l'avviso di sfratto sotto al portone di palazzo Chigi, è anche perché nessuno dei democratici gli ha sbarrato la strada. E pure questo significa qualcosa.

 

GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

«NO AL CDM»

Il presidente del Consiglio vorrebbe invece prendere altro tempo, per provare a imbrigliare l'avversario. Al vertice di maggioranza, convocato ieri per esaminare l'ennesima bozza del piano nazionale sui soldi del Recovery Fund, Conte intende far seguire un consiglio dei ministri. La riunione di ieri, però, era fallita ancora prima di cominciare. «Un giudizio compiuto potremo darlo solo quando ci sarà un testo finale», ha sentenziato Maria Elena Boschi al termine dell'incontro. «È possibile avere un benedetto testo su cui dire sì o no? Abbiamo avuto solo una sintesi di tredici pagine...», si è lamentato Renzi. Il quale ha già detto alle sue ministre, Bellanova ed Elena Bonetti, che, se Conte convocherà il consiglio dei ministri, loro due nemmeno si presenteranno: ci si può dimettere anche da casa, con un tweet. I due avversari, peraltro, non si parlano da tempo: l'ex sindaco delega l'incombenza proprio alla Boschi, unica tra i renziani ad avere tuttora un rapporto decente col presidente del consiglio.

conte renzi

 

I RESPONSABILI

In vista dell'affondo finale, quelli di Italia viva hanno sondato tutti i possibili "responsabili" del centrodestra, gli inquieti parlamentari centristi e berlusconiani, inclusi nomi di un certo peso come Mara Carfagna. «Se leviamo la fiducia a Conte», hanno chiesto, «non è che poi arrivate voi al nostro posto?». Da tutti, o quasi, hanno avuto la garanzia che questo aiuto non ci sarà. E appena la notizia è giunta a Renzi, la solita Bellanova ha provveduto a umiliare Conte: «Sappiamo che c'è il tentativo di campagna acquisti in corso, ma purtroppo al premier non sta andando bene...».

renzi conte

 

In ogni caso, Renzi giura di non essere preoccupato dalla eventualità che Conte riesca a mettere in piedi una maggioranza raccogliticcia. «Se cade abbiamo vinto noi, se trova i numeri senza di noi iniziamo a fargli guerra dall'opposizione e abbiamo vinto lo stesso», ripete ai suoi. Proposito ribadito pubblicamente in serata: «Se devo stare in maggioranza per non fare niente, preferisco andare all'opposizione». L'importante è che non si vada a votare. È proprio questo il tassello che manca nel mosaico di Renzi. Un buco che preoccupa non pochi dei suoi 48 parlamentari: cosa succede se Conte cade? Siamo sicuri che si trova una maggioranza disposta a sorreggere un altro premier, in modo da evitare il voto anticipato, dal quale Italia viva uscirebbe massacrata?

 

maria elena boschi matteo renzi

Renzi non ha certezze, eppure ostenta tranquillità, ripete che non si andrà a votare e che una soluzione verrà comunque fuori. La più probabile resta quella di un governo Conte 3, specie se il premier eviterà lo scontro finale in parlamento e salirà al Quirinale per dimettersi "spontaneamente". È la prospettiva con cui il fiorentino vuole convincere l'altro a mollare: dimettiti, che poi ritorni... Sarebbe un governo Conte-Renzi, inevitabilmente. Una volta iniziate le danze, però, usciranno ipotesi di altre maggioranze e altri nomi, a partire da Mario Draghi e Marta Cartabia. Se Renzi non frena all'ultimo istante ci sarà una crisi al buio, della quale oggi nessun esito può essere escluso. 

RENZI CONTEMATTEO RENZI GIUSEPPE CONTEMATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME BUGO E MORGANMATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

 

conte renzi

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…