niel renzi costamagna bollore

IL RITORNO DELLO STATO IMPICCIONE – XAVIER NIEL HA INCONTRATO PITTIBIMBO E IL VECCHIO AMICO COSTAMAGNA PER ORGANIZZARE LA CONTROFFENSIVA SU TELECOM – NIEL POTREBBE CONVINCERE BOLLORÈ A VENDERE LA SUA QUOTA E POI APRIREBBE LE PORTE ALLA CDP E ALLA FUSIONE CON METROWEB

Stefano Feltri e Giorgio Meletti per il “Fatto Quotidiano

 

matteo renzimatteo renzi

DOPO ANNI di giri di valzer e polemiche su un possibile intervento della Cassa Depositi e Prestiti nell' azionariato di Telecom, Renzi sembra aver trovato l' uomo giusto in Xavier Niel, l' imprenditore francese che a fine ottobre ha comprato opzioni per un pacchetto di azioni del colosso italiano fino al 15 per cento. Niel è stato a Roma nei giorni scorsi e ha parlato con Renzi e con un vecchio amico, il presidente di Cdp Claudio Costamagna, reduce da un lungo periodo in Goldman Sachs, durante il quale la banca d' affari ha finanziato la crescita imprenditoriale del gruppo Iliad.


Lo scenario è complesso e anche un po' caotico in vista dell' assemblea degli azionisti Telecom che il 15 dicembre dovrà approvare la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. La mossa è stata decisa dal presidente Giuseppe Recchi lunedì 2 novembre scorso, all' indomani delle notizie sul rastrellamento di opzioni di Niel, e approvata dal cda il 5 novembre. È una tipica mossa anti -scalata: aumenta il monte delle azioni con diritto di voto e diluisce i pacchetti già accumulati.

 

NIEL HOLLANDE HIDALGONIEL HOLLANDE HIDALGO

Il primo azionista, la francese Vivendi guidata da Vincent Bolloré, vedrà calare la sua quota dal 20 al 13 per cento, mentre Niel sarà diluito dal 15 al 10 per cento. L' operazione può essere letta in due modi. Il primo è quello di un favore a Bolloré contro Niel: Vivendi è più liquida e può arrotondare la sua quota, distanziando Iliad, fino al 25 per cento, tetto oltre il quale scatta l' obbligo di Opa, l' offerta di acquisto sul 100 per cento delle azioni. La seconda lettura è questa.

 

NIELNIEL

Dopo la conversione, Bolloré potrebbe vendere a Niel le sue azioni con un bel guadagno su quanto le ha pagate pochi mesi fa: 500-600 milioni all' attuale prezzo di Borsa, fino al doppio se riesce a farsi pagare un premio di maggioranza. Un dettaglio dimostra in che direzione sta andando la vicenda: Sergio Erede, principe degli avvocati d' affari che assistette Roberto Colaninno nella scalata a Telecom del 1999, ha declinato già da tempo l' offerta di collaborazione del colosso telefonico per tenersi libero in vista di un incarico più interessante (vista la remunerazione potenziale): la consulenza al prossimo scalatore.


LO SCENARIO industriale, al di là delle chiacchiere di propaganda e disinformazione, è chiaro: non c'è nessuna reale sinergia tra la rete telefonica e i contenuti digitali che la attraversano; non c' è sinergia tra reti telefoniche di diversi Paesi. Infatti Bolloré si è trovato primo azionista di Telecom perché con quella moneta la spagnola Telefónica gli ha pagato la rete telefonica Gvt in Brasile, di cui Bolloré voleva disfarsi.

FRANCESCO MICHELI FRANCESCA COLOMBO CLAUDIO COSTAMAGNA INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO FRANCESCO MICHELI FRANCESCA COLOMBO CLAUDIO COSTAMAGNA INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO giuseppe recchi e maria pace odescalchigiuseppe recchi e maria pace odescalchi


Nessuno dei cosiddetti Over the Top (i vari Google, Facebook, Netflix) che fanno soldi veri sulla Rete cercano di verticalizzarsi conquistando reti telefoniche: le usano, come un camionista usa le strade Anas.


Niel, innovativo imprenditore delle telecomunicazioni con velleità di rottamatore, potrebbe trovarsi con il controllo di Telecom Italia in mano, e potrebbe accettare di buon grado ciò che l' attuale vertice di Telecom ha sempre rifiutato, una fusione con Metroweb, la società per la banca larga che fa capo a Cdp.

 

L' operazione è inseguita da anni dalla Cassa presieduta da Costamagna: Metroweb è stata pagata molto e non è redditizia quanto il prezzo pagato vorrebbe. Annegarla dentro Telecom risolverebbe un problema. È in questaluce che va letta la tensione ormai evidente tra il presidente di Telecom Giuseppe Recchi e l' amministratore delegato Marco Patuano. Sono entrambi nel mirino dei nuovi azionisti, ma Patuano sta cercando di proporsi per il nuovo regime segnalando la sua distanza da Recchi e dal resto del consiglio, ostili all' operazione Metroweb.

MARCO PATUANOMARCO PATUANO


ALL' ASSEMBLEA del 15 dicembre, Vivendi ha chiesto l' allargamento del consiglio con la nomina di quattro membri francesi, visto che finora Bolloré non ha nessun rappresentante diretto, a parte l' amico Tarek Ben Ammar. Le voci di questi giorni dicono che i fondi d' investimento, che sommano la maggioranza delle azioni, potrebbero bocciare le richieste di Bolloré. Una conseguenza potrebbe essere l' azzeramento del consiglio e la nomina di un organo tutto nuovo, espresso da Bolloré e Niel.

BOLLOREBOLLORE


Per la presidenza ha preso a circolare un nome a sorpresa, quello dell' ex amministratore delegato dell' Eni Paolo Scaroni. Sarebbe lui, dicono alcuni ben informati, a lavorare in queste settimane a un accordo tra Niel e Bolloré (anche attraverso un consigliere di quest' ultimo, Alain Minc, ex plenipotenziario in Francia di Carlo De Benedetti). L' intesa verte proprio su un assetto azionario che preveda la partecipazione di Cdp e quindi del governo italiano.

SCARONI BERLUSCONISCARONI BERLUSCONI


Il particolare interessante è che i principali attori della vicenda telefonica sono accomunati dall' antica amicizia con Luigi Bisignani, ex piduista e grande tessitore di ogni trama di potere della Prima, Seconda e Terza Repubblica: da sempre Bisignani sussurra consigli o ordini - a seconda dei casi - a Scaroni, a Costamagna, al consigliere ombra di Renzi per le telecomunicazioni Roberto Sambuco (che ci tiene però a negare sempre ogni rapporto), e anche a Tommaso Pompei, recentemente chiamato dall' Enel a dirigere la nuova società per la banda larga, anch' essa titolare di un ruolo chiave nei disegni telefonici di Renzi.

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?