“FORI” LE AUTO, C’E’ CALIGOLA IN BICI! – LA SPARATA DI MARINO SULLA CHIUSURA DEI FORI PIACE AI TASSISTI MA RISCHIA DI BLOCCARE UNA CITTA’

1 - SCONTRO SULLA CHIUSURA DEI FORI
Cecilia Gentile per "La Repubblica"

«Magari». I tassisti del posteggio davanti al Colosseo sono entusiasti all'idea che il sindaco Ignazio Marino voglia chiudere via dei Fori Imperiali al traffico privato dal 15 agosto. «Se la strada rimane aperta al trasporto pubblico per noi c'è tutto da guadagnare - dichiara Daniele Gigli -Potremo fare più corse, lavoreremo meglio». Un entusiasmo non collegato alla posizione politica: Gigli fa parte dell'esercito di chi si è astenuto e nel 2008 ha votato Alemanno.

Tra operatori commerciali, lavoratori di zona e turisti il provvedimento annunciato da Marino raccoglie soprattutto consensi, uniti a qualche perplessità sulle modalità di attuazione. Preoccupati, invece, i residenti. «È tosta da realizzare - esordisce Isabella Giardini, 37 anni, che lavora in zona - ma se c'è l'alternativa allora va bene. La pedonalizzazione ha un valore civile, preserva i monumenti, ci rende più simili ai centri europei che sono tutti pedonali e silenziosi intorno ai monumenti. Basta che poi lo spazio liberato non venga invaso dai tavolini».

Chi non è contento per niente è il benzinaio di piazza Corrado Ricci, proprio all'incrocio con via dei Fori Imperiali. «Se Marino vieta alle auto di circolare, poi viene lui a pagarmi il mutuo per il distributore, con le rate fino ad agosto 2014», protesta Andrea Trotta, che alle ultime amministrative non ha votato, ma avrebbe scelto Alemanno. Il suo distributore sta proprio davanti al ristorante pizzeria "Imperiale" che da anni tenta inutilmente di farlo trasferire.

«Ci fa piacere che Marino renda pedonale l'area, ma deve anche rimuovere questa pompa di benzina - dice la responsabile Irene Emilia Brugnone - Ce lo fanno notare gli stessi turisti, disturbati dalla vista e dal cattivo odore». «Sì, siamo d'accordissimo alla chiusura al traffico privato - dice anche il proprietario del ristorante, Rocco Iannelli - Vari anni fa io e altri tre operatori commerciali pagammo 65mila euro un progetto per la riqualificazione di largo Corrado Ricci, ma la soprintendenza bloccò tutto».

Allarmati i residenti riuniti nel comitato "Progetto Celio". «Chiudendo i Fori - dice Paolo Gelsomini - il Celio e Monti rischiano di diventare la pattumiera del centro storico. Ed allora, come si fa a parlare di chiusura di via dei Fori Imperiali senza una rete di trasporto pubblico integrato capace di offrire una alternativa a quelle 2400 autovetture che transitano in un'ora in quel tratto di strada? Dove le buttiamo quelle autovetture? Nelle ore di punta si creerebbe un inferno».

Alessandra Arioli, che gestisce un B&B nel rione Monti, è perplessa. «Non credo che questa proposta sia funzionale - dice -Deviare il traffico su via Annibaldi e via Nicola Salvi non è praticabile: via Nicola Salvi è stretta e c'è una brutta curva». Timoroso il gestore dell'edicola davanti alla fermata Colosseo della metro B, Gianni Rovaroni: «Spero che il provvedimento non ci tolga il lavoro ». «Tutto pedonale, al massimo i cavalli - scherzano due giovani turisti di Taranto, Stefano Vallo, 22 anni, e Francesco Galeandro, 21 - Ci disturbano traffico e rumore. Camminare senza auto è tutta un'altra cosa».

2 - CALIGOLA IN BICI
Da "il Foglio"

Rieccolo. Riecco Caligola, non più in adorazione del proprio cavallo nominato senatore ma in versione "sindaco in bici", pronto stavolta a divinizzare il velocipede e a giocare con quelle eterne cavie della mobilità immobile che sono i romani. Cavie strapazzate in favore delle quali nessuno protesta, nemmeno in caso di vivisezione protratta con aggravante di crudeltà gratuita e archeologicamente corretta. La sparata sui Fori imperiali pedonalizzati - non solo la domenica, ma per sempre, dal prossimo Ferragosto in poi - non poteva che essere il primo spot del neo sindaco romano Ignazio Marino.

L'idea di chi non ha idee, già minacciata in campagna elettorale e che ora, da eletto nientemeno che con i voti di un quarto degli aventi diritto, Marino si sente pienamente in diritto di realizzare. "Roma deve tornare a sognare e sperare", ha detto, e ha aggiunto: "Il 14 agosto farò l'ultimo giro con la mia Panda rossa su via dei Fori poi ci tornerò con la mia bici".

E naturalmente chiama in causa l'antico battaglia del compianto Antonio Cederna, che già nel 1979 chiedeva la trasformazione in parco archeologico di tutta la zona monumentale che va dall'Appia antica fino alla soglia di piazza Venezia. Ma che soprattutto, da implacabile odiatore della via dei Fori imperiali voluta da Mussolini, ne invocava lo smantellamento perché, scriveva, "spacca assurdamente in due il Foro Romano".

A quel sogno, non a caso, a nessuno dei sindaci avvicendatisi nel frattempo - né Argan né Petroselli né Rutelli né Veltroni, per citare quelli di sinistra - è venuto in mente di dare davvero seguito, se non per parziali operazioni che non hanno mai toccato la percorribilità di via dei Fori. Ancora indispensabile - in assenza di vere alternative, siano esse in forma di metropolitane, di elicotteri o di teleferiche - per mettere in comunicazione due parti della città, come i romani (quelli che prendono l'autobus, per esempio, le cavie per eccellenza) sanno benissimo.

L'abituale chiusura domenicale dell'arteria è diventata così la classica operazione di immagine, pagata da chi vive nei quartieri non abbastanza vicini ai Fori per poterne godere e non abbastanza lontano da non subirne le conseguenze in termini di aumento del traffico e dei tempi di percorrenza dei bus, di polveri sottili, di CO2 ecc. ecc.

Ecco perché, prima di Ferragosto, Caligola in bicicletta dovrebbe farsi un bel giro domenicale attorno ai Fori pedonalizzati. Scoprirebbe che via Merulana, via Cavour e parte dell'Esquilino diventano infrequentabili, con orride file di automobili e pullman che, dal centro, per raggiungere San Giovanni devono per forza passare accanto alla stazione (tempo medio di percorrenza di via Merulana in autobus, dalla basilica di Santa Maria maggiore a quella di San Giovanni in Laterano, trenta-quaranta minuti. Andare a piedi?

Come no, con la maschera antigas). E non è nemmeno il traffico feriale, naturalmente, ma quello molto più scarso e più stoicamente sopportabile del giorno festivo. I romani sopportano tutto e magari sopporteranno anche i Fori pedonalizzati e biciclettizzati. Ma un'idea seria mai.

 

 

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