
“QUESTA È LA DEMOCRAZIA, L'ESTREMA DESTRA VA FERMATA” – IL GOVERNO TEDESCO SI DIFENDE DAGLI ATTACCHI DEL SEGRETARIO DI STATO USA RUBIO CHE, INSIEME A MUSK E JD VANCE, HA CRITICATO I SERVIZI DI BERLINO (CHE HANNO DEFINITO AFD “DECISAMENTE DI ESTREMA DESTRA”) PARLANDO DI “TIRANNIA MASCHERATA” - IL MINISTERO DEGLI ESTERI TEDESCO: “IL PASSATO INSEGNA: COSTITUZIONE E STATO DI DIRITTO VANNO DIFESI” – IL SILENZIO DI MERZ CHE STA SUBENDO LE PRESSIONI DELLA SPD, ALLEATA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, PER METTERE AL BANDO LE SVASTICHELLE (APPAIATE NEI SONDAGGI ALLA CDU DEL CANCELLIERE CHE ENTRERA' IN CARICA MARTEDI')…
Samuele Finetti per Corriere.it - Estratti
«This is democracy». «Questa è la democrazia». Esordisce con queste tre parole, il ministero degli Esteri tedesco, per rispondere alle accuse di Marco Rubio. E non lo fa con un comunicato, ma replicando direttamente, con il proprio account ufficiale, a un post su X del segretario di Stato statunitense.
Occorre fare un passo indietro di qualche ora, e tornare alla decisione di ieri dei servizi di sicurezza interni della Germania di classificare come «decisamente di estrema destra» il partito Alternative für Deutschland. Il rapporto dei servizi, 1.110 pagine frutto di quattro anni di indagini, resterà secretato. Non passa molto prima che Rubio intervenga sul social, dove accusa i servizi tedeschi di «avere la facoltà di spiare l’opposizione» e parla di «tirannia mascherata».
alice weidel elezioni in germania foto lapresse
«Ad essere estremista non è l’AfD, arrivato secondo alle ultime elezioni, ma la mortale politica dei confini aperti seguita dall’establishment, cui l’AfD si oppone». Chiamato in causa, il dicastero berlinese risponde: «Questa è la democrazia. Questa decisione è il risultato di un’indagine approfondita e indipendente per proteggere la nostra Costituzione e lo stato di diritto. Saranno i tribunali indipendenti a prendere una decisione definitiva. Abbiamo imparato dal nostro passato che l’estremismo di destra deve essere fermato».
marco rubio a parigi foto lapresse
Nel frattempo, a dar manforte a Rubio sono arrivati Elon Musk e il vicepresidente JD Vance. Il primo, che è anche proprietario del social, definisce «un attacco alla democrazia» la decisione dei servizi tedeschi. Il secondo, rilanciando il post del segretario di Stato, si avventura in una azzardata analogia storica: «L'AfD è il partito più popolare in Germania. Ora i burocrati cercano di distruggerlo. L’Occidente abbatté il muro di Berlino con uno sforzo comune. Ora è stato ricostruito, non dai sovietici o dalla Russia, ma dall’establishment tedesco».
Vance e Musk, del resto, non hanno mai nascosto le proprie simpatie per il partito dell'estrema destra tedesca.
friedrich merz al bundestag foto lapresse.
(...) Il miliardario alleato di Donald Trump, invece, a gennaio ha dialogato con Weidel in una conversazione trasmessa in diretta su X, un'occasione in cui ha lodato il programma del suo partito e invitato i suoi seguaci a sostenere e votare l’AfD (che è poi arrivato secondo, con il 20,8% dei voti e 152 seggi). Weidel, con l’altro leader Toni Chrupalla, ha parlato di «decisione politicamente motivata» e di «colpo durissimo per la democrazia tedesca».
Il prossimo cancelliere Friedrich Merz, che entrerà in carica martedì, per ora ha preferito il silenzio. La situazione è spinosa: da un lato il governo ha il potere - insieme ai due rami del Parlamento - di denunciare il partito alla Corte Costituzionale e chiederne il bando, anche se con scarsissime probabilità di ottenerlo. Dall’altro, vanno considerate le ricadute politiche, con l’AfD che nei sondaggi è già appaiata alla Cdu di Merz.
Che intanto sta già subendo le pressioni della Spd, alleata nella coalizione di governo. Il co-presidente del partito socialdemocratico Lars Klingbeil, vicecancelliere e ministro delle Finanze in pectore, ha risposto in un'intervista alla Bild che il governo valuterà se perseguire l’esclusione dalla politica nazionale dell’AfD: «Vogliono un Paese diverso, vogliono distruggere la nostra democrazia. Abbiamo il dovere di prenderli sul serio».
friedrich merz al bundestag foto lapresse
ALICE WEIDEL - FOTO LAPRESSE
FRIEDRICH MERZ - ALICE WEIDEL - FOTO LAPRESSE