CODICE ETICO? MEJO LA COTICA! - SU INPUT DI CONTE E SCHLEIN, CHE VOGLIONO TENERE BUONO DE LUCA, E NON METTERE A RISCHIO LA VITTORIA IN CAMPANIA, IL CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA ROBERTO FICO ALLENTA LE MAGLIE DEL CODICE ETICO – LE LISTE NON SONO POI COSÌ DIVERSE DA QUELLE CHE AVREBBE POTUTO COMPILARE VINCENZO DE LUCA IN PERSONA, TRA CAMPIONI DI PREFERENZE, DEMOCRISTIANI DI LUNGO CORSO, FIGLI D'ARTE E PRESUNTI IMPRESENTABILI. TRA I RENZIANI VA SEGNALATO ANCHE ARMANDO CESARO, FIGLIO DI LUIGI DETTO "GIGGINO'A PURPETTA". VECCHIO CUORE BERLUSCONIANO, IN PASSATO ATTACCATO DURAMENTE DALLO STESSO FICO – DAGOREPORT
Niccolò Carratelli per “la Stampa” - Estratti
Il «rinnovamento» di Roberto Fico in Campania non comincia dalle liste elettorali della coalizione di centrosinistra. Saranno depositate entro sabato mattina, in vista del voto per le Regionali del 23 e 24 novembre. E non sono poi così diverse da quelle che avrebbe potuto compilare Vincenzo De Luca in persona, tanti sono i suoi uomini sparpagliati qua e là.
Campioni di preferenze, democristiani di lungo corso, figli d'arte e presunti impresentabili. Il codice etico annunciato dal candidato presidente del Movimento 5 stelle, infatti, si rivela a maglie piuttosto larghe o, per dirla con un esponente del Pd campano, «non esiste».
L'averlo sventolato ha sortito, sì, l'effetto di accompagnare all'uscita alcuni pesi massimi del potere deluchiano, passati a Forza Italia. Due nomi su tutti: l'influente ex assessore all'Agricoltura, Nicola Caputo, e il consigliere regionale uscente Giovanni Zannini, indagato per corruzione e falso per alcuni presunti favori a imprenditori caseari.
Altri fedelissimi del presidente, però, saranno candidate nelle liste che sostengono la corsa di Fico, smistati tra partiti e civiche. Quella costruita dal governatore uscente, denominata "A testa alta" (è stato tolto il nome De Luca dal simbolo), è una perfetta macchina da guerra elettorale, con diversi consiglieri uscenti ben radicati sul territorio.
LA STANZA DEL FICO - VIGNETTA BY CARLI - IL GIORNALONE LA STAMPA
A cominciare da Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale, cacciato dal Pd dopo lo scandalo delle "tessere gonfiate" e il commissariamento del partito a Caserta.
Poi Carmine Mocerino, capogruppo dei deluchiani in Regione, finito a processo per voto di scambio. E Luca Cascone, plenipotenziario di De Luca sui trasporti, che sarà capolista a Salerno: da anni al centro di vicende giudiziarie, è indagato anche nell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex presidente della provincia Franco Alfieri, per turbativa d'asta e appalti pilotati su strade e superstrade.
Ma i deluchiani sono ovunque, anche nella lista del Pd.
Franco Picarone, ad esempio, è stato assessore dello sceriffo a Salerno, da sempre uno dei suoi fedelissimi, ora ricandidato, seppur indagato nella grande inchiesta sulle gare d'appalto nella sanità campana, in particolare alla Asl Napoli 1.
ROBERTO FICO CON PIERO DE LUCA
Poi c'è la lista di Casa Riformista, messa su da Matteo Renzi, dove c'è un altro deluchiano doc come Enzo Alaia.
Presidente uscente della commissione Sanità regionale, è coinvolto in un'inchiesta su presunti casi di corruzione e irregolarità nei concorsi pubblici all'Asl di Salerno.
Ma tra i renziani va segnalato anche un "figlio di" dal cognome pesante: Armando Cesaro, figlio di Luigi, per gli amici "Giggino'a purpetta". Vecchio cuore berlusconiano, in passato attaccato duramente dallo stesso Fico: durante la campagna elettorale del 2018 aveva ricordato che «con i Cesaro c'è la probabilità di voto di scambio politico-mafioso – l'anatema dell'allora grillino –. Sono persone che hanno fatto e faranno male al territori».
Parole pronunciate quando i Cesaro, padre e figlio, erano per l'appunto sotto processo per voto di scambio (poi assolti perché le intercettazioni in mano all'accusa sono state ritenute inutilizzabili). Ora quel video di Fico è tornato a circolare, visto che punta a essere eletto anche con i voti (non pochi) dei Cesaro.
La lista potrebbe continuare, con un paio di nomi anche nella lista del Psi, ma il succo è che Fico ha fatto una scelta precisa: turarsi il naso e prendersi i voti utili per vincere. E l'ha fatta anche si input di Giuseppe Conte ed Elly Schlein, che vogliono tenere buono De Luca e non mettere a rischio la vittoria. La speranza è che non siano troppi i loro elettori, soprattutto 5 stelle, che diserteranno le urne, delusi da questo cedimento sulle liste.
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