grillo dalla russia con amore

GLI USA AVVERTONO: ATTENTI AI RAPPORTI FRA GRILLO E PUTIN – LA CASA BIANCA TEME CHE IL CREMLINO SPINGA IL M5S. OBIETTIVO: DESTABILIZZARE L’ITALIA – I LEGAMI FRA MOSCA E IL MOVIMENTO POPULISTA EUROPEO. E QUELLA STRANA MISSIONE DEI GRILLINI IN LITUANIA…

 

Paolo Mastrolilli per la Stampa

 

GRILLOGRILLO

«Fate attenzione ai legami fra governo russo e M5S». È il messaggio circolato nei mesi scorsi nell' amministrazione Usa, con lo scopo di mettere poi Roma al corrente di un fenomeno più vasto: l' esteso impegno di Mosca a sostenere forze politiche intenzionate a sfidare gli establishment nazionali. Con lo scopo di indebolire nel lungo periodo tanto l' Unione Europea, quanto la Nato.

 

Sono fonti governative americane a ricostruire per «La Stampa» quanto sta avvenendo, spiegando in particolare che sono preoccupate per l' influenza che la Russia sta cercando di avere sulle prossime elezioni italiane, nell' ambito di una strategia di interferenza che tocca tutta l' Europa, dopo quella adottata durante le presidenziali degli Stati Uniti. Finora il potenziale punto di contatto è stato individuato da Washington soprattutto nei rapporti che Mosca sta costruendo con il Movimento 5 Stelle, e con la Lega, che però ha prospettive elettorali inferiori.

 

PUTINPUTIN

All' origine di tali sviluppi ci sono le conseguenze dell' Election Day. Quando l' intelligence americana è arrivata alla conclusione che il Cremlino aveva gestito le incursioni degli hacker nell' archivio digitale del Partito democratico, per rubare documenti con cui deragliare la candidatura presidenziale di Hillary Clinton, l' apparato governativo degli Usa si è attivato per comprendere meglio le dimensioni e lo scopo di questa strategia. Quindi si è convinto che la Russia sta cercando di dividere e indebolire l' intero Occidente, favorendo le formazioni politiche che mettono in discussione le alleanze storiche e più recenti tra le due sponde dell' Atlantico.

 

PUTIN LE PENPUTIN LE PEN

Questa offensiva era già presente negli Stati baltici, che avendo fatto parte dell' Unione Sovietica sono abituati a simili tattiche di propaganda e manipolazione, e le riconoscono in fretta. Discorso analogo per la Serbia e l' intera area della ex Jugoslavia. L' operazione però si è allargata anche al resto dell' Europa occidentale, che secondo gli analisti di Washington è meno pronta a capirla e difendersi. Perciò il governo Usa si è attivato, con missioni discrete che hanno riguardato anche l' Italia.

 

Gli obiettivi di Mosca sono tutti i Paesi dove nei prossimi mesi sono in programma le elezioni, che per la loro natura democratica consentono di infiltrare i sistemi politici e cercare di condizionarli. Al primo posto ci sono le presidenziali francesi, dove gli effetti dell' offensiva russa sono già stati pubblicamente notati, con la visita di Marine Le Pen al Cremlino e le informazioni uscite per attaccare l' indipendente Macron. Nel radar degli americani però ci sono anche le presidenziali del 2 aprile in Serbia, il voto di settembre in Germania, e quello che comunque dovrà avvenire in Italia entro la primavera del 2018.

 

matteo salvini for putinmatteo salvini for putin

Secondo quanto appurato da Washington, i metodi usati sono diversi. Negli Stati Uniti gli attacchi sono avvenuti nel campo digitale, perché è molto sviluppato e offriva grandi opportunità. Lo stesso sta avvenendo già in Europa, come hanno dimostrato le denunce fatte da Macron. Più difficile è provare eventuali finanziamenti o aiuti diretti per le campagne elettorali e i partiti.

 

In Italia il sistema digitale è meno sviluppato di quello americano, e i nostri apparati contano anche sul naturale scetticismo degli elettori per depotenziare eventuali offensive. Nel mondo di oggi, però, non serve molto: basta intercettare una mail o una lettera, per demolire un candidato o un partito.

 

Poi ci sono i rapporti personali diretti. Ha sorpreso, ad esempio, la visita di una delegazione italiana che qualche tempo fa è andata in Lituania, dialogando con la comunità di origine russa nel Paese. Rilevanti sono anche gli incontri con le ambasciate, che sono leciti, ma possono andare oltre la cortesia diplomatica. M5S e Lega non hanno fatto mistero dei contatti avuti con Mosca, e ciò ha suscitato preoccupazione, anche se in scala diversa.

