quirinale reparto maternita' by macondo conte di maio salvini boschi renzi berlusconi beppe grillo sergio mattarella gianni letta silvio berlusconi

“SI SONO FATTI PASSI IN AVANTI” – ORMAI È SEMPRE IL SOLITO COPIONE: DI MAIO CHE LA FA FUORI DAL VASO E IL PD E CONTE CHE TIRANO DRITTO LO STESSO – DELRIO È POSITIVO DOPO L’INCONTRO CON IL PREMIER E FA SAPERE CHE “IL PRESIDENTE FARÀ UNA SINTESI QUASI DEFINITIVA DEL LAVORO DI OGGI” – IL NODO È SEMPRE LO STESSO: DI MAIO VUOLE I VOTI DEL PD PER UN GOVERNO 5 STELLE CON LUI VICEPREMIER. CIOÈ UN QUASI REMAKE DI QUELLO USCENTE

 

 

 

SERGIO MATTARELLA CON LA DELEGAZIONE DEL MOVIMENTO 5 STELLE - LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI FRANCESCO D'UVA

D'UVA: STIAMO TENENDO IL PUNTO SU NOSTRA AGENDA POLITICA

 (LaPresse) - "E' chiaro che stiamo tenendo il punto sul programma, sulla nostra agenda politica. Quindi è normale che bisogna farsi sentire, perché un governo si fa per portare avanti una agenda che si vuole portare avanti". Così Francesco D'Uva, capogruppo M5S, uscendo da Palazzo Chigi ha risposto ai cronisti che gli chiedevano delle parole di ieri di Luigi Di Maio, particolarmente dure, circa la possibilità di far nascere un esecutivo Pd-M5S.

 

GOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIE

GOVERNO, PATUANELLI: CHIARIMENTI CON PD? OGGI POSITIVA RICOGNIZIONE SU TEMI

 (LaPresse) - “Chiarimenti? Oggi abbiamo continuato la ricognizione sui temi, vedremo nelle prossime ore, la ricognizione è andata andata bene. Stiamo lavorando”. Così il capogruppo al Senato del M5s Stefano Patuanelli, dopo l’incontro con la delegazione Pd a Palazzo Chigi, avvenuta con il premier incaricato Giuseppe Conte.

 

GOVERNO, DELRIO (PD): CONTE FARÀ SINTESI DEL LAVORO DI OGGI

GRAZIANO DELRIO RIPASSA DESTRA E SINISTRA DI BOBBIO PRIMA DELL'INCONTRO CON CONTE

 (LaPresse) - "Abbiamo continuato l'approfondimento dei dossier, insieme al presidente del Consiglio incaricato. Quindi abbiamo fatto ulteriori passi avanti. Adesso il presidente si incaricherà di fare una sintesi quasi definitiva del lavoro di oggi". Lo ha detto il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, uscendo assieme al suo collega del Senato Andrea Marcucci, dopo l'incontro con i capigruppo M5S e il premier incaricato Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

 

andrea marcucci e graziano delrio arrivano al quirinale 1

GOVERNO, DELRIO (PD): FATTI PASSI IN AVANTI SUL PROGRAMMA

conte di maio zinga

(LaPresse) - Sul programma, dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi, "si sono fatti passi avanti". Lo ha detto il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, uscendo assieme al suo collega del Senato Andrea Marcucci, dopo l'incontro con i capigruppo M5S e il premier incaricato Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

giuseppe conte luigi di maio 2

 

L' IRA DEL PREMIER SUL CAPO 5S "NON DOVEVA EVOCARE IL VOTO"

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

E' un incubo che ritorna, una storia che pensava di essersi buttato dietro le spalle. E invece di nuovo parole che soffiano sullo spread, palate di nervosismo sui mercati, il Quirinale che si agita e lui, Giuseppe Conte, che deve capire, spiegare, moderare. Non pensava che Luigi Di Maio arrivasse fino ad evocare il voto, come se non fosse davvero mai entrato in questa difficile partita con il Pd se non per sabotarla o lasciare almeno l' impressione di volerlo fare. Lo ha detto anche a Nicola Zingaretti, che lo ha chiamato allarmato e stufo del comportamento del capo politico grillino. E lo ha ribadito durante il colloquio con Dario Franceschini e Andrea Orlando.

