luigi di maio si pubblica da solo questa immagine

GIGGINO IN EUROPA COME UN GATTO IN AUTOSTRADA: “LA UE E’ UN VEICOLO PER MIGLIORARE LA VITA DEI CITTADINI. IL REFERENDUM SULL'EURO? UNA PISTOLA CHE RESTA SUL TAVOLO". PECCATO CHE POI LA GRILLINA CASTELLI FACCIA UNA FIGURACCIA DALLA GRUBER: ''IL REFERENDUM CI VUOLE. COSA VOTEREI? NON SO'' (VIDEO) - DI MAIO IN VERSIONE FUMETTO E' SEXY COME UNA PUBBLICITA' PROGRESSO

La grillina vuole il referendum sull'euro ma non sa che votare

 

 

PARADOSSO M5S: VUOLE REFERENDUM SULL’EURO, MA NON SA COSA VOTA

https://www.lineapress.it/

 

Tra i cavalli di battaglia del M5S c’è senza alcun dubbio quello dell’Euro. Un parolone fin troppo generico che  sottende equilibri  macroeconomici difficili da analizzare e soprattutto da pronosticare.

 

Eppure, i deputati grillini hanno assunto come leitmotiv quello della necessità di un referendum per decidere le sorti dell’Euro, ma quando gli si chiede cosa voteranno si appellano alla segretezza del voto. Almeno questo è quanto accaduto a Otto e mezzo.

laura castelli

 

Durante la trasmissione di Lilli Gruber infatti la deputata pentastellata ha affermato candidamente di non voler rivelare il suo voto, il che pare alquanto paradossale per chi propone un referendum… Nei fatti, il dialogo con la conduttrice si è svolto in questi termini:

 

 

 

On.Laura Castelli: “Quando saremo al governo proporremo un referendum per uscire dall’Euro”.

Lilli Gruber: “Ma…veramente, secondo la nostra Costituzione, un referendum del genere non si può fare”

 

On.Laura Castelli (M5S): “eeeh, non è vero. Se si vuole, si può fare”

 

Lilli Gruber: “Vabbe’…. e lei cosa voterebbe? Per uscire dall’euro o per rimanerci?”

 

LILLI GRUBER DAVIDE CASALEGGIO

On.Laura Castelli(M5S): “non si dice cosa si vota”

 

Lilli Gruber:“come ‘non si dice’ ?! Lei è un esponente politico e sta facendo una proposta di referendum…come fa a non dire cosa voterebbe?!”

 

On.Laura Castelli:(M5S): “Ma vede, è un fatto tecnico, non politico…. il discorso sarebbe lungo…. e rientra tra l’altro nelle mie competenze. Bisognerebbe discutere ad esempio di come l’euro sia diventato l’unico modo per fare inflazione ormai”

 

Lilli Gruber:“Ma insomma…lei non mi ha risposto….voterebbe Si o No al referendum che propone?!”

 

On.Laura Castelli (M5S): “Non lo so”

 

 

Ilario Lombardo e Marco Zatterin per “la Stampa”

 

Si dice che l' Europa sia il motivo per cui non scoppiano guerre, ma io una guerra in corso la vedo, è una guerra sociale alimentata da disparità e povertà». Il tono della voce di Luigi Di Maio si fa serio e preoccupato, almeno sino a che cala la soluzione che non ti aspetti. «Non dico che l' Ue ne sia la causa principale - spiega il leader M5S -, ma sono certo che possa essere lo strumento per risolverla». Niente paura, è il messaggio: la situazione è seria, ma l' Europa ci può salvare.

Di Maio e Varricchio a Washington

 

Montecitorio, secondo piano. Di Maio siede al tavolo di lavoro del suo studio di vicepresidente della Camera. Ambiente sobrio, il giusto disordine. Una scatola di mentine quasi vuota. Quadri d' epoca, un Financial Times incorniciato. L' aspirante premier parla di Europa. Quella che nel 2014 i grillini «volevano aprire come una scatola di tonno» e che oggi gli pare una via di uscita, per quanto da ridisegnare e non poco.

 

Onorevole, ma la «sua» Europa è un veicolo o un fine?

«Certamente un veicolo. Serve per portare i popoli europei verso una qualità di vita e di benessere maggiore».

 

In che modo?

«La priorità è la creazione di un Welfare fondato su una maggiore solidarietà e una lotta alle diseguaglianze. Non significa criminalizzare chi si arricchisce, ma consentire a milioni di poveri di reinserirsi nella società».

 

GRILLO EURO

Una soluzione «europea»?

«Sì, perché negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Guardiamo la Germania che non riesce a formare un governo, la Francia di Macron che ha disintegrato i vecchi partiti. Il panorama mutato suggerisce una grande opportunità per l' Italia. E non solo perché siamo abituati a non avere governi super-stabili e siamo più bravi a gestire le crisi».

 

Come spiega questa debolezza generalizzata?

