FU VERO GOLPE? - TREMONTI TORNA A PARLARE DEL RICATTO CHE CAUSÒ LA CADUTA DEL GOVERNO BERLUSCONI NEL 2011: “IL 5 AGOSTO DEL 2011 LA BCE INVIÒ AL GOVERNO ITALIANO UNA LETTERA DIKTAT. IL ‘DECRETO DI FERRAGOSTO’ FU DETERMINATO DAL RICATTO SU CUI SI BASAVA QUELLA LETTERA, CIOÈ: SE NON FATE QUELLO CHE VI ‘CONSIGLIAMO’ NON COMPRIAMO TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO CAUSANDONE IL DEFAULT. LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA FU INTRODOTTA SU INSISTENZA DEL…

 

1 – IL 5 AGOSTO 2011 LA BCE INVIÒ AL GOVERNO ITALIANO UNA VERA E PROPRIA LETTERA DI RICATTO

Lettera di Giulio Tremonti pubblicata da “Italia Oggi”

 

giulio tremonti silvio berlusconi 1

Gentile direttore, ho letto su ItaliaOggi l' articolo di Carlo Valentini pubblicato il 14 agosto sotto il titolo «Che fare di fronte alla maxi Iva?» Nell' articolo è scritto tra l' altro quanto segue: «Ricorda Paolo Balduzzi, docente di scienza delle finanze alla Cattolica di Milano: « Il primo a escogitare il meccanismo fu Giulio Tremonti, ministro dell' economia del governo Berlusconi. Da allora l' idea è piaciuta un po' a tutti gli esecutivi politici».

 

giulio tremonti

Quanto sopra non corrisponde al vero. Per le seguenti ragioni: a) il 5 agosto del 2011 la Bce inviò al Governo della Repubblica Italiana una lettera Diktat; b) il «Decreto di Ferragosto» fu determinato dal ricatto su cui si basava quella lettera: se non fate quello che vi «consigliamo» non compriamo titoli del debito pubblico italiano causandone il default; c) quel Decreto non conteneva alcuna clausola di salvaguardia, clausola che fu introdotta solo a seguito della successiva e strumentale insistenza «europea»; d) in ogni caso, e questo è il punto essenziale, la clausola così introdotta era totalmente priva di valore giuridico non producendo effetti vincolanti e specifici (come è invece stato dopo per le altre e vere clausole) esaurendosi nella forma di un impegno politico-programmatico.

SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI

 

Impegno che tra l' altro era a sua volta subordinato all' ipotesi del non verificarsi degli effetti della manovra impostata dal Governo italiano; e) il sostanziale passaggio dal piano generico e programmatico al piano giuridico-vincolante mirato specificamente sull' Iva fu operato - caduto il Governo - dal Governo Monti che per primo introdusse il tipo di clausola che poi è stato sviluppato nel corso degli anni e che da allora è risalito ad oggi.

 

silvio berlusconi giulio tremonti1

Altre volte, anche su ItaliaOggi, è stato evidenziato il movente della citata lettera del 5 agosto: in crisi non era l' Italia, ma erano le banche tedesche e francesi creditrici della Grecia. Quando il Governo italiano si oppose all' uso del «Fondo Salva Stati» per salvare quelle banche si scatenarono gli spread e poi l' azione che ha infine portato alle gesta della «Troika» in Grecia.

