calenda renzi meme by macondo

“RENZI E CALENDA NON POSSONO ARRIVARE MOLTO LONTANO” – LO STORICO GIOVANNI ORSINA LE SUONA A “MATTEONZO” E “DON CICCIO”: “I DUE NON ‘BUCANO’. TROPPO CARATTERE, TROPPA STORIA, PER ALTRO NON SEMPRE COMPATIBILI. E POI, STORICAMENTE, IL TERZO POLO IN ITALIA VALE IL 10 PER CENTO. PUÒ PESARE DAVVERO SOLO NON C’È UNA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO E I SUOI VOTI SONO INDISPENSABILI PER GOVERNARE, OPPURE SE SI ALLEA. OGGI QUESTE DUE CONDIZIONI MANCANO. E PER IL MOMENTO NON SONO ALL’ORIZZONTE…”

Estratto dell’articolo di Fausto Carioti per “Libero quotidiano”

 

giovanni orsina foto di bacco (1)

La grande opportunità di Giorgia Meloni: con il Pd di Elly Schlein così spostato a sinistra, si spalanca uno spazio al centro che la premier, o suoi alleati, possono occupare. Il grande pericolo: perdere l’iniziativa, impantanarsi, consentire ai suoi avversari di definirla in negativo, come già stanno provando a fare. Il consiglio e l’avvertimento vengono da uno degli studiosi più attenti del centrodestra europeo: Giovanni Orsina, ordinario di Storia Contemporanea e direttore della School of Government della Luiss.

 

FRATELLY D'ITALIA - MEME BY CARLI

Professor Orsina, dal 25 settembre sono accaduti due fatti nuovi. Uno è l’elezione di Elly Schlein alla guida del Pd. […] È evidente che il suo primo obiettivo è recuperare i voti che dal Pd sono andati al M5S. Può riuscirci?

«Ha già cominciato a farlo […]. Restano, tuttavia, due nodi difficili da sciogliere. Il primo, banale, è che se rubi voti al tuo alleato, il Movimento Cinque stelle, non modifichi la somma della coalizione. Il secondo, strutturale, è che l’elettorato di sinistra-sinistra in Italia corrisponde storicamente a un terzo dei voti: tanti, ma non abbastanza per vincere. Una volta consolidata la propria egemonia su quel terzo, quindi, Schlein dovrà porsi il problema di come allargarsi al di fuori di esso».

 

[…] Le restano gli italiani che hanno smesso di votare.

«[…] Se Schlein riuscisse a riassorbire l’astensionismo a sinistra, e magari gli elettori delusi, a destra, non andassero a votare, allora quel terzo potrebbe diventare un 40 o 45 per cento di coloro i quali votano effettivamente. Vedremo. Le serviranno comunque tempo e fortuna».

ELLY SCHLEIN PIPPO FRANCO MEME

 

[…] Il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi è uscito male dalle regionali lombarde e laziali, e il feeling tra i due non è mai stato elevato. Il loro tandem dove può arrivare?

«Non molto lontano, ho l’impressione. Certo, un voto d’opinione come quello del terzo polo non si mobilita per le elezioni locali: il loro cattivo risultato era scontato. Dopodiché, i due non “bucano”.

 

Troppo carattere, troppa storia – per altro, due caratteri e due storie non sempre compatibili. E poi anche qui c’è un dato strutturale: storicamente, il terzo polo in Italia vale il 10 per cento.

 

Quindi, può pesare davvero solo se si verificano due condizioni: o non c’è una maggioranza in parlamento e i suoi voti sono indispensabili per governare, oppure si allea alle elezioni con la destra o con la sinistra. Oggi queste due condizioni mancano. E per il momento non sono all’orizzonte».

 

MATTEO RENZI E CARLO CALENDA

[…] Dire che la Meloni è passata dal sovranismo al conservatorismo è una semplificazione esagerata?

«Assolutamente no. Sarei ancora più provocatorio: è passata dal sovranismo al moderatismo. Sia chiaro: sono convinto che abbia fatto benissimo, anzi che non avesse alternative. Il governo Meloni nasce in un momento assai delicato, gravato di uno stigma molto negativo (a mio avviso ingiusto, ma tant’è) a livello internazionale. L’interesse nazionale richiedeva prudenza. Anche perché a fare i gradassi sui tavoli internazionali non si ottiene niente, se non di far contente per un quarto d’ora alcune frange marginali dell’elettorato nazionale. Si perde di credibilità, e poi son guai».

GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN MEME BY DAGOSPIA

 

Messa così, sembra che i governi nazionali possano solo seguire le ricette scritte da altri.

«Piacciano o non piacciano, i vincoli europei e internazionali sono un dato di fatto. Si può tentare di allentarli e forse anche di modificarli, ma ci vogliono tempo, forza politica e credibilità. Tre risorse che si guadagnano prima di tutto dimostrando di saper accettare quei limiti».

 

Il grande disegno della Meloni e dei conservatori europei è proprio quello di piazzarsi nella stanza dei bottoni della Ue, entrando nella prossima commissione al posto del Pd e dei socialisti. Dipenderà tutto dai risultati delle elezioni europee che si terranno tra un anno. Dovesse accadere, cosa significherebbe per l’Unione?

«Politicamente, sarebbe una mezza rivoluzione. Anche se per due terzi – popolari e liberali – la nuova maggioranza si sovrapporrebbe a quella attuale. Dopodiché, bisognerebbe comprenderne le ricadute istituzionali. In teoria i conservatori sarebbero per un’Europa “gollista”, più intergovernativa che sovranazionale. Ma all’Italia, su tanti dossier, questa soluzione conviene poco. È forse il più rilevante dei nodi che Meloni non ha ancora sciolto […] ».

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - MEME FESTIVALBAR

 

Fin dove può arrivare questo spostamento al centro della Meloni e di Fdi? Può giungere al punto di farli diventare attraenti per i moderati spiazzati dal radicalismo della Schlein?

«Nel tempo, non vedo perché no. Se il Partito democratico si chiude in permanenza nel terzo di elettorato radicale di cui dicevo e se Renzi e Calenda non decollano, per Meloni […] si apre uno spazio interessante al centro. Tanto più che a destra della coalizione di governo non ci sono concorrenti. Il vero problema sarebbe non scontentare l’elettorato identitario al punto da spingerlo all’astensione. Ma voglio vederlo un elettore di destra astenersi, se dall’altra parte di Meloni c’è la Schlein di oggi...».

 

Nessun pericolo all’orizzonte, quindi, per Giorgia Meloni?

«Al contrario: ne vedo almeno tre. […] Il primo è che la sua cautela nel costruirsi classe dirigente, che è un pregio, si trasformi in un difetto, facendo prevalere una sorta di sindrome da arroccamento fra i “felici pochi” che provengono tutti dalla stessa storia e la pensano allo stesso modo. È una strada lungo la quale aumentano le paranoie e si allentano i legami con la realtà. È anche una strada che le classi di governo hanno percorso spessissimo: è un riflesso di protezione consustanziale all’esercizio del potere».

Zorro Calenda Renzi

 

Il secondo pericolo?

«È che Meloni perda freschezza. È quasi inevitabile, governando, ma bisogna cercare di perderne il meno possibile. Tanto più che la freschezza è il vantaggio principale di Schlein».

 

Resta il pericolo più serio.

«È quello di non riuscire a tenere l’iniziativa politica. Dicevo prima che il moderatismo di Meloni è positivo, anzi necessario. Poi, però, devi fare delle cose che ti caratterizzino. Cose di destra. Tre o quattro grandi riforme ambiziose. Devi dettare l’agenda, insomma».  […]

CARLO CALENDA E MATTEO RENZIMATTEO RENZI CARLO CALENDA BARE FUORI - MEME SUL GOVERNO E I MIGRANTI BY CARLI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MEME BY ANDREA BOZZOI CUGINI DI CARFAGNA - MEME BY EMILIANO CARLI MATTEO RENZI CARLO CALENDA BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…