
TRA GOVERNO E MAGISTRATI È GUERRA TOTALE: INVECE CHE RISPONDERE NEL MERITO, LA DESTRA ATTACCA LE TOGHE ROSSE – IL MINISTRO PIANTEDOSI DEFINISCE LA CORTE DI CASSAZIONE “IDEOLOGICA” DOPO LA DOPPIA BOCCIATURA DEL DECRETO SICUREZZA E DEL PROTOCOLLO ALBANIA; IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI VA OLTRE E PARAGONA I GIUDICI A “ESPONENTI DELL’ESTREMA SINISTRA DEI CENTRI SOCIALI” – I POSSIBILI PROFILI DI CONTRASTO CON COSTITUZIONE, NORME UE E CONVENZIONI INTERNAZIONALI SONO MOLTI, EPPURE IL GOVERNO NON RISPONDE E PROSEGUE CON I TRASFERIMENTI E GLI ATTACCHI…
PALAZZO DELLA CORTE DI CASSAZIONE - PALAZZACCIO
Estratto dell’articolo di Alessia Candito per "la Repubblica"
[…] A pochi giorni dalla bocciatura del decreto sicurezza arrivata dalla […] Cassazione, dall'ufficio civile arriva una pesante sconfessione del protocollo Albania. E in entrambe le occasioni, nel giro di poche ore da governo e maggioranza ecco una nuova salva di attacchi alle toghe.
Nel caso specifico, alla Suprema Corte, a detta del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi "ideologica" nell'analizzare (e sonoramente bocciare) il decreto sicurezza, e secondo il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri «occupata da esponenti dell'estrema sinistra dei centri sociali che scrivono quello che vogliono».
MATTEO PIANTEDOSI GIORGIA MELONI
Toni ancora più duri usa il ministro degli Affari Europei, Tommaso Foti che annuncia a «naviganti, fiancheggiatori e complici» che il governo Meloni non farà passi indietro, mentre il collega Luca Ciriani anticipa accelerazioni sulla riforma della giustizia.
Con varie sfumature, tutti gridano alla presunta violazione della separazione dei poteri, obbligando l'Anm a ricordare che uno dei compiti della Suprema Corte è proprio «redigere le relazioni sulle novità normative, evidenziandone anche le eventuali criticità dal punto di vista della tenuta costituzionale».
E nel caso del protocollo Albania sono parecchie. Nelle 48 pagine che ai giudici del Massimario civile servono per mettere in fila tutte la falle dell'accordo con Tirana, non si bacchetta solo la prima fase dell'esperimento albanese, congelata in attesa della pronuncia della Corte di giustizia europea (Cgue) dopo tre tentativi di trasferimento falliti.
Sotto esame c'è anche il tentativo del governo di "salvare" Shenjin e Gjader, trasferendo lì gli stranieri già presenti nei cpr in Italia. E anche in questo caso, la norma confezionata dal governo Meloni non lo supera.
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Dalla mancanza di un provvedimento legalmente appellabile che disponga il trattenimento alla discrezionalità amministrativa che ne deriva, dall'assenza di criteri certi nella selezione dei trattenuti da spedire in Albania alle violazioni del diritto alla salute, alla vita personale e familiare, i profili di contrasto con la Costituzione, le norme europee e le convenzioni internazionali sono innumerevoli.
Su alcuni, ci sono già pronunce della Cgue, come quella che vieta di considerare in modo standard la presentazione della richiesta d'asilo come "trucco" per ritardare l'espulsione e obbliga a una valutazione caso per caso.
Su altri, la pronuncia della Corte Ue è stata di recente sollecitata dalla Cassazione e mette in discussione l'impianto stesso della legge: per i giudici il trasferimento in Albania dei trattenuti è incompatibile con le norme europee.
Rilievi sostanzialmente ignorati dal governo, che mai è entrato nel merito delle questioni sollevate, limitandosi a proseguire con i trasferimenti e con gli attacchi ai magistrati chiamati a valutarne la compatibilità con l'ordinamento.
«L'azione della magistratura risponde al dettato della nostra Costituzione, non al potere esecutivo», protesta il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Francesco Boccia, quelle di Piantedosi, rincara la dose il senatore dem Filippo Sensi, «sono parole pericolose» mentre Angelo Bonelli di Avs avvisa: «il governo vuole smantellare gli organismi di garanzia costituzionale». Allarmi e richieste di spiegazioni in aula che l'esecutivo continua a ignorare.
container nel centro di gjader in albania
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CENTRO PER MIGRANTI IN ALBANIA
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