george soros mario draghi

MARIO, DATTI UNA GRATTATINA - GEORGE SOROS INCORONA DRAGHI: “PER PARLARE DI EUROPA BISOGNA SCRIVERE A LUI, È L’UOMO PIÙ CAPACE DEL CONTINENTE” - LA LETTERA DEL PARA-FINANZIERE UNGHERESE A "MARIOPIO": "PUTIN STA RICATTANDO L'EUROPA, MA LA SUA POSIZIONE CONTRATTUALE NON È COSÌ FORTE COME FINGE. L'EUROPA È IL SUO UNICO MERCATO, SE NON LA RIFORNISCE, DEVE CHIUDERE I POZZI IN SIBERIA. L'EUROPA DOVREBBE INTRAPRENDERE PREPARATIVI URGENTI. UN ARRESTO IMPROVVISO SAREBBE MOLTO DIFFICILE DA SOPPORTARE" - VIDEO

 

 

1 - TASSARE IL GAS PER LA TRANSIZIONE

La lettera integrale di George Soros a Mario Draghi, pubblicata da “La Stampa”

 

GEORGE SOROS

Caro Draghi, Putin sta ricattando l'Europa minacciando di chiudere il trasferimento del gas. Questo è quello che ha fatto la scorsa stagione. Ha messo il gas in deposito piuttosto che fornirlo all'Europa. Questo ha creato una carenza, aumentato i prezzi e gli ha garantito molti soldi. Ma la sua posizione contrattuale non è così forte come finge. Si stima che la capacità di stoccaggio russa sarà esaurita entro luglio.

 

mario draghi premiato all atlantic council

L'Europa è il suo unico mercato. Se lui non la rifornisce, deve chiudere i pozzi in Siberia da dove parte il gas: sono circa 12.000 pozzi. Ci vuole tempo per spegnerli e una volta che sono chiusi, sono difficili da riaprire a causa delle attrezzature obsolete.

 

L'Europa dovrebbe intraprendere preparativi urgenti prima di andare a trattare. Un arresto improvviso sarebbe politicamente molto difficile da sopportare. Questi preparativi sono comunque necessari per rendere l'Europa indipendente dal gas russo. C'è già il pericolo che Putin chiuda i rubinetti mentre sono già pesantemente colpiti.

 

Tutte queste pressioni funzionano nella stessa direzione. I preparativi devono essere sufficientemente avanzati prima della stagione fredda. L'Europa dovrebbe quindi imporre una tassa pesante sulle importazioni di gas in modo che il prezzo al consumatore non scenda, ma l'Ue guadagnerebbe una grande quantità di denaro che potrebbe essere utilizzato per sovvenzionare chi è in difficoltà e investire in energia verde. La Russia non riguadagnerà mai le perdite subite».

 

PUTIN

 

2 - “CARO DRAGHI, SALVI L’EUROPA”

Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

Per George Soros la risposta alla domanda «a chi scrivere per parlare di Europa?» è «Mario Draghi». A metà della consueta cena di gala della sua Open Society Foundation, al Forum di Davos, il veterano della finanza globale sorprende i presenti rivelando di aver inviato una lettera al presidente del Consiglio italiano, «l'uomo più capace» del continente, per lanciare un appello mirato a salvare l'Unione che rischia la terza guerra mondiale dopo l'attacco «brutale» di Putin all'Ucraina.

 

La sua ricetta è semplice: per battere lo Zar bisogna staccare subito la spina del gas - non del petrolio, beninteso - perché solo così la Russia può essere colpita nel suo cuore finanziario.

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

 

In una serata sferzata da un gelido vento settentrionale, il 91enne ex raider divenuto attivista umanitario e politico racconta la sua versione della guerra voluta dal Cremlino e lancia l'allarme per il futuro dell'Occidente.

 

«Accetto l'idea che alla fine si debba morire, ma davo per scontato che la nostra civiltà sarebbe sopravvissuta», confessa con voce malferma. Ora non più, così invita a reagire e a liberarsi dai ricatti di Mosca. «Putin è in difficoltà, non pensava a una resistenza così netta da parte dell'Ucraina», dice con naturalezza. Il problema, secondo lui, è la risposta. Che dovrebbe essere più netta e perentoria.

vladiimir putin dona un mazzo di fiori ad angela merkel

 

Ma bisogna partire da un assunto: «Più diventa debole, più Putin diventa imprevedibile. Gli Stati dell'Ue sentono la pressione. Si rendono conto che la Russia potrebbe non aspettare lo sviluppo di fonti di energia alternative da parte dell'Ue, ma chiudere i rubinetti del gas mentre fa davvero male». Il programma RePowerEu annunciato la scorsa settimana riflette questi timori, secondo Soros.

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

 

Il miliardario di origine ungherese, «un sopravvissuto» per autodefinizione, è inquieto e non lesina critiche. La prima contro Angela Merkel, ex cancelliera tedesca: «Aveva stretto accordi speciali con la Russia per la fornitura di gas e fatto della Cina il più grande mercato di esportazione della Germania.

 

Ciò ha reso la Germania l'economia con le migliori prestazioni in Europa, ma ora c'è un prezzo pesante da pagare. L'economia tedesca deve essere riorientata». E, ammonisce, «ci vorrà molto tempo».

GEORGE SOROS 2

 

Non è un caso quindi che, sottolinea Soros, l'attuale leader Olaf Scholz sia «particolarmente ansioso a causa degli accordi speciali che il suo predecessore ha fatto con la Russia». Pertanto, la posizione di Berlino è molto più precaria di tante altre. La locomotiva ad alta velocità tedesca, senza le fonti energetiche russe, rischia di ridursi a una littorina.

DRAGHI PUTIN GAS

 

Il discorso cambia quando Soros inizia a parlare dell'Italia. Mario Draghi è più coraggioso, dice il finanziere-filantropo, «anche se la dipendenza dal gas dell'Italia è alta quasi quanto quella tedesca». Non manca un riferimento anche al leader del Partito democratico, Enrico Letta: «Ha proposto un piano per un'Europa parzialmente federata. La parte federale coprirebbe aree politiche chiave».

 

GEORGE SOROS

Questo perché, fa notare, «nel nucleo federale, nessuno Stato membro avrebbe potere di veto. Nella più ampia confederazione gli Stati membri potrebbero unirsi a "coalizioni di volenterosi" o semplicemente mantenere il loro potere di veto». Un piano che Draghi «ha appoggiato», precisa. E che non è passato inosservato in molte stanze delle istituzioni europee. Poi continua con le stoccate.

 

A Pechino, stavolta. Critica la «Zero Covid Policy», la nuova politica di restrizioni per avere zero casi di Covid-19 in ogni regione cinese che gli pare «destinata a fallire». Come il sodalizio con Putin che stigmatizza con forza il doppiogiochismo sull'asse Mosca-Pechino.

 

mario draghi

«Vladimir Putin e Xi Jinping si sono incontrati il 4 febbraio alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino. Hanno rilasciato una lunga dichiarazione in cui annunciano che la collaborazione tra loro "non ha limiti". Putin ha informato Xi di una "operazione militare speciale" in Ucraina, ma non è chiaro se abbia detto a Xi che aveva in mente un attacco su vasta scala contro l'Ucraina», ha rimarcato Soros.

 

Poi è scoppiato l'inferno. Putin si è trovato davanti al suo fallimento. L'idea di Soros è che il nuovo Zar pensava di essere accolto come un liberatore dagli ucraini, «aveva dato le uniformi migliori a soldati male armati e mal comandati, presto colpiti da una demoralizzazione collettiva». L'Ucraina, con l'aiuto Usa, ha vinto la battaglia di Kiev, i russi sono stati costretti a cambiare strategia e a perdere con la «povera Mariupol».

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

 

Ora, ammette, «non so come finirà», ma Putin può fare di tutto. «Il modo migliore e forse unico modo per preservare la nostra civiltà è sconfiggerlo il prima possibile». E riformare l'Unione seguendo lo schema suggerito a Draghi, «il campione dell'Europa». Al premier, Soros suggerisce di spingere perché si fermi sulla domanda di gas, questo sì. Prima di farlo deve prepararsi per essere in grado di non restare al freddo, anche perché «un arresto improvviso avrebbe un costo politico difficile da sostenere».

 

George Soros

Ne consegue che questa deve essere una ragione per accelerare la transazione Green, anche con una tassa sul gas i cui proventi vengano utilizzati per sviluppare nuove fonti alternative. «L'Europa è più forte di quello che lei stesso riesce ad ammettere, deve sfruttare questo patrimonio».

 

E non solo. Il finanziere di lungo corso sventola anche la carta dell'accesso ai mercati con emissioni comuni per finanziare i nuovi investimenti. Sono gli eurobond, cari agli europeisti sinceri. Arma straordinaria per riprendere a crescere quando tornerà una «pace comunque difficile. Sempre che non ci sia la terza guerra mondiale», dice con l'aria di chi vuole scherzare. Ma è chiaro che il gioco appare molto pericoloso pure a lui.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…