IL GOVERNO DEL FARE (FINTA): IL PIANO-DISMISSIONI E’ SOLTANTO UNA BUFALA

Fabrizio Ravoni per "Il Giornale"

400, 50, 15, 0. Non è la combinazione di una cassaforte. Ma le cifre sui presunti incassi dalle dismissioni, soprattutto immobiliari, che circolano in queste ore. E, purtroppo, l'ultima è la più verosimile.

La prima cifra, 400 miliardi, è il programma di dismissioni presentato dal Pdl al governo. «Non è nuovo - osserva Pierpaolo Baretta, sottosegretario all'Economia - Era già stato presentato in campagna elettorale. Ma vedo un eccesso di ottimismo - prosegue - non tanto sul patrimonio quanto sulla vendibilità dello stesso in un momento come questo».

In qualunque caso, Baretta precisa che sull'argomento non esiste una discussione approfondita, «anche se la questione Demanio è all'ordine del giorno, perché il problema del debito dev'essere affrontato».

La seconda cifra, 50 miliardi, viene da Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera. «Sarebbero una bella botta al debito pubblico», commenta in tv. E aggiunge, in merito ai 400 miliardi tratteggiati dal Pdl, che prima di fare cifre «è necessario sapere dove sono e quali sono» gli immobili da cedere sul mercato. Occorre - osserva - «una lista dettagliata prima di parlare di finanza. Solo così si diventa credibili».
Il terzo numero, 15 miliardi, lo ha scritto il governo Monti nell'ultimo Documento sull'economia e la finanza (Def).

La previsione era di incassare 15 miliardi all'anno (per cinque anni) così da ridurre il debito di un punto di pil ogni dodici mesi. In realtà, la società che dovrebbe - nelle intenzioni del precedente governo - avviare le dismissioni immobiliari è ancora in fase di avviamento; e non ha ancora avviato il momento del rodaggio.

Il quarto e ultimo numero, zero incassi, è quello più verosimile. Il governo, infatti, difficilmente riuscirà a incamerare risorse dalle cessioni immobiliari; eccezion fatta per la vendita degli alloggi della Difesa. E non è strumentale a fini politici la richiesta che viene da parte di alcuni esponenti del Pdl di una nota di aggiornamento del Def da parte del governo Letta.

Il quadro tendenziale di finanza pubblica tratteggiato nel documento ufficiale è completamente cambiato. L'andamento del pil di quest'anno e del prossimo sarà diverso: quest'anno la diminuzione dovrebbe essere ben superiore all'1,3% previsto, e vicina all'1,7-1,8%; mentre nel 2014 difficilmente crescerà dell'1,3%, ma più verosimilmente dello 0,7-0,8%, come dicono Fondo monetario, Ocse, Centro studi Confindustria.


Ma oltre al pil anche altri valori - quale, appunto, quello del debito - rischiano di essere diversi, e quindi di modificare il quadro di finanza pubblica. Le mancate privatizzazioni immobiliari non alleggeriranno il peso del debito di un punto, come previsto. Ne consegue che quel punto di debito rimarrà e che il ministero dell'Economia dovrà elaborare le nuove stime considerando anche un lieve aumento della spesa per interessi (nell'ordine di 600 milioni) a causa delle emissioni di titoli pubblici per onorare le mancate dismissioni.

In alcune componenti del Pdl, infine, c'è il sospetto che la scelta di dirottare l'attenzione sul tema delle dimissioni immobiliari e no possa far accantonare il problema delle coperture su Iva e Imu.

Con una differenza. Il programma di dismissioni è oggettivamente difficile da realizzare da parte del ministero dell'Economia: la mappatura dei beni cedibili è stato fornito solo dal ministero della Difesa (anche se è difficile trovare acquirenti per le trincee di montagna). Mentre per individuare la copertura sul rinvio della rata Imu e dell'aumento dell'Iva è necessaria volontà politica.

 

LETTA E SACCOMANNI Francesco Boccia flrs07 pierpaolo barettaBERLU E MONTI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO