antonio calogero montante

GIORNALISTI, VIL RAZZA PAGATA – "UN GOVERNO SI MANTIENE CON LA COMUNICAZIONE", DICEVA L'EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA SICILIA E PUPILLO DELL'ANTIMAFIA ANTONELLO MONTANTE. E DALL’INCHIESTA EMERGE CHE AVEVA ASSOLDATO UN BEL GRUPPO DI GIORNALISTI. ED ALTRETTANTO NUMEROSI ERANO QUELLI CHE DISPREZZAVA. ECCO I NOMI...

MONTANTE CROCETTA

 

Fabio Amendolara per la Verità

 

«Un governo si mantiene con la comunicazione», sentenziava il cavalier Antonello Montante, l' ex presidente di Confindustria Sicilia e pupillo dell' antimafia, finito due settimane fa prima ai domiciliari con l' accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e poi in carcere perché aveva tentato di inquinare le prove. Lui, che aveva preso a modello l' ex premier Matteo Renzi, pensava di poter mettere in atto in Sicilia quello che a suo avviso il Rottamatore faceva con la stampa nazionale: «Renzi dona i soldi ai giornali».

 

 

MONTANTE CROCETTA

E così, secondo Montante, i giornalisti non gli rompevano le scatole. Aveva talmente bene in mente chi erano i rompiscatole da aver fatto attività di dossieraggio anche su alcuni di loro. C' è una informativa della squadra mobile di Caltanissetta che riassume le relazioni allacciate con la stampa. Nel documento giudiziario, ad esempio, viene ricostruito un episodio in cui l' ex leader degli industriali, oltre ad aver preteso durante una riunione di Confindustria il versamento di un contributo per il giornale online L' Ora, sottolineò anche che era «per ammorbidire» i giornalisti del Fatto quotidiano Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza ed «evitare la pubblicazione di notizie che potessero danneggiare personalmente lui e Ivanhoe Lo Bello».

ANTONIO CALOGERO MONTANTE

 

Marco Venturi, l' ex amico di Montante che si è trasformato nel suo grande accusatore, ha riferito agli investigatori di aver versato lui stesso un contributo da 20.000 euro e che Montante, invece, «aveva versato», si legge nell' informativa, «somme di denaro in nero, perché non voleva figurare tra i finanziatori». Dopo il lauto finanziamento, però, Giuseppe Catanzaro (attuale presidente di Sicindustria autosospeso dopo l' avviso di garanzia) si lamentò con Montante per la pubblicazione di un articolo critico nei suoi confronti proprio sul giornale che pensavano di aver «comprato».

 

LO BELLO E MONTANTE

Era abile nell' allacciare le relazioni Montante. E nelle carte finiscono tutti gli incontri con il vicedirettore dell' Espresso Lirio Abbate: colazioni, pranzi e cene (sono 26 quelle che Montante aveva appuntato sul suo diario). Ma nei documenti finisce anche un episodio svelato da Maria Sole Vizzini, revisore contabile di un' azienda che stava per fondersi con la Jonica Trasporti (partecipata della Regione e della quale Montante possedeva una piccola quota). La donna sostiene di aver ottenuto dal presidente facente funzioni della partecipata, Giulio Cusumano, la confidenza di aver ricevuto pressioni, legate anche alla sua vita privata, per concretizzare la fusione delle due società.

 

ANTONIO CALOGERO MONTANTE

Vizzini, scrivono gli investigatori, «aveva potuto comprendere che ciò che le aveva raccontato Cusumano potesse avere un suo fondamento, in quanto in seguito era stata contattata dal giornalista Lirio Abbate, che le aveva domandato se corrispondessero a verità le notizie sulla vita privata di Cusumano» che circolavano.

 

 

Ma gli investigatori precisano che «dal contenuto della cartella trovata tra i dossier di Montante, emerge la sussistenza di ottimi rapporti tra lo stesso imprenditore e il giornalista Abbate, risalenti già al 2008». E a provarlo ci sono proprio colazioni, pranzi, cene e un Ferragosto in barca. Annotava tutto Montante.

MONTANTE CON ALFANO

 

Tra i giornalisti più spiati c' erano Attilio Bolzoni di Repubblica, Marco Benanti, ex direttore de Le Iene Sicule, e Gianpiero Casagni della rivista Centonove. «Si tratta, ed è pure banale sottolinearlo», si legge negli atti dell' inchiesta, «di giornalisti che nel passato hanno pubblicato notizie con le quali si esprimevano in maniera fortemente critica nei confronti di Montante».

 

MONTANTE ALFANO LETTA CARRAI

Gli investigatori, però, trovano la copia di una conversazione tra Casagni e l' ex fedelissimo di Montante, Alfonso Cicero, in cui «si poteva evincere che il primo domandasse di tenerlo in considerazione qualora occorresse un addetto stampa all' Asi» e una mail del 2010 in cui Casagni chiedeva a Montante se potesse dargli una mano a trovare un lavoro. Questioni che Montante usa contro il giornalista, sostenendo che aveva motivi di rivalsa. Nel 2014 Casagni cerca di ottenere su Panorama un servizio sui rapporti tra Montante e un testimone di nozze definito imbarazzante, ma il settimanale cassa la proposta.

 

 

EMMA MARCEGAGLIA ANTONELLO MONTANTE ANDREA CAMILLERI ANTONELLO MONTANTE LUCA PALAMARA

Rapporti confidenziali ci sarebbero stati, almeno fino al 2013, con il giornalista del Sole 24 Ore Giuseppe Oddo. A lui Montante avrebbe chiesto anche di scrivere un libro per magnificare le sue gesta. Oddo declinò. Ma agli investigatori ha raccontato: «Seppi che il libro era stato redatto da Filippo Astone». «Sul contenuto del libro, intitolato Senza padrini e incentrato essenzialmente su un panegirico dell' attività legalitaria di Montante», chiosano gli investigatori, «nulla si ritiene necessario aggiungere». Nel frattempo l' Ordine dei giornalisti della Lombardia ha avviato un' indagine interna.

Antonello Montante

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