big gelmini raggi appendino

MARIASTELLA A 5 STELLE - LA GELMINI TIFA RAGGI E APPENDINO: “SONO STATE OGGETTO DI ATTACCHI VOLGARI E IMMERITATI - NON DIAMO INDICAZIONI MA MI SEMBRA CHE ABBIANO UN BEL PIGLIO, SOPRATTUTTO LA SECONDA - I DISCORSI SULLA SUCCESSIONE A BERLUSCONI MI FANNO VENIRE L’ORTICARIA”

Pietro Senaldi per “Libero Quotidiano

 

GELMINIGELMINI

«Sono orgogliosa delle mie origini bresciane ma in questa campagna elettorale mi sono innamorata. Dei milanesi, sono straordinari».

 

Ma questa è troppo una dichiarazione elettorale…

«No, sincera. Milano ha una marcia in più rispetto a ogni altra città italiana. È profondamente libera. Di conseguenza i milanesi, anche quelli che vivono in condizioni disagiate, sono gente di grande dignità».

 

Non ha incontrato rabbia nelle periferie?

«Sì c' è molta rabbia nei confronti della politica. Soprattutto dell' amministrazione uscente, che ha grandi problemi fuori dalla prima cerchia dei Navigli. L' astensionismo è anche il risultato di troppe promesse non mantenute dalla sinistra».

 

GELMINIGELMINI

Si aspettava Forza Italia al 20% a Milano?

«No, ma sapevo che saremmo andati bene. Forza Italia attraverso i candidati alle municipalità, quelli presidenti e quelli al consiglio comunale è stata capace di raccontare con onestà il progetto di chi vuole cambiare Milano in meglio. È stato un lavoro di squadra che continua in questi giorni. Il merito è di tutti».

 

Quando ha capito che sarebbe andata bene?

«L' ho capito battendo le periferie: in ogni quartiere c' erano sempre i nostri ma spesso mancava il presidio del Pd. Segno che Sala non è stato supportato dal partito, che l' ha vissuto come un candidato solo di Renzi. C' è molta freddezza nel Pd verso di lui, non scalda i cuori».

LA RUSSA LUPI GELMINI STEFANO PARISI MATTEO SALVINILA RUSSA LUPI GELMINI STEFANO PARISI MATTEO SALVINI

 

Si vince con ancora con il porta a porta?

«Più che con la tv. Non a caso i talk show, specie quelli serali, sono in crisi. D' altronde, quando si va non si riesce mai a dire nulla: hai trenta secondi e ti parlano sopra. Io posso dire che le mie dodicimila preferenze me le sono conquistate con il porta a porta».

 

Sua figlia vive a Roma, avrà sofferto molto la sua assenza…

«Era Roma perché è iscritta a scuola lì, visto che sono parlamentare e passo la settimana lavorativa a Roma. Però anche in queste settimane ho cercato di tornare a Roma quasi ogni sera per stare con lei. Poi prendevo i primi aerei del mattino per risalire a Milano».

mariastella gelminimariastella gelmini

 

Mamma coraggio?

«Mamma normale, come molte altre donne che si dividono tra la famiglia e la professone».

 

La campagna elettorale l' ha trasformata?

«Trova? A me sembra di essere sempre la stessa».

 

Da ministro aveva un piglio molto istituzionale e serio, adesso sembra più empatica…

«Questo me l' hanno detto anche gli elettori, che dal vivo sono molto diversa da come appaio in tv, rendo meglio. Devo imparare a essere più naturale in tv, sono troppo rigida».

 

È vero che il futuro di Forza Italia si gioca a Milano?

«Sono elezioni molto importanti. Se vinciamo, significa che ci sono ancora le fondamenta su cui ricostruire la casa. Altrimenti, bisognerà iniziare a parlare di rifondazione e ricambio generazionale».

maria stella gelmini e giovanni totimaria stella gelmini e giovanni toti

 

In che condizioni è il partito?