 

LA TRATTATIVA PD-M5S VISTA DA STAINOORLANDO E FRANCESCHINI

Non era a conoscenza della postilla esplosiva sulle urne che «non avrebbe dovuto citare», è il commento consegnato a democratici irritati. Anche perché l' abbraccio dei mercati all' idea del nuovo esecutivo giallorosso si è subito raffreddato. Conte era stato informato da Di Maio del discorso che avrebbe tenuto pochi minuti dopo il breve incontro delle consultazioni. Ma il grillino gli aveva comunicato solo la volontà di rendere più ultimativi i toni sul programma, di spostare sul tavolo dei contenuti un match che tutti sanno ruota attorno a una sola richiesta: essere ancora vicepremier.

 

villa nazareth roma

È il nodo che potrebbe sciogliere o strozzare tutto, che è aleggiato nel confronto tra il premier incaricato e i dem. Quando incontra il Papa alle esequie del cardinale Achille Silvestrini, il fondatore della comunità Villa Nazareth dove da giovane è stato accolto ed è la centrale di molte relazioni che lo hanno sostenuto in questi mesi, Conte si dice tranquillo che le cose procederanno. E fa diramare un comunicato per convocare il vertice di oggi come se nulla fosse. Ma «i miei vice devono essere due», continua a spiegare, per dare «un equilibrio sostenibile al governo» e per non spingere Di Maio alla guerriglia.

Francesco D'Uva 1

 

Conte spiega - e si spiega - così il comportamento del grillino: un leader indebolito sul fronte interno, con un grande problema chiamato gruppi parlamentari. Deputati e senatori che si muovono ormai slegati dalle sue direttive, che hanno interlocuzioni autonome con i colleghi del Pd, che hanno già avviato tavoli programmatici e che non ci pensano proprio a far saltare tutto per il loro capo.

 

Ecco perché, senza quello scivolamento sul voto, sarebbe stato un discorso da leggere in chiave interna, è la rassicurazione che offre Conte. Perché Di Maio, ammaccato dalle critiche, scavalcato dai post di Beppe Grillo e messo in ombra dall' ascesa del premier, ha bisogno di "ricentralizzarsi".

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Ma forse aveva calcolato male le conseguenze. «Lui e chi lo consiglia». Nelle chat dei parlamentari si fanno i nomi dei suoi collaboratori, si immagina un leader arroccato con sempre meno fedelissimi, con i nervi in fibrillazione. Le ore seguenti alla sua conferenza sono un rosario di dichiarazioni che trasudano pentimento.

 

Il capogruppo Stefano Patuanelli assicura che «non ci sono ostacoli insormontabili all' accordo con il Pd», che «i punti in comune sono diversi». Un gesto di distensione arriva poi sul decreto Sicurezza. Se ti vuoi sedere al tavolo con Zingaretti, sai bene che non puoi dire che la legge-cuore del salvinismo non si tocca. È l' altro passaggio che Conte non gradisce per come è stato messo giù da Di Maio. E infatti il capogruppo alla Camera Francesco D' Uva si precipita a spiegare: «Sul decreto stiamo dicendo tutti la stessa cosa, anche il Pd: ci sono dei rilievi fatti dal capo dello Stato, bisogna tenerne conto».

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

 

«I flussi migratori - aggiunge Patuanelli - vanno gestiti con l' Europa, la linea è chiara come lo è stata con Minniti», l' ex ministro del Pd a cui molti grillini riaffiderebbero volentieri il Viminale. È la linea di Conte, espressa anche a Biarritz come ulteriore segnale a Zingaretti: vanno cambiati i cardini del decreto Sicurezza, a rischio di incostituzionalità, come le multe per i salvataggi in mare e le sanzioni contro chi manifesta, ma «non tutto il pacchetto va buttato via» come chiede il Pd.

 

QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO

Ma sarebbe bastato leggere l' elenco dei punti programmatici consegnati da Di Maio a Conte, e passati da dieci a venti (con preliminare scrematura di compromesso), per capire che il grillino era andato oltre quello che c' era scritto lì. L' immigrazione è solo una subordinata finale nel capitolo sulla giustizia (al numero sette). E mentre lui insiste nel parlare di revoca delle concessioni autostradali al punto dieci c' è scritto «revisione», che è ben diverso.

 

giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 9

Nella strategia riadattata giorno dopo giorno da lunedì, nelle fasi finali della trattativa, partirà la controffensiva sulla premiership. Mentre ieri Di Maio doveva riprendersi la scena per dare un assaggio di cosa significherebbe lasciarlo fuori da Chigi come vuole il Pd. Per questo anche, in un giornata già tesa, arriva sul blog il post che spegne le voci secondo le quali a Conte e al capo dello Stato Sergio Mattarella sarebbe stato assicurato che la votazione sulla piattaforma Rousseau non avrà alcun valore, qualunque sia il risultato. «Quel voto varrà» fa dire Di Maio, perché Zingaretti intenda.

-

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....