renzi mazzoncini

GIGLIO MAGICO SUI BINARI – RENZI PIAZZA IL FEDELISSIMO RENATO MAZZONCINI (EX ATAF FIRENZE) ALLA GUIDA DELLE FS – SCOMMESSA DA BRIVIDI, ALLA VIGILIA DELLA PRIVATIZZAZIONE, SU UN MANAGER CHE AL MASSIMO HA GESTITO AZIENDE DA 120 MLN DI FATTURATO

1. MAZZONCINI AI VERTICI DI FERROVIE

Alessandro Barbera per “la Stampa”

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

 

Graziano Delrio lo aveva preannunciato: «Dopo il varo del decreto per la privatizzazione si apre una nuova fase anche per i vertici aziendali». E così è stato. Ieri mattina il consiglio di amministrazione delle Ferrovie ha rassegnato in blocco le dimissioni, primo passo verso la nomina di un nuovo presidente e amministratore delegato. Gli uscenti Marcello Messori e Michele Elia, profondamente divisi sulla strategia aziendale, lasceranno il palazzone di Piazza della Croce Rossa dopo appena un anno e mezzo.

GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO


È il primo rinnovo di un'azienda pubblica nell' era Renzi: «Lo scontro fra i due aveva letteralmente paralizzato il consiglio», spiegano dalle Infrastrutture. Se non bastasse, nel frattempo sono arrivati il mandato d' arresto della Procura di Palermo per Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, e le dimissioni del presidente di Trenitalia, Marco Zanichelli. Per il governo, già in grave ritardo sul piano di privatizzazione, è suonato il gong. Renzi ha preso l' iniziativa e, d' intesa con i due ministri competenti (Padoan e Delrio) ha chiesto l' azzeramento di tutto il consiglio.

 

RENATO MAZZONCINIRENATO MAZZONCINI

Ora spetta all' azionista - il ministero del Tesoro - a nominare in assemblea il nuovo consiglio di amministrazione. I tempi saranno stretti, garantisce Padoan. Già oggi dovrebbe partire la convocazione dell' assemblea per lunedì, così da nominare in settimana i nuovi vertici. Per la guida operativa dell' azienda i giochi sono fatti: amministratore delegato della holding Fs sarà l' attuale numero uno della controllata Busitalia, Luigi Mazzoncini.

 

RENATO MAZZONCINI CON NARDELLARENATO MAZZONCINI CON NARDELLA

Bresciano, classe 1968 è stimatissimo da Renzi. Fu lui nel 2012, quando il premier era ancora sindaco di Firenze, a privatizzare l' azienda di trasporto pubblico Ataf. Per la poltrona di presidente circola il nome di Simonetta Giordani, consigliere uscente e già sottosegretario ai Beni culturali nel governo Letta. Ma nei palazzi circola anche il nome dell' ex direttore generale della Rai e numero uno di Wind Luigi Gubitosi.

RENATO MAZZONCINI CON  NARDELLARENATO MAZZONCINI CON NARDELLA


Una volta ricostruito il vertice, il governo non avrà più alibi e dovrà prendere una decisione sulla privatizzazione.


Esattamente come è accaduto fra Messori ed Elia, Tesoro e Infrastrutture hanno opinioni diverse su come e cosa privatizzare. Il primo metterebbe l' azienda sul mercato così com' è, esattamente come si è fatto per Poste. Delrio punta invece allo scorporo della rete ferroviaria perché rimanga pubblica. La rete da sola vale circa 35 miliardi di euro, Trenitalia una decina: mettere sul mercato solo i treni potrebbe significare un incasso di tre-quattro miliardi di euro. Non moltissimo per un governo che nel 2016 punta a ridurre il rapporto fra debito pubblico e Pil.


Ecco perché Padoan e i suoi tecnici puntano ad esempio ad allargare il perimetro della vendita alle aree immobiliare adiacenti le stazioni e oggi sotto il cappello di Rfi. L' ex leader Pd Pierluigi Bersani invita a «non fare pasticci», il numero uno della Fit-Cisl Giovanni Luciano teme un' ondata di prepensionamenti e chiede di «tutelare l' unicità aziendale».

MARCELLO MESSORIMARCELLO MESSORI


Mentre la politica discute se e come vendere, Rfi fa acquisti: ieri ha speso 6,5 milioni di euro per la società Bari Fonderie Meridionali, un' azienda specializzata in componenti per infrastrutture ferroviarie.