 

salvini maglietta putinsalvini maglietta putin

L' attenzione riservata dal governo americano a questi fenomeni è maturata prima dell' entrata in carica della nuova amministrazione Trump, e delle stesse presidenziali dell' 8 novembre. Finora se ne sono occupati funzionari di carriera non partisan, e la loro attività è completamente slegata dalle inchieste in corso all' Fbi e al Congresso sulle eventuali complicità tra gli hacker russi e la campagna del candidato repubblicano.

 

KISSINGER PUTINKISSINGER PUTIN

Si tratta in sostanza di valutazioni professionali, indipendenti dalle vicende politiche interne. La transizione naturalmente complica le cose, perché il governo deve affrontare altre priorità, e nei Paesi che sono potenziali obiettivi non sono ancora stati nominati i nuovi ambasciatori. Le elezioni italiane però sono quelle più lontane nel calendario, a fine aprile il premier Gentiloni verrà alla Casa Bianca e a maggio ospiterà Trump al G7, e quindi ci sarà il tempo per discutere e chiarire queste preoccupazioni. Da qui lo scenario di una consultazione in crescendo fra Washington e Roma sul ruolo dei grillini come emissari del Cremlino nel Bel Paese.

 

 

2. LA RETE PUTINIANA DEI POPULISTI

 

Marco Bresolin per la Stampa

 

Viktor Zubarev, primo a sinistraViktor Zubarev, primo a sinistra

C' è una data-chiave nel disegno di Putin che ha portato alla creazione di una rete di partiti populisti europei legati a doppio filo al Cremlino. È il 15 dicembre del 2013. Quel giorno, al Lingotto di Torino, Matteo Salvini è diventato segretario della Lega Nord. Sotto il palco c' erano anche l' austriaco Heinz-Christian Strache (presidente del Partito della Libertà), il francese Ludovic De Danne (consigliere per gli affari istituzionali del Front National) e l' olandese Geert Wilders (leader del Partito della Libertà).

 

Nulla di strano, visto che i movimenti della destra anti-sistema stavano preparando l' alleanza per le Europee del 2014. Accanto a loro, però, c' era anche Viktor Zubarev, parlamentare di Russia Unita. Che ci faceva l' uomo di Putin al congresso della Lega Nord? Negli anni successivi i contorni della risposta sono stati meglio definiti.

 

PETRY AFD 2PETRY AFD 2

Matteo Salvini è stato più volte a Mosca. Marine Le Pen, proprio nelle scorse settimane, è stata ricevuta ufficialmente da Putin. Nel frattempo i rapporti tra i partiti della "rete" si sono intensificati e allargati, sempre in stretto contatto con il Cremlino. I movimenti, uniti tra le altre cose dalla lotta all' Ue, sono stati usati come una sorta di cavallo di Troia russo per spaccare l' Ue dall' interno. Alle elezioni del 2014 hanno ottenuto buoni risultati, ma non hanno stravinto e - almeno nel Parlamento europeo - sono stati marginalizzati. Era solo l' inizio di un percorso, che è proseguito nelle rispettive capitali.

GRILLO E FARAGEGRILLO E FARAGE

 

La rete si è poi estesa ad altri movimenti, Putin è riuscito a lavorare anche con i tedeschi dell' Afd, che dopo i buoni risultati in alcuni Land ora puntano alle elezioni politiche di settembre. C' è il forte sospetto che le campagne elettorali siano state finanziate con i soldi di Mosca.

 

ORBAN BIRRAORBAN BIRRA

Nel Regno Unito i media della propaganda russa hanno giocato un ruolo decisivo nella campagna per il referendum sulla Brexit e il leader dello Ukip, Nigel Farage, ha più volte espresso la sua ammirazione in pubblico per Putin. In Austria, i russi hanno puntato dritti alla presidenza dello Stato (senza però riuscirci), sostenendo il candidato Norbert Hofer. A dicembre è stato ufficialmente firmato un accordo con Russia Unita. In Ungheria, il Cremlino può contare sul forte appoggio del partito di estrema destra Jobbik, ma negli ultimi mesi ha messo un piede nel governo, grazie ai legami stretti con il premier Viktor Orban. Sempre più "disturbatore" nell' Unione Europea.

 

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)