«Forza Italia è un partito resistente e resiliente. Ci davano per morti e abbiamo dimostrato che non lo siamo e non lo saremo».

 

Farà parte del direttorio azzurro prossimo venturo?

«Nessun direttorio. Tra un mese Berlusconi sarà di nuovo in sella».

 

Come mai non è andata a trovarlo in ospedale?

«Ho avuto riguardo. Lo farò appena starà meglio».

 

Domenica andate a vincere?

maria stella gelminimaria stella gelmini

«Partiamo sotto di un punto. L' errore più grande che possiamo fare è crogiolarci sul successo di lista. Non siamo neppure a metà dell' opera, dobbiamo riportare tutti i nostri elettori alle urne e allargare il consenso. I voti vanno conquistati e riconquistati a uno a uno».

 

Sì, ma andate a vincere?

«Sì, ce la facciamo, in città si respira un vento di cambiamento. Sala aveva dalla sua la spinta dell' Expo e un esercito di ministri venuti a tirargli la volata ed è arrivato avanti di un soffio. Segno che ormai la città ha conclamato il fallimento della sinistra e dell' esperienza di Pisapia».

 

Cos' ha Parisi in più di Sala?

«L' onestà intellettuale. Sala è avvertito come un opportunista: stava con la Moratti, poi è diventato renziano, quindi si è fatto fotografare con la maglietta di Che Guevara e il pugno chiuso per blandire i compagni.

 

È un uomo non buono per tutte le stagioni. Parisi si è candidato quando il centrodestra era in grande difficoltà e la battaglia sembrava persa e ha saputo unire la coalizione senza rinunciare alla sua specificità. Questione anche di carattere».

 

maria stella gelmini 5maria stella gelmini 5

Allora non sono candidati fotocopia?

«Parisi ha sempre mantenuto la calma. Mai un' invettiva, mai un insulto. È come lo vediamo, niente trucchi. tutto l' opposto di Sala».

 

Si dice che Parisi può diventare il prossimo leader del centrodestra su scala nazionale…

«Sono discorsi che mi fanno venire l' orticaria. Non sarebbe serio, stiamo chiedendo ai milanesi il voto per un sindaco che governi la città. E poi il centrodestra ha già un leader, si chiama Silvio Berlusconi, e questa campagna elettorale mi ha confermato di quanto sia ancora profondo il rapporto tra Berlusconi e i suoi elettori».

 

Parisi ha avuto la capacità di tenere insieme il centrodestra…

MARA CARFAGNA LAURA RAVETTO MARIASTELLA GELMINI FOTO LAPRESSE MARA CARFAGNA LAURA RAVETTO MARIASTELLA GELMINI FOTO LAPRESSE

«Questo è un dato di fatto e un grande merito. È un moderato, vicino a Forza Italia, sa interpretare anche quell' anima socialista che in parte ancora si respira a Milano e ha saputo ascoltare e rappresentare il sentimento dei milanesi, da Fdi a Lupi fino alla Lega, specie sui temi della sicurezza e dell' immigrazione, senza scadere nel populismo».

 

L' esperienza milanese è un caso isolato o il centrodestra tornerà unito anche nel resto d' Italia?

«Queste elezioni, Roma in primis, hanno dimostrato che il centrodestra unito, con Lega e Fratelli d' Italia, vince. Dividersi sarebbe suicida, anche perché, a differenza della sinistra, il centrodestra condivide il medesimo programma».

 

A Roma cos' è successo allora, una lotta di potere?

VIRGINIA RAGGI IN BICICLETTA VIRGINIA RAGGI IN BICICLETTA

«A Roma abbiamo pasticciato. È stato un incidente di percorso che ha penalizzato tutti, sono sicura che servirà da lezione. Anche se, mi permetta di sottolineare che l' unico comportamento coerente è stato quello di Berlusconi, di Marchini e di Forza Italia».

 

Nel centrodestra unito torneranno anche Alfano e Verdini?

«Non lo so. Lascio ai giornalisti parlare di persone e di sigle. Non credo alle geometrie politiche ma ai programmi».

 

Cosa teme di più per domenica prossima?

«L' astensionismo. È un avversario più pericoloso del Pd. C' è molta disinformazione, per le strade mi fanno i complimenti e pensano che la battaglia sia vinta. Molti non sanno neppure che tra una settimana dovranno tornare alle urne. Mi piacerebbe tanto che il titolo di questa intervista fosse "Il 19 giugno si vota, andateci": è il messaggio più forte da far passare».

virginia raggi dario fovirginia raggi dario fo

 

Non è troppo allarmista?

«Il meccanismo dei ballottaggi non è ancora entrato nella testa degli elettori. Pensano aver già fatto e al secondo turno c' è quasi sempre un calo del 15-20% dei votanti».

 

Non sarà anche che la gente è stanca della politica?

«Lo è. Colpa anche dell' eccessiva personalizzazione. Anche Renzi, che non è simpatico ma è bravissimo, ormai sembra consunto».

 

Erano meglio i democristiani, che spartivano il potere?

«Più passa il tempo, più li rivaluto. Sono contraria ai toni alti e allo scontro costante tra i partiti e dentro di essi. Io sono più ecumenica».

 

Ha fatto degli errori?

CHIARA APPENDINOCHIARA APPENDINO

«Parlare del referendum snobbando le amministrative è stato un autogol; infatti adesso i candidati del Pd lo pregano di non fare il giro delle città per sostenerli; alla gente interessa chi sarà il sindaco e quali risposte darà ai suoi problemi».

 

Ora dice che si occuperà delle elezioni e del partito e userà il lanciafiamme…

«Mi pare che l' abbia già usato. Chiedete a Bersani… È un leader molto muscolare e divisivo».

 

In nome dell' anti-renzismo i grillini voteranno Parisi a Milano e la Borgonzoni a Bologna?

«Non esistono indicazioni di partito, i cittadini sono liberi. Certo auspico che i Cinquestelle, come tutti gli altri che si sono presentati come forza alternativa alla sinistra, convergano su Parisi».

 

Voterebbe Raggi e Appendino ai ballottaggi?

LUCIA BORGONZONILUCIA BORGONZONI

«Non diamo indicazioni ma perché no? Mi sembra che abbiano un bel piglio, soprattutto la seconda. Sono state oggetto di attacchi volgari e immeritati».

 

Si maligna che molti leghisti non voteranno Parisi per vendicare la Meloni…

«Questa non l' avevo ancora sentita. Abbiamo lavorato insieme per mesi, la Lega è un partito serio, solidale, di militanza e strutturato, con una grande classe dirigente. Nessuno farà scherzi. Vince la squadra e nella squadra c' è la Lega».

 

Le dodicimila preferenze le hanno fatto bene, è in uno stato di grazia a 360 gradi. Fidanzati?

«Dagospia me li attribuisce ma non è vero niente».

 

Che peccato…

parodia dei manifesti di giorgia meloni parodia dei manifesti di giorgia meloni

«Guardi, ho elaborato il lutto della separazione e quando la sera torno nella mia casa vuota, mi monta dentro una serenità. La solitudine, se scelta e non subita, è stretta parente della felicità».

 

Avrà un sacco di pretendenti?

«Con il lavoro che faccio sono sempre in mezzo agli uomini, in un clima spesso cameratesco e sono arrivata a conoscerli troppo bene perché scatti qualcosa. Purtroppo di maschi ce ne sono tanti ma di uomini pochi».

 

Non è necessario risposarsi…

«Il vostro direttore Feltri scherzando mi ha consigliato un fidanzato giovane e a tempo. Ma io sono rimasta all' antica».

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…