LA FIDUCIA BISOGNA SAPERSELA GUADAGNARE

1 - I CINQUE STELLE CHIUDONO: "NO ALL'ALLEANZA COL PD"
GRILLO: SE DANNO LA FIDUCIA, MI RITIRO DALLA POLITICA. ESCLUSO IL REFERENDUM

Francesca Schianchi per "La Stampa.it"

Nessun patto sulle presidenze delle Camere, «noi non facciamo accordi di questo tipo, proporremo e voteremo il nostro candidato ma non facciamo accordi per ottenere qualcosa in cambio di qualcos'altro». Meno che mai l'appoggio a un governo Pd: «Al presidente Napolitano chiederemo un governo del Movimento 5 Stelle». Al termine dell'incontro tra neo-eletti a Cinque stelle, ieri a Roma, il capogruppo al Senato Vito Crimi - il solo, con la collega della Camera Roberta Lombardi, titolato a parlare - chiude una volta di più al dialogo coi democratici.

Dopo due settimane di prove di corteggiamento e rifiuti sdegnati, oggi inizia una settimana decisiva. E il rapporto tra il Movimento di Grillo e Pd appare sempre più difficile. Venerdì 15 è in programma l'atteso debutto di questo nuovo, profondamente rinnovato Parlamento. E la prima incombenza è appunto l'elezione dei presidenti delle rispettive Camere. Oggi il Partito democratico riunisce i suoi eletti in centro a Roma, una riunione alla presenza del segretario Bersani in diretta streaming. «Nell'assemblea di oggi, Bersani spiegherà come ci muoveremo, esprimerà la volontà di discutere le presidenze delle Camere. Procederemo con forme di dialogo assolutamente trasparenti, ci rapporteremo con il M5S alla luce del sole», assicura il vicesegretario Enrico Letta.

Una trasparenza, parola d'ordine dei grillini, che non si direbbe però sufficiente per arrivare a un dialogo. Di «operazione trasparenza» parla anche Crimi, a inizio giornata, quando spiega a tutti gli internauti dalla sua pagina Facebook di aver ricevuto una telefonata da «un esponente di rilievo del Pd», per anticipargli «che lunedì terranno riunione congiunta dei gruppi da cui proporranno i loro nomi per le presidenze» per poi confrontarsi con gli altri gruppi. Ma per evitare che possa apparire come un post «di apertura», Crimi stesso specifica subito: «Normalissimo passaggio istituzionale, non un tentativo di inciucio e neanche un invio di pontieri».

In questi giorni, benché non siano stati investiti pontieri ufficiali, ci sono state figure impegnate a cercare contatti col mondo del Movimento. Dal governatore emiliano Vasco Errani, uomo vicinissimo al segretario, a Laura Puppato, oggi senatrice, che non fa mistero «dei contatti aperti, in via informale», forte di una stima certificata dal mondo grillino sei anni fa, quando, sindaco di Montebelluna, venne premiata come primo sindaco a 5 stelle proprio da Grillo. Ieri si è spinta a proporre di realizzare un blog condiviso tra parlamentari «stellati» e democratici, una piattaforma virtuale su cui confrontarsi, e un governo a tempo, da sottoporre a verifica dopo un anno.

Fuori dai partiti, continuano pressioni perché il Movimento del comico genovese e il Partito democratico riescano a trovare una forma di convivenza. Insiste don Andrea Gallo, il prete di strada di Genova, «ho detto a Beppe: fate una tregua da sei mesi a un anno, dando il tempo al Paese di maturare e di tirare su la testa». Don Gallo è tra i firmatari di un nuovo appello a far sì che «questa speranza di cambiamento non venga travolta da interessi di partito, calcoli di vertice, chiusure settarie, diffidenze, personalismi». Lo hanno sottoscritto da Roberto Saviano a Roberto Benigni a Jovanotti.

A questi richiami, Beppe Grillo ieri non ha risposto con anatemi sul blog: solo due righe su Twitter, in serata. Ma lapidarie: «Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l'Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica».


2 - FASSINA: "È UN DISPETTO AL PAESE, NE RISPONDERANNO AGLI ELETTORI"
"PENSANO CHE COSÌ ABBRACCEREMO IL PDL. SI SBAGLIANO"

Francesca Schianchi per "La Stampa.it"

«Il partito di Grillo deve ricordarsi che, con questa chiusura, non fa un dispetto al Pd o a Bersani. È un atto con conseguenze serie per il Paese. E si illudono se sperano che così noi possiamo abbracciare il Pdl e fare un governo con loro». Stefano Fassina, neodeputato Pd, responsabile economico del partito e uomo vicino al segretario, commenta a caldo le nuove dichiarazioni del capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi. Nessun accordo sulle presidenze delle Camere, ha scandito all'uscita da una riunione fra tutti gli eletti, nessun appoggio a un governo dei democratici.

Onorevole Fassina, niente da fare, chiusura su tutta la linea. E ora il Pd che fa?
«A noi non resta che andare avanti, con determinazione. Non avevamo mai pensato che fosse una strada semplice quella di raccogliere consensi intorno a un'ipotesi di cambiamento vero. Verificheremo in Parlamento come stanno le cose».

Stanno che non sostengono un vostro governo, a sentire Crimi...
«Il Pd ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato. La democrazia funziona così: non si tratta di fare un favore a Bersani, è un'indicazione che viene dalle urne quella che porta il Pd ad avanzare proposte concrete. Dopodiché il partito di Grillo si assumerà la responsabilità delle scelte che fa. Se vorrà solo cavalcare la protesta e non cercare risposte, ne risponderà agli elettori. Ma non credano che noi altrimenti ci rivolgiamo al Pdl».

Sono i vostri otto punti a non funzionare?
«Ma non hanno mai discusso i punti nel merito! L'Italia è in una grave emergenza economico-sociale: cosa ne dicono della proposta di pagare 50 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese? Cosa ne dicono di allentare il patto di stabilità per gli enti locali? Di rivedere profondamente l'Imu? Del finanziamento della cassa integrazione e la riforma degli ammortizzatori sociali che ne dicono?».

Anche sulle presidenze delle Camere dicono no a qualsiasi accordo...
«Ma la democrazia funziona così! Dalle urne è uscito un Parlamento tripolare, più un mezzo polo, al centro. La presidenza della Camera non appartiene a nessuno, svolge funzioni di garanzia: nei sistemi democratici si cercano soluzioni che diano massime garanzie per tutti. Ma se loro giocano al tanto peggio tanto meglio, alla fine saranno gli elettori a saper distinguere tra chi si limita a cavalcare la protesta e chi si incarica di scelte impegnative per il bene del Paese».

 

BERSANI E GRILLO GIANNELLI SU GRILLO E BERSANIbersani grillo STEFANO FASSINApuppato ROBERTO SAVIANO A QUELLO CHE NON HO jpegROBERTO BENIGNI DURANTE LO SPETTACOLO SULLA COSTITUZIONE

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO