IL FONDO MONETARIO ALLE BANCHE ITALIANE: “OK, SIETE PROMOSSE. BASTA CHE ORA RICOMINCIATE A PRESTARE I SOLDI” - MANCANO ANCORA GLI STRESS TEST DELLA BCE - SENZA CREDITO, L’ITALIA NON RIPARTIRÀ MAI


1. ARRIVA LA PROMOZIONE FMI PER LE BANCHE ITALIANE
Da ‘La Repubblica'

Il Fondo Monetario Internazionale promuove le banche italiane. Dopo un approfondito esame sono risultate «ben preparate a fronteggiare una fase di bassa ripresa». Non solo: «Hanno fatto un buon lavoro nel rafforzare il capitale e nel fare gli accantonamenti».
Adesso «bisogna solo aspettare l'esito degli stress test», voluti dalla Bce, puntualizza Josè Vinals, l'autore del rapporto sulla stabilità finanziaria globale. Riforme ad hoc sono state predisposte anche per risolvere la crisi del Monte dei Paschi di Siena.

Nel documento, fitto di scenari e tabelle, c'è anche un dato globale che desta preoccupazione: sulle banche dei paesi euro più sotto stress pesano crediti deteriorati per ben 800 miliardi di euro. Rispetto al 2009 le sofferenze sono praticamente raddoppiate.

«Risanare i bilanci delle banche e risolvere il nodo dei crediti deteriorati è essenziale per far ripartire il flusso del credito nelle economie dell'area euro sotto stress» si legge nel testo. Perché è vero che la stabilità finanziaria migliora ovunque ma sicuramente «è presto per cantare vittoria», si cautela Vinals. Non è un fatto proprio consueto che le banche italiane passino l'esame degli esperti Fmi. Di fatto questo test lo superano anche le autorità di controllo nazionali che «hanno preso importanti misure» per rendere gli istituti più solidi

2. IL RETROSCENA
Elena Polidori per ‘La Repubblica'

Più credito per crescere. Il Fmi insiste molto su questo punto, convinto com'è che una ripresa dei flussi creditizi possa aiutare la rinascita. Per la prima volta, infatti, questi economisti elaborano una lunga analisi dedicata alle ripercussioni della stretta sull'economia dei principali paesi industrializzati dall'inizio della crisi ad oggi e dunque dal 2008 in avanti.

Con banche italiane solide questo è il succo - è meno problematico affrontare questa nuova fase congiunturale che, nelle intenzioni, dovrebbe portare alla svolta. Perché per crescere - è l'assunto di fondo del Fmi - non basta l'austerità, non conta solo il rigore nei conti, ma bisogna anche che il credito affluisca regolarmente a famiglie e imprese.

Gli studi e le simulazioni mirano proprio a quantificare questo specifico aspetto. E dunque, per cominciare, negli Usa e in Germania, per esempio, l'offerta di credito è già tornata ai livelli precrisi. In pratica, la contrazione è stata praticamente tutta riassorbita: non a caso queste due nazioni fanno oggi da "locomotiva". Al contrario, paesi come Francia, Irlanda, Italia e Spagna, sono ancora lontani dai livelli di prima del 2008.

In Italia, in particolare, l'andamento dell'offerta di credito si è contratto meno rispetto ai grandi partner Ue grazie al fatto che le banche erano poco esposte ai titoli tossici. In pratica, il loro essere state per anni e anni una "foresta pietrificata", secondo l'antica definizione di Giuliano Amato, le ha in qualche maniera messe al riparo.

Alla fine del 2011 però, quando l'Italia di Berlusconi era stata messa sotto osservazione dal Fmi e dalla Ue, la speculazione impazzava e il paese e doveva fare i conti con i rendimenti dei titoli di stato saliti bruscamente e con un Pil che si era contratto in maniera profonda, le condizioni del credito sono peggiorate.

Solo più tardi, grazie alla ripresa e ai provvedimenti presi dai governi seguenti - Monti prima, Letta poi - la situazione si è piano piano stabilizzata. Ora, con Renzi e il suo Documento economico e finanziario che ottiene un primo sì dal Fondo («va nella giusta direzione», questo il commento a caldo raccolto a Washington), potrebbe migliorare ancora. Di sicuro, secondo questi studi, un ritorno dell'offerta di credito ai livelli pre-crisi potrebbe portare in Italia ad un massiccio aumento del Pil, anche "del 2% e oltre".


Nell'analisi del Fmi il miglioramento dei bilanci bancari e il superamento del problema-sofferenze può riaprire il flusso del credito nelle economie sotto stress dell'intera area euro. Da un'altra simulazione viene fuori che un aumento di 130 punti base nel rapporto relativo ai cuscinetti di protezione (capitale e riserve) delle banche potrebbe tradursi in Italia in un rialzo del credito di oltre il 5% entro quattro anni. In Spagna è prevista una crescita di quasi l'8% con un incremento di 170 punti base e in Francia del 5% con 30 punti base. Questa è dunque la strada per rilanciare il credito e renderlo disponibile per famiglie e imprese.

L'Europa tutta ha fatto già moltissimo per rafforzare il settore bancario ma "occorre fare di più". Vinals elenca: va completata l'unione bancaria. Bisogna accelerare la "pulizia" dei bilanci delle banche e risolvere la questione dei crediti incagliati. Il tutto, badando a non intaccare la fiducia dei mercati. In un passaggio dello studio, gli analisti annotano gli elementi, anche tecnico- legali che hanno finora frenato le banche Ue a completare il percorso di risanamento. Tra questi c'è anche il fatto che gli istituti, impegnati come sono a cercare di risolvere il problema dei crediti in sofferenza, non riescono a identificare "con prontezza" i primi segni di stress delle imprese.

 

Christine Lagarde direttore del Fondo Moneteario internazionale Antonio Patuelli MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN RENZI E PADOAN CREDIT CRUNCH jpeg

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…