hunter biden joe biden

GRAZIANDO IL FIGLIO HUNTER, JOE BIDEN FA UN ASSIST CLAMOROSO A TRUMP – IL PRESIDENTE HA USATO LA RETORICA DELLA “POLITICIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA” PER CONCEDERE IL “PARDON” ALL’EREDE, E L’HA GIUSTIFICATA ATTACCANDO IL SISTEMA CHE “L’HA PRESO DI MIRA SOLO PERCHÉ È MIO FIGLIO”. SONO GLI STESSI ARGOMENTI CHE USA IL TYCOON, CHE A GENNAIO POTREBBE FARE LO STESSO CON I RESPONSABILI DELL’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021

hunter e joe biden

1. BIDEN CONCEDE LA GRAZIA AL FIGLIO “PERSEGUITANO HUNTER PER COLPIRE ME”

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2024/12/03/news/biden_grazia_figlio_hunter-423805261/

 

Alla fine ha prevalso l’angoscia del padre, davanti alla certezza di vedere il figlio già tossicodipendente in prigione, sulla promessa solenne fatta all’America di non interferire con la giustizia.

 

La decisione presa da Joe Biden di graziare Hunter però non si esaurirà nell’annuncio di domenica sera. Difficilmente impedirà altre inchieste sugli affari della famiglia; giustifica per certi versi gli argomenti usati da Trump per difendere se stesso dai processi; e forse aiuta la conferma dei collaboratori più controversi come Bondi e Patel, nominati per vendicarsi e usare l’apparato giudiziario come arma politica.

 

joe e hunter biden

Hunter […] Era stato incriminato per aver mentito sull’uso di droghe nella domanda per acquistare armi, e per evasione fiscale, anche se poi aveva pagato gli arretrati con la penale. Su di lui poi pesava l’ombra di aver sfruttato la carica del padre nel 2014, per ottenere un posto nel consiglio di amministrazione della compagnia energetica ucraina Burisma, pagato 50.000 dollari al mese. Aveva raggiunto un accordo per evitare i processi, ammettendo alcune responsabilità, ma un giudice nominato dai repubblicani lo aveva rifiutato. Così era finito in tribunale e condannato.

 

Joe aveva promesso di non perdonarlo, ma durante la festa di Thanksgiving trascorsa con la famiglia a Nuntucket ha deciso che salvare il figlio era più importante di mantenere la parola. Lo ha fatto dicendo di sperare che «gli americani comprendano perché un padre e un presidente giunga a questa decisione». Poi però l’ha giustificata attaccando il sistema, che secondo lui «l’ha preso di mira solo perché è mio figlio, e ciò è sbagliato. […]. Cercando di distruggere lui, hanno provato a distruggere me […]. Quando è troppo è troppo ».

 

joe biden con la seconda moglie jill, i figli hunter e beau e la figlia ashley

Quindi ha graziato il figlio non solo per i due reati delle condanne, ma anche per tutti quelli che potrebbe aver commesso dal 2014 ad oggi, legati ad esempio a Burisma.

 

Trump ha subito tuonato che è «un abuso della giustizia», chiedendo il perdono per gli assalitori del Congresso il 6 gennaio 2021. Anche alcuni democratici, come il governatore del Colorado Polis, hanno criticato il presidente. John Dean, l’accusatore di Nixon nel Watergate, ha suggerito a Biden di graziare pure Trump e i suoi nemici, in modo da chiudere il ciclo delle vendette.

 

Il problema è che Joe ha usato argomenti simili a Donald, ossia la politicizzazione della giustizia, per giustificare la sua scelta. […] Così Biden sembra giustificare le accuse del successore di essere vittima di una caccia alle streghe, e i perdoni che aveva dato a collaboratori come Bannon, Manafort, Flynn. Proteggendo Hunter per dieci anni, poi, alimenta i sospetti che abbia fatto altro in cui il padre sia coinvolto, tipo l’affare Burisma […].

DONALD TRUMP - COMIZIO CAPITOL HILL

 

2. L’INCUBO DEM DEL BARATTO CON I RIVOLTOSI DI CAPITOL HILL

Estratto dell’articolo di Maurizio Molinari per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2024/12/03/news/biden_grazia_hunter_scambio_patrioti_capitol_hill-423805350/

 

[…] Con la decisione di garantire un “perdono completo” a Hunter, il presidente americano […]  spiana la strada a Trump per fare altrettanto nei confronti dei responsabili dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.

 

hunter joe biden 1

[…]  Non ci sono altri precedenti simili nella Storia moderna degli Stati Uniti ed il messaggio è inequivocabile: Hunter Biden non viene perdonato solo per i reati in Delaware relativi al porto d’armi […] e per i reati sull’evasione fiscale di cui ha ammesso la colpevolezza a Los Angeles, ma per qualsiasi altra infrazione della legge, incluso il sospetto di aver abusato della posizione del padre allora vicepresidente quando nell’aprile 2014 entrò nel board della società energetica ucraina Burisma Holdings.

 

assalto capitol hill.

Se a questo aggiungiamo il fatto che Biden ha smentito se stesso, avendo sempre assicurato che non avrebbe perdonato Hunter, non è difficile comprendere l’irritazione e il disappunto con cui i leader dem al Congresso hanno reagito al passo inatteso.

