GASPARRI SI SAREBBE APPROPRIATO DI 600MILA EURO (FONDI DEL GRUPPO PDL A PALAZZO MADAMA), UTILIZZANDOLI PER L'ACQUISTO DI UNA POLIZZA VITA. SOLDI POI RESTITUITI L'ANNO SUCCESSIVO

Repubblica.it

E' accusato del reato di peculato il senatore del Pdl, Maurizio Gasparri, a cui questa mattina è stato notificato l'avviso di conclusione dell'inchiesta da parte della procura di Roma. Secondo i magistrati della Capitale, il parlamentare si sarebbe appropriato - tramite la banca Bnl del Senato - di 600mila euro (fondi del gruppo Pdl a Palazzo Madama), utilizzandoli per l'acquisto di una polizza vita a lui intestata e i cui beneficiari, in caso di morte dell'assicurato, erano i suoi eredi legittimi. Soldi poi restituiti l'anno successivo: il versamento fu fatto il 22 marzo del 2012. Il primo febbraio del 2013 Gasparri ha comunque riversato la somma al gruppo Pdl.

Il provvedimento di chiusura indagini è stato firmato dal procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, dagli aggiunti Rossi e Caporale e dai sostituti procuratori Orano e Pioletti. La notifica è avvenuta nello studio dell'avvocato Giuseppe Valentino, difensore di Gasparri (FI-Pdl). Ma la replica di Gasparri arriva immediata: "Non mi sono appropriato di nulla. Ritenevo comunque di aver chiarito agli organi competenti in maniera puntuale la vicenda relativa alla gestione dei fondi del gruppo parlamentare del Pdl al Senato. L'operazione in questione - spiega - mi era stata proposta dalla banca che da sempre ha i suoi uffici in Senato e tutto è stato fatto con grande trasparenza e nell'interesse del gruppo stesso. E ogni risorsa è stata utilizzata per le finalità del gruppo. Apprendere che, nonostante gli elementi forniti, questi fatti non siano stati archiviati e anzi siano state avviate ulteriori procedure mi provoca grande turbamento e disagio, ma ho la coscienza tranquilla".

Contestualmente, però, la medesima procura ha chiesto al Gip di archiviare la posizione di Gasparri e di Gaetano Quagliariello, indagati entrambi per peculato, nella loro veste di presidente e vicepresidente del gruppo del Pdl al Senato, in relazione alla gestione dei contributi erogati per l'esplicazione delle loro funzioni in base al regolamento vigente nella XVI legislatura (vale a dire quella passata).

Pur avendo accertato una situazione di confusione nella gestione di questi fondi, i magistrati e il nucleo valutario della Guardia di finanza non hanno individuato alcun elementi illecito di appropriazione (al di là, appunto, del 'procedimento stralcio' relativo ai 600mila euro che Gasparri ha utilizzato per l'acquisto della polizza vita e su cui i pm ora hanno concluso le indagini: un atto che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio).

Secondo quel che scrivono i pm, il regolamento vigente all'epoca "non prevedeva alcuno specifico obbligo di rendicontazione sugli impieghi dei contributi". Dalle indagini della Finanza, è così emerso che il gruppo Pdl al Senato, composto da circa 150 unità, era dotato - in virtù di numerosi dipendenti - di una struttura amministrativa che provvedeva alle spese utilizzando "sistematicamente" denaro contante. In poco più di due anni (2010-2012) il contante prelevato ammonta alla somma di 2milioni e 800mila euro, "da ritenersi considerevole".

Per chi indaga "è certamente singolare che nell'utilizzo di contributi pubblici per siffatti importi, si sia adottata per anni una tale modalità di gestione, scarsamente rispondente ad esigenze di controllo e trasparenza. Ma occorre considerare che tale prassi è stata introdotta e realizzata in un contesto normativo che nella sostanza autorizzava a non tenere alcuna rendicontazione".

Ecco perché per i pm di Roma "sotto il profilo dell'utilizzazione sistematica del contante e dell'assenza di rendicontazione, non emergono dati penalmente rilevanti, non essendovi prova alcuna di impieghi privatistici delle somme movimentate". Da qui l'esclusione di una rilevanza penale legata all'accensione da parte di Gasparri e Quagliariello presso la Bnl del Senato di conti correnti ad essi intestati, su cui affluiva una quota parte dei contributi pubblici dei gruppi: "Ciò è derivato dal fatto che gli uffici di presidenza e di vicepresidenza ricevevano, nell'ambito della complessiva erogazione del Senato, una specifica dotazione economica che è stata fatta affluire su conti intestati ai due senatori aventi la carica di presidente e vicepresidente".

 

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