IL SOTTO-MARINO STA PER ESSERE COMMISSARIATO? IL GOVERNO RITIRA IL DECRETO SALVA-ROMA. LA MINISTRA BOSCHI: “LO RIPROPORREMO IN UN NUOVO PROVVEDIMENTO, MA CON ALTRI CONTENUTI”
1. SALVA ROMA: GOVERNO VERSO RITIRO DECRETO
(ANSA) - Il dl salva Roma sta per essere ritirato dal governo. Secondo quanto si apprende, ai capigruppo di Montecitorio riuniti il ministro Boschi avrebbe comunicato che il governo prende atto dell'ostruzionismo e ritira il provvedimento.
2. SALVA ROMA: BOSCHI, ARRIVERÃ NUOVO PROVVEDIMENTO
(ANSA) - Il Governo varerà "un nuovo provvedimento, dopo una valutazione dei contenuti", che contenga anche le norme sull'Expo e sulla Sardegna. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi dopo aver annunciato che il governo rinuncia al dl salva Roma.
3. CAMPIDOGLIO, L'OMBRA DEL DISSESTO
Mauro Evangelisti per "Il Messaggero"
Spettro commissariamento per il Campidoglio. Di fronte all'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle slitta la conversione del decreto sugli enti locali in cui è contenuto il Salva Roma. Per la seconda volta le norme che assicuravano, tra l'altro, 475 milioni di euro alla Capitale, cadono quando arriva il momento di passare dal decreto alla conversione in legge. Lanzillotta, senatrice di Scelta Civica, parla di rischio di commissariamento: «Teniamo conto- che già in questo decreto erano contenute le norme di sanatoria degli effetti della prima versione».
IL CASO
In Campidoglio torna lo spettro del default e del commissariamento. Di fronte all'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle e alla concreta possibilità che non vi fosse tempo a sufficienza per la conversione del decreto sugli enti locali in cui è contenuto il Salva Roma, ieri nella maggioranza che sostiene il nuovo governo Renzi ha preso forza l'ipotesi di lasciare decadere il provvedimento. Per la seconda volta le norme che assicuravano, tra l'altro, 475 milioni di euro alla Capitale, cadono quando arriva il momento di passare dal decreto alla conversione in legge.
Era già successo con la prima versione, alla fine di dicembre. Cosa succede senza Salva-Roma? Linda Lanzillotta, senatrice di Scelta Civica, parla apertamente di rischio di commissariamento: «Teniamo conto - ricorda - che già in questo decreto erano contenute le norme di sanatoria degli effetti della prima versione del Salva-Roma che fu ritirata. Non ci sono più le basi per sostenere il provvedimento e dunque il rischio di dissesto c'è».
Nel Partito democratico la pensano diversamente, come spiegava ieri l'onorevole Fabio Melilli, relatore della legge e neo segretario laziale del Pd: «In fondo il bilancio 2013 del Comune è stato votato con quelle norme vigenti. Si vedrà poi in sede di consuntivo come intervenire».
ALTA TENSIONE
In realtà il livello di preoccupazione è molto alto, tanto che lo stesso Ignazio Marino, che aveva sempre decantato un presunto ottimo rapporto con il M5S, attorno alle 19 ha capito che la situazione stava precipitando e ha fatto scrivere un comunicato molto duro: «Trovo veramente inspiegabile e ingiustificabile, davanti ai propri elettori e a tutti gli italiani, l'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle nei confronti del decreto sugli enti locali. Peraltro, sono ancora più sconcertato poiché il Movimento 5 Stelle qui in Campidoglio dai banchi dell'opposizione rappresenta per questa amministrazione un continuo stimolo».
Vale la pena ricordare quanto conta l'aiuto del governo per fare da puntello al bilancio. L'anno scorso Roma registrava un disavanzo di 816 milioni di euro: il decreto ha consentito un travaso di risorse dalla gestione commissariale per circa 300 milioni. Stessa musica nel 2014: lo squilibrio è vicino al miliardo e altri 175 milioni arrivano dal Salva-Roma che prevede un percorso di affiancamento da parte del Ministero dell'Economia, con il Campidoglio chiamato a presentare un piano di rientro triennale.
CONTATTI
Il sindaco, quando ha ricevuto le prime notizie dalla commissione Bilancio della Camera, che parlavano di 350 emendamenti, si è resto conto che la situazione stava diventando molto pericolosa. Ha chiamato gli esponenti del Pd romano e laziale, a partire da Melilli, si è sentito con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, con la presidente della Camera, Laura Boldrini, con l'ex sottosegretario Giovanni Legnini, ha anche tentato una personale mediazione con i Cinque stelle.
Ma quando alle 21, dopo la fiducia a Renzi, è iniziata la discussione alla Camera, prevaleva il pessimismo, con Melilli che confermava: «Se i Cinque Stelle proseguono con l'ostruzionismo, non ci sono margini per convertire entro il 28 febbraio il decreto». Lo spettro del default preoccupa anche i sindacati (per Cgil, Cisl e Uil «bloccare il Salva Roma è un grave danno per la città ») e gli imprenditori.
Per l'Acer, l'associazione dei costruttori, ha parlato il presidente Edoardo Bianchi: «L'approvazione del decreto rappresenterà un ulteriore motivo per intraprendere e portare a compimento, anche con scelte coraggiose, il processo di razionalizzazione della spesa indispensabile per liberare risorse da destinare a investimenti che diano risposte alle esigenze della città ».




