A FILO DI SPATARO - IL PROCURATORE RISPEDISCE AL MITTENTE LE ACCUSE DELL’AGENTE CIA DE SOUSA SU ABU OMAR: NON FU ARRESTO, FU RAPIMENTO

Marco Bardazzi per "La Stampa.it"

«In questa storia, nessuno ha agito contro la propria volontà». Armando Spataro, il procuratore che a Milano ha guidato le indagini sulla «rendition» di Abu Omar, ha letto con attenzione l'intervista ieri a «La Stampa» di Sabrina De Sousa, uno degli ex agenti della Cia condannati per il sequestro. La linea difensiva della donna non lo sorprende, ma su molti punti ci tiene a evidenziare che non regge.

La De Sousa fa ricadere buona parte della responsabilità dell'operazione su Jeff Castelli, capostazione della Cia a Roma, e sulla sua voglia di far carriera con una rendition. Corrisponde alla vostra ricostruzione?
«Vorrei dire prima di tutto che ho letto con una certa meraviglia la definizione di "arresto" legata a quello che invece fu un vero e proprio rapimento illegale a scopo di tortura. Comunque, quanto De Sousa afferma sulla spinta decisiva di Castelli perché il sequestro di Abu Omar fosse compiuto, è totalmente aderente alla ricostruzione giudiziaria».

Molti personaggi coinvolti nella vicenda, nel racconto dell'ex agente, sembrano esservi stati trascinati contro la loro volontà: tra questi il capostazione a Milano, Robert Seldon Lady e l'allora capo del Sismi Nicolò Pollari. Ci crede?
«Non commento le singole posizioni di coloro che non sono stati condannati in via definitiva, come il generale Pollari, né commento le contraddizioni rilevabili tra le diverse dichiarazioni rilasciate da De Sousa sui suoi colloqui con Jeff Castelli. Quanto a Bob Lady e a coloro che sono stati oggetto di sentenze definitive, posso invece dire che tutti erano consapevoli del grave delitto in preparazione, e la circostanza che Lady abbia manifestato dubbi - evidentemente superati - sulla sua effettiva "utilità" non sminuisce le sue dirette responsabilità».

Anche il governo Berlusconi emerge come ignaro e poi contrario all'operazione. Dalle vostre indagini risulta?
«Non intendo rispondere a questa domanda. Faccio il pubblico ministero e non l'analista. Se avessimo avuto prove del coinvolgimento di qualsiasi governo avremmo promosso l'azione penale contro i responsabili identificati».

L'input politico negli Usa sembra arrivare dal direttore della Cia Tenet, poi da Condoleezza Rice che doveva parlarne a Bush. È credibile l'ipotesi di una Casa Bianca che decide di dare luce verde nonostante le resistenze del governo italiano?
«Il governo italiano ha affermato di non avere mai saputo alcunché del sequestro. La Rice ha affermato nel dicembre del 2005 che gli Usa non hanno mai violato la sovranità dei Paesi alleati. La domanda, dunque, riguarda i rapporti politici tra governi, ma io - lo ripeto - sono un pm e le mie ipotesi, non sorrette da elementi di prova, valgono zero. Dunque, le tengo per me».

Dice la De Sousa che la giustizia italiana li ha «perseguiti e condannati nonostante fossimo tutti coperti dall'immunità. L'Italia ha stabilito un precedente internazionale». Come risponde?
«Che la De Sousa evidentemente non conosce bene né la legislazione sulla immunità diplomatica, né quella italiana. Sarebbe meglio che leggesse almeno le sentenze, tra cui quella della Cassazione, che l'hanno condannata: vi si esclude che l'immunità diplomatica potesse coprire la sua condotta.

Vorrei aggiungere che l'Italia è l'unico Paese al mondo in cui sono stati condannati gli autori di uno di questi barbari sequestri seguiti da tortura, del tutto inutili per la lotta al terrorismo e fonte solo di proselitismo tra gli estremisti e di risentimento verso le nostre democrazie.

Il Consiglio d'Europa e il Parlamento Europeo, oltre che organizzazioni umanitarie e accademici di tutto il mondo, hanno mostrato alto apprezzamento per il rispetto dei diritti umani e l'efficacia investigativa dimostrati dall'Italia. Quell'indagine non è frutto di un errore ed è un precedente solo positivo di cui l'Italia dovrebbe essere fiera».

L'ex agente si interroga anche sul perché la grazia a Romano e non agli altri. È un dubbio legittimo?
«Il potere di grazia appartiene al Capo dello Stato le cui determinazioni vanno comunque rispettate, pur se molti accademici hanno palesato dubbi sulle motivazioni tecniche del provvedimento. Ma non nel senso auspicato dalla De Sousa».

Cosa ha saputo e cosa pensa dello strano arresto dei giorni scorsi di Seldon Lady a Panama?
«Ciò che la Digos di Milano mi ha comunicato non è diverso da ciò che ho letto sui giornali. Ha sorpreso la rapidità - poche ore - con cui Lady è stato restituito libero agli Stati Uniti, scelta cui il ministero degli Esteri italiano ha risposto con un laconico "Ne prendiamo atto". Ma dalla mancata estradizione di Cesare Battisti fino ad oggi, passando per altri casi, come quelli dei marò e della espulsione della Shalabayeva, il discorso da farsi sarebbe molto lungo».

Il Copasir sta valutando se rivedere le modalità del segreto di Stato e prevede di ascoltare anche lei. Cosa chiederebbe al Copasir e al governo Letta riguardo al segreto di Stato?
«Non ho ricevuto alcuna comunicazione, ma sarei onorato se il Copasir intendesse sentirmi, così come lo sono stato quando lo ha fatto il Consiglio d'Europa, a Tbilisi nel 2010, sullo stesso tema. Io, però, non ho nulla da chiedere al governo Letta e posso solo offrire riflessioni frutto della mia esperienza professionale.

In sintesi, le democrazie hanno il dovere di tutelare la propria sicurezza e quella dei propri cittadini: il problema, dunque, non è quello della esistenza o della definizione legislativa del segreto di Stato (condivisibile, a mio avviso, è quella prevista dalla Legge 124/07), ma quello - da un lato - della sua eventuale dilatazione per finalità non previste dalla legge e - dall'altro - dell'effettività del controllo politico su tale segreto affidato al Copasir: pare un po' anomalo, ad esempio, che l'organismo di controllo parlamentare che si è occupato del caso Abu Omar sia stato presieduto in successione dagli onorevoli Rutelli e D'Alema, già vicepresidenti nel Consiglio dei ministri presieduto da Prodi, che quel segreto aveva opposto e confermato all'autorità giudiziaria».

 

Armando SpataroABU OMAR ABU OMAR SABRINA DE SOUSA NELL UFFICIO DEL SUO AVVOCATO jpegSABRINA DE SOUSA NICOLO POLLARI ROBERT SELDON LADY Condoleezza RiceROMANO PRODI jpeg

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)