brexit

MA ALLA GRAN BRETAGNA CONVIENE O NO USCIRE DALL’UNIONE EUROPEA? DALLA STERLINA AL WELFARE, DAI MERCATI AZIONARI AGLI AFFARI CON GLI ALTRI PAESI, ECCO COSA RISCHIA (E COSA GUADAGNA) LONDRA SENZA L’UE SUL GROPPONE

Ferdinando Giugliano per “la Repubblica”

 

BREXITBREXIT

Il governo britannico ha fissato per il 23 giugno la data del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell' Unione Europea. La consultazione avverrà dopo che il primo ministro David Cameron ha ottenuto una serie di concessioni sullo status della Gran Bretagna all'interno dell' Unione, per esempio la possibilità di mettere dei limiti ai sussidi per gli immigrati comunitari. Dopo l'accordo, Cameron si è potuto così esprimere a favore della permanenza nell'Ue, e con lui la maggior parte dei suoi colleghi di peso, dal ministro delle finanze, George Osborne, a quello dell' interno, Theresa May.

 

COSA CAMBIA DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO PER LA GRAN BRETA-GNA DOPO LA RINEGOZIAZIONE?

Non molto. Il pacchetto di riforme è pieno di vittorie simboliche, per esempio l'attestazione che il Regno Unito non farà parte di un' Unione «sempre più stretta». Questa era una condizione di fatto già acquisita, vista la poca popolarità di progetti come la moneta unica fra gli elettori e i politici britannici.

 

david cameron brexitdavid cameron brexit

La Gran Bretagna potrà risparmiare qualcosa sui sussidi: per esempio, dopo la rinegoziazione, l'assegno per i figli dei lavoratori stranieri che rimangono nel Paese d'origine sarà legato al costo della vita di quello stato. Ma si tratta comunque di cifre irrisorie: cancellare del tutto questi assegni avrebbe fatto risparmiare una cifra che è stata stimata in appena 30 milioni di sterline l'anno.

 

QUALI SAREBBERO LE CONSEGUENZE ECONOMICHE PER LA GRAN BRETAGNA DI UN’USCITA DALL’UNIONE EUROPEA?

Questa è la domanda da un milione di... sterline, a cui è impossibile rispondere. I tanti studi prodotti sull' argomento negli ultimi anni hanno infatti basi empiriche molto fragili, e le risposte dipendono spesso dalle posizioni aprioristiche degli autori.

brexit   5brexit 5

 

Nel breve periodo, alcuni analisti temono che un voto per l'uscita dall'Ue potrebbe produrre incertezza sui mercati azionari e obbligazionari britannici oltre che sulla sterlina. La valuta britannica si è già deprezzata negli ultimi mesi nei confronti dell' euro e del dollaro, a causa della decisione da parte della Banca d' Inghilterra di ritardare l'aumento dei tassi d'interesse, ma anche dell'incertezza legata al referendum.

 

brexit   6brexit 6

Una caduta pesante della sterlina potrebbe esporre le due vulnerabilità della Gran Bretagna: il forte passivo nella bilancia dei pagamenti, uno dei più alti nel dopoguerra, e le valutazioni estremamente elevate del mercato immobiliare di Londra. Mark Carney, governatore della Banca d'Inghilterra, ha detto in un' audizione parlamentare a gennaio, che il Brexit potrebbe far aumentare i premi al rischio sugli asset britannici, un fenomeno che potrebbe produrre eventuali fughe di capitali.

 

E NEL LUNGO PERIODO?

brexit   3brexit 3

Molto dipenderà da che accordi la Gran Bretagna prenderà con il resto dell'Unione Europea in caso di Brexit. Londra potrebbe entrare nello Spazio Economico Europeo, come la Norvegia, nel qual caso avrebbe accesso al mercato unico, ma dovrebbe accettare molte delle regole di Bruxelles, oltre a contribuire al bilancio dell' Unione. Un altro scenario è quello di un semplice trattato di libero scambio, che garantirebbe a Londra molta più autonomia dalle regole europee, ma quasi sicuramente un accesso più ristretto al mercato Ue.

 

Da questi dettagli dipenderà la decisione di moltissime aziende che hanno scelto di basarsi in Gran Bretagna contando di avere accesso ai 500 milioni di consumatori che popolano l'Unione. Tra queste, molto importanti sono le banche della City di Londra, che si interrogherebbero anche sulla possibilità, dal punto di vista regolatorio, di operare da fuori l'Ue. Emmanuel Macron, ministro dell' economia francese, ha già detto che la Francia "srotolerebbe il tappeto rosso" per accogliere quei banchieri che pensassero di andar via dalla Gran Bretagna in caso di uscita dall' Unione.

brexit   1brexit 1

 

QUALI SAREBBERO INVECE PER IL RESTO DELL'UNIONE LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DI BREXIT?

Anche questo è molto difficile da stabilire. Le conseguenze dirette sarebbero sicuramente meno significative che per il Regno Unito: per esempio, in proporzione sul totale, i Paesi Ue nel complesso esportano verso la Gran Bretagna molto meno di quanto il Regno Unito esporti verso di loro.

 

È chiaro però che un'eventuale Brexit aprirebbe un periodo di incertezza politica anche per gli altri stati dell' Ue, dato che gli investitori potrebbero temere l' inizio di un processo di disgregazione della costruzione europea. Come ha scritto ieri in una nota di ricerca Kallum Pickering, un economista della banca tedesca Berenberg, «i mercati potrebbero chiedersi se anche Francia e Italia potrebbero avere referendum in futuro. Se gli investitori lo facessero, allora gli spread sui titoli di stato dell' eurozona potrebbero allargarsi e la fiducia delle imprese potrebbe diminuire».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO