UN FARO IN FACCIA A PROFUMO - LA CONSOB MONITORA LE SPECULAZIONI SU MPS, MENTRE IL TITOLO RICOMINCIA A SALIRE PER IL 4° GIORNO (+800 MILIONI DI CAPIALIZZAZIONE IN TRE SEDUTE DI BORSA) - SOLO CHE QUELLE AZIONI FINIRANNO PRESTO IN MANO ALLO STATO, QUANDO LA BANCA IN FORTE PERDITA NON POTRà RIMBORSARE I MONTI-BOND CON CUI SI è RIASSESTATA. AL TESORO ANDRà TRA IL 3 E IL 7% DEL MONTE - MANCINI PERDE QUOTE E POTERE MA NON MOLLA LA POLTRONA DELLA FONDAZIONE…

1- MPS: PROVINCIA SIENA, AUSPICABILE INTESA TRA BANCA E SINDACATI
(ASCA) -
Nel confronto in corso tra banca Mps e sindacati sul taglio dei costi del personale e' auspicabile il raggiungimento di una ''intesa''. Lo ha detto Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena, che nomina 5 membri su 16 della Deputazione generale della Fondazione Mps. Ieri sera Bezzini ha partecipato a un dibattito con il presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini e con il presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi nell'ambito della festa del Pd senese.

Bezzini, nel suo intervento, ha sottolineato che la ''priorita''' per la banca e' il ritorno alla ''redditivita''', senza la quale non sara' possibile tutelare l'occupazione e garantire la prospettiva dell'''indipendenza strategica'' dell'istituto. Dunque nell'ambito del confronto tra azienda e sindacati e' necessario ricercare gli ''equilibri'' che contemperino la ricerca della redditivita' con la massima ''sostenibilita' sociale'' possibile attraverso una ''intesa'' tra management e sindacati. A proposito del Monte, Bezzini ha anche ribadito una ''autocritica'' come amministratore perche' nel momento in cui si intravedevano i primi segnali della crisi, ha detto, ''forse siamo stati un po' seduti, non abbiamo avuto il cambio di passo necessario''.

2- MPS IN RIALZO DOPO MANCINI SU DIVERSIFICAZIONE ASSET FONDAZIONE
(ASCA) -
Si raffreddano i realizzi sul titolo Mps. Dopo un avvio in rosso con una flessione fino a 2 punti percentuali frutto di fisiologiche prese di beneficio, il titolo Mps torna a salire con un spunto di +0,80%. L'inversione di tendenza favorita dalle parole del presidente delal Fondazione Mps, Gabriello Mancini, che ieri, nel corso di un dibattito alla festa provinciale del Pd senese, ha detto che ''la prospettiva di una diversificazione del patrimonio della Fondazione Mps (circa il 90% e' concentrato sulla banca,ndr) non e' lontana'', confermando lo scenario prefigurato, in una recente intervista, dallo stesso presidente della banca, Alessandro Profumo.

Del resto la Fondazione non e' stata sorpresa dalle parole di Profumo: una ulteriore diluizione e' scontata visto che il nuovo piano industriale del Monte prevede un aumento di capitale da 1 miliardo, entro il 2015, non riservato ai soci. La dimensione della diluizione dipendera' dal valore del titolo al momento dell'operazione e dal conseguente numero di azioni di nuova emissione. Al momento, la Fondazione senese ha il 36,3% di Mps, solo il 2,8% libero da pegno e quindi vendibile non appena non appena le condizioni di mercato di saranno favorevoli: una azione Mps vale 0,2455 euro, la Fondazione ha in carico i titoli della banca a circa 0,36 euro.

A questi livelli, in caso di vendita del 2,8%, l'ente dovrebbe sopportare una perdita intorno a 38-40 milioni di euro. Discorso diverso per il restante 33,5% delle azioni Mps in mano all'ente senese ed oggetto di pegno da parte della banche creditici che vantano una esposizione verso Palazzo Sansedoni di circa 350 milioni di euro. Non a caso Mancini ha sottolineato come la diversificazione ''non puo' essere fatta a brevissima scadenza perche' a oggi diversificheremmo il debito''. Nel corso del dibattito il numero di Palazzo Sansedoni ha ribadito l'appoggio al piano industriale della banca e la sua intenzione di portare a termine il mandato (in scadenza del 2013).


3- FARO CONSOB SUL BALZO DEL TITOLO MPS IN TRE SEDUTE SCAMBIATO IL 10,7%
Luca Pagni per "la Repubblica"

Scambi vorticosi di azioni, ben al di sopra delle medie giornaliere. Un balzo delle azioni del 33 per cento in tre sedute. Una crescita della capitalizzazione di oltre 800 milioni. E, sullo sfondo, la possibilità dell'ingresso di nuovi soci, a cominciare dal ministero del Tesoro.

Ce n'è abbastanza per fare del Monte dei Paschi il titolo più seguito dagli operatori di Piazza Affari. E, inevitabilmente, anche dalla Consob: la commissione di controllo dei mercati finanziari non poteva esimersi da attivare il monitoraggio tecnico sul titolo per capire se "mani forti" abbiano deciso di muovere sul titolo della banca senese, ma senza farne comunicazione a tutti gli investitori. Del resto, in tre sedute è passato di mano il 10,7% dei titoli: dopo il balzo del 17,5% di venerdì, le azioni hanno guadagnato il 5% lunedì e il 7,2% per cento ieri, con 370 milioni di pezzi scambiati contro una media di 122 milioni.

A spiegare la corsa del titolo, a sentire gli addetti ai lavori, non c'è solo un motivo. Lo strappo al rialzo iniziato giovedì da 0,18 per arrivare agli 0,24 euro della chiusura di ieri ha più di un motivo. A cominciare dal fatto che Mps è uno dei titoli che più hanno perso in Borsa nell'ultimo periodo. Nel febbraio scorso, al massimo del 2012, le azioni valevano 0,42 euro (anni luce rispetto al top raggiunto prima del fallimento della Lehman Brothers a 3,5 euro). Con il rimbalzo dei mercati europei - spiegano nelle sale operative - sono state chiuse molto scommesse al ribasso e Mps tra queste.

In realtà, la molla determinante è stata l'intervista rilasciata a una tv locale dal neo presidente del Monte, Alessandro Profumo nel giorno del Palio dell'Assunta. Il banchiere che ha guidato per più di un decennio Unicredit, ha detto con forza quello che il mercato si aspetta da anni: la Fondazione Monte dei Paschi, che detiene il pacchetto di maggioranza dell'istituto con il 37,57% delle azioni, dovrà scendere di quota.

Tanto è bastato per far tornare gli investitori, che nelle parole di Profumo hanno letto il via a un progetto che ridimensioni non poco il ruolo della Fondazione. Ipotesi cui si sono aggiunti alcuni report di banche d'affari che hanno ricordato come le perdite attese da Mps con la semestrale (che verrà presentata a fine agosto) potrebbero aggirarsi sul miliardo di euro. Questo in seguito alla svalutazione dell'avviamento di Antonveneta, la banca acquisita pochi mesi prima dello scoppio della crisi finanziaria, pagata 4,3 miliardi, poi iscritta a bilancio per 2,2 miliardi a fine 2011.

Ma con una nuova svalutazione, Mps andrebbe in rosso. E non potrebbe distribuire dividendi. Quindi, non avrebbe i soldi per pagare la cedola dei Monti-bond, le obbligazioni da 3,4 miliardi con cui il Monte si è rimesso in sesto patrimonialmente. Ma non pagando la cedola scatterebbe la clausola per cui il Tesoro può farsi pagare in azioni. Per gli analisti, questo significa che in due anni, lo Stato potrebbe avere tra il 3 e il 7% della banca. Azioni, alla lunga, destinate a finire sul mercato. Ipotesi di lungo periodo, s'intende, ma che in questi giorni al mercato è piaciuta molto.

 

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