Bfm, finora controllata da un gruppo ceco e da due anni in concordato preventivo, produce pezzi in acciaio fuso al manganese necessari per gli scambi ferroviari. Ci lavorano un centinaio di persone, e secondo l' azienda la sua acquisizione permetterà di «migliorare la filiera produttiva interna ottimizzando i costi di approvvigionamento».
Twitter @alexbarbera.

 

2. LE FERROVIE E QUEI NODI SUI BINARI

Francesco Manacorda per “la Stampa

 

È sufficiente rottamare l' intero cda delle Ferrovie per portare al traguardo una privatizzazione dalla quale il governo si aspetta molto? E questa privatizzazione servirà solo a far cassa o sarà accompagnata anche da liberalizzazioni e maggiore concorrenza? Ancora, qual è la posizione del governo sulla cessione delle Ferrovie: bisogna vendere una quota dell' intera società, oppure è meglio scorporare prima la rete ferroviaria - i binari, insomma - rendendola pubblica e poi quotare il resto?

MICHELE 
ELIA
MICHELE ELIA


Sono tre domande ancora senza risposta, proprio nel giorno in cui l' intero cda della società si dimette e fa decadere così sia il presidente Marcello Messori sia l' amministratore delegato Michele Elia.


Una mossa opportuna, si dirà, visto che ormai da mesi lo stallo tra Messori ed Elia aveva messo l' azienda in una situazione complessa. Tra i punti di contrasto dei due anche e soprattutto lo scorporo dell' azienda Rfi, quella che gestisce la rete ferroviaria, controllata al 100% dalla holding Ferrovie, e che esercita due funzioni distinte: da una parte gestisce gli investimenti sulla rete e fa manutenzione per conto del governo; dall' altra assegna le tracce alle varie imprese ferroviarie che su quella rete fanno viaggiare i loro vagoni.

 

renzi alla stazione con cazzullorenzi alla stazione con cazzullo

Messori, da economista, ha sempre spinto per una separazione della rete dall' operatore ferroviario che la possiede per favorire, come da teoria di scuola, la libera concorrenza con la neutralità della rete. Elia, da vecchio uomo delle Ferrovie, puntava invece a mantenere la rete in casa. Il problema è che, fuori i due contendenti, lo stesso dilemma si pone ai piani alti del governo: il ministro delle Infrastrutture Del Rio vuole una rete pubblica e scorporata dalle Ferrovie da privatizzare, quello dell' Economia Padoan preferisce tenerla dentro la società e affidarla quindi alla Borsa.

Matteo Renzi in trenoMatteo Renzi in treno


Il problema è complesso: in molti Paesi europei la rete ferroviaria è nella stessa holding che gestisce l' attività di trasporto. La Francia, che l' aveva scorporata, l' ha rimessa in casa dal primo gennaio scorso. Chi sostiene i vantaggi nella gestione unitaria della rete e del trasporto - tradizionalmente i monopolisti ferroviari - afferma che la parità di accesso si garantisce non con la separazione della rete, ma semplicemente con la neutralità dell'«allocation body», l' organismo che aggiudica i diritti di percorrenza sulla rete ai vari operatori ferroviari, magari mettendolo sotto un cappello pubblico.

 

Basta fare questo per avere senza problemi quotazione e liberalizzazione del settore? Non proprio, perché i binari che formano la rete di Rfi hanno un valore patrimoniale sproporzionato, visto che negli anni ha contabilizzato di fatto come patrimonio gli interventi fatti con i soldi pubblici. Per portarla in Borsa bisognerebbe svalutare quei binari, che oggi valgono sui libri contabili oltre 40 miliardi, di due terzi circa.

Matteo Renzi in trenoMatteo Renzi in treno


In alternativa si metterebbe sul mercato una società così «pesante» come patrimonio che per remunerare il capitale ci vorrebbero tassi di redditività che le pur redditizie Ferrovie nemmeno si sognano.


Non c' è una soluzione giusta per definizione e non c' è forse un' unica soluzione. Quel che è certo, però, è che su questi nodi si deve decidere prima di dare mandato al nuovo cda - da chiunque esso sia formato - di procedere alla privatizzazione.

 

 

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…