«Sono state rimandate alcune grandi questioni europee. Così si è arrivati alla Brexit. La parola d' ordine di un governo M5S deve essere "dialogo con gli altri Paesi in una condizione favorevole per l' Italia" che, di nuovo, può rivendicare la posizione di seconda potenza manifatturiera, Paese fondatore e alla pari con gli altri. Mi spiego? Chi ci incitava ad assicurare la stabilità oggi è più instabile di noi».

 

M5S è dunque un partito per l' Europa?

«Noi vogliamo restare e senza ultimatum. Ma occorre intervenire su alcune questioni, a partire dal governo dell' Ue».

 

Come si cambia?

GRILLO E FARAGE

«Una proposta centrale è l' eliminazione dello sbilanciamento istituzionale. Oggi il Consiglio Ue è gestito dai governi che decidono all' unanimità sulle materie di maggior interesse per i cittadini, come il fisco. La nostra proposta trasferisce i maggiori poteri al parlamento europeo, che rappresenta i cittadini e va più legittimato di governi che sono sempre più di minoranza. Parlamento e Commissione devono avere potere di iniziativa legislativa. Bisogna rendere più efficace l' azione».

 

E interventi pratici a vantaggio dell' Italia?

«Comincerei dai parametri per le banche e l' accesso al credito, che vanno scritti pensando che il nostro è un sistema al 95% di piccole imprese. Non possiamo accettare che si agisca come dicono i tedeschi e i francesi che hanno un sistema imprenditoriale differente. E questo vale anche per agroalimentare e pesca: basta con accordi che ci penalizzano e creano concorrenza sleale. Il mercato unico è una grande occasione se protetto e controllato negli accessi».

merkel

 

Tedeschi e francesi si fanno ascoltare più di noi.

«Il Bundenstag ha quasi 80 rappresentati a Bruxelles. La Camera italiana ne ha uno. Vorrei uno Stato che con tutte le sue istituzioni faccia il lobbista dei cittadini italiani».

 

Come pensate di cavarvela con l' asse franco-tedesco?

«La riforma del governo dell' Ue con i maggiori poteri al parlamento farà sì che l' asse sarà fra le forze politiche e non fra i paesi. È la grande occasione per far valere la forza dell' Italia».

 

Fate spesso riferimento al «nuovo» Macron. Potreste creare un qualcosa in Europa assieme a lui dopo l' alleanza con Farage?

«Ci siamo confrontati sull' immigrazione, gli abbiamo detto che non si può essere europeisti con le frontiere degli altri. Ci sono invece punti di contatto sulla riforma francese del Welfare. Noi vogliamo portare in Italia le buone pratiche degli altri, qualunque sia il governo che le origina».

 

MACRON

Da Tsipras a Farage a Trump e ora anche a Macron, siete una forza «on demand»?

«Mi piace. Questo è proprio il punto. Le soluzioni efficaci non hanno nazionalità o colore politico. Non si parla più di destra o sinistra, di capitalismo o socialismo».

 

Però l' idea di una intesa a sinistra dopo il voto di primavera piace ai parlamentari M5S più dell' asse con la Lega.

«Per ora non parliamo con nessuno. A noi interessa precisare il metodo. Ma se riceveremo l' incarico, i parlamentari di tutti i partiti saranno messi davanti a una scelta: darci la fiducia, o andarsene a casa e si rivota».

 

Potreste allearvi con Macron dopo le europee del 2019?

«Dovremmo trovarci un gruppo. Ma non ci sono contatti con Macron né guardiamo a populisti, estremisti xenofobi o movimenti che ricordano la vecchia sinistra europea».

 

TSIPRAS LEGGE IL MANIFESTO

Ammetterà che la vostra posizione sull' Europa si è evoluta.

«Non è cambiata la nostra linea, ma le condizioni in seno all' Ue. Non ci sono più governi monolitici che ci schiacciavano, i grandi sono ridimensionati. L' Italia può farsi valere».

 

Minacciando il referendum sull' euro, per quanto consultivo?

«La consideriamo una extrema ratio. Mentre vedo ampi margini di contrattazione su deficit per favorire la crescita».

 

M5S ha detto che vorrebbe politiche espansive alla Trump. Coi nostri numeri, è difficile senza violare le regole Ue.

«Non voglio violarle. Voglio ricontrattarle, come di fatto hanno fatto Francia e Spagna.

Investono nella famiglia perché hanno sforato il tetto del 3% per il deficit. Noi non metteremo tasse sulla casa o patrimoniali».

IL PALAZZO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

 

Torniamo al referendum. La vostra credibilità a Bruxelles sarà sempre limitata se tenete questa pistola sul tavolo.

«Questo è chiaro. Ma l' obiettivo non è rendere felici gli altri. E' fare in modo che nell' ambito dell' Ue gli interessi dei diversi Paesi si ritrovino allo stesso tavolo.

E' un peso contrattuale».

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…