Tanto cordialmente, Suo

 

2 – TREMONTI SVELA IL RICATTO DELLA BCE ALL'ITALIA DEL 2011

Roberto Vivaldelli per www.ilgiornale.it

 

silvio berlusconi giulio tremonti

Sono passati 8 lunghi anni dal "golpe finanziario" del 2011 contro il governo guidato all'epoca da Silvio Berlusconi. A 8 anni di distanza, l'ex ministro Giulio Tremonti, in un editoriale firmato su Italia Oggi sul tema delle clausole Iva, torna sulla "lettera della Bce" inviata il 5 agosto 2011 al governo di allora: un vero e proprio ricatto contro un governo democraticamente eletto. "Il 5 agosto del 2011 la Bce inviò al Governo della Repubblica Italiana una lettera Diktat" ricorda Tremonti, sottolineando che il "Decreto di Ferragosto" fu determinato dal ricatto su cui si basava quella lettera. Della serie: se non fate quello che vi 'consigliamo' non compriamo titoli del debito pubblico italiano causandone il default.

jean claude trichet e mario draghi 1

 

L'ex ministro dell'economia ricorda come quel decreto non conteneva alcuna clausola di salvaguardia, che fu introdotta solo a seguito della successiva e strumentale insistenza europea ma "in ogni caso, e questo è il punto essenziale, la clausola così introdotta era totalmente priva di valore giuridico non producendo effetti vincolanti e specifici (come è invece stato dopo per le altre e vere clausole) esaurendosi nella forma di un impegno politico-programmatico. Impegno che tra l'altro era a sua volta subordinato all'ipotesi del non verificarsi degli effetti della manovra impostata dal Governo italiano".

 

jean claude trichet e mario draghi passaggio di consegne

Giulio Tremonti, nel ripercorrere quei mesi estremamente travagliati e complessi per il nostro Paese, afferma che il piano vincolante sull'Iva, caduto il governo Berlusconi, fu operato dal Governo Monti che per primo introdusse il tipo di clausola che poi è stato sviluppato nel corso degli anni. Altre volte, sottolinea Tremonti, "è stato evidenziato il movente della citata lettera del 5 agosto: in crisi non era l'Italia, ma erano le banche tedesche e francesi creditrici della Grecia. Quando il Governo italiano si oppose all'uso del Fondo Salva Stati per salvare quelle banche si scatenarono gli spread e poi l'azione che ha infine portato alle gesta della Troika in Grecia". Un vero e proprio bluff ai danni dell'Italia.

 

sarkozy gheddafi

Nel 2014, in tempi non sospetti, Il Giornale raccontava il "golpe" contro Silvio Berlusconi del 2011. Un "complotto" - termine sintetico per indicare la convergenza di diversi soggetti - che passò anche dalle agenzie di rating: furono gli arbitri indiscussi della finanza internazionale a dare il colpo di grazia al sistema Italia. Nel dicembre 2017, anche l'ex premier Romano Prodi ammise che contro Berlusconi si consumò un golpe finanziario: "La mia sensazione - raccontò Prodi a lex direttore del Sole24Ore Roberto Napoletano - è che questa volta i mercati vogliano far pagare a Berlusconi anche la posizione italiana a favore di Putin, di Gheddafi e della stabilità iraniana. Si tratta di una scelta di campo giusta per tutelare l'interesse nazionale e io la condivido, ma ha scatenato le mire francesi sulla Libia, l'interesse tedesco per la partnership con i russi che ci danneggia, l'insofferenza americana per un'alleanza storica che reputano tradita. Purtroppo è un dato di fatto che, alla fine, l'errore della guerra della Libia lo paghiamo noi".

 

berlusconi putin medvedevberlusconi medvedev putin

Giornata chiave fu il 5 febbraio 2011: nella capitale russa, il consigliere del Cremlino Sergei Prikhodko annuncia l'arrivo a Roma del presidente Dmitry Medvedev per la firma di uno storico contratto con l'Eni, destinato ad aprire le porte della Libia al gigante del petrolio russo Gazprom. A Milano, nelle stesse ore, il giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo deposita il rinvio a giudizio per gli imputati del processo Ruby. A Bengasi, invece, scoppiano i disordini che spingeranno la Nato all'intervento militare e all'eliminazione di Gheddafi. Per l'Italia il 2011 rappresentò una sconfitta su tutti i fronti.

mario draghi jean claude trichetgiulio tremonti silvio berlusconi 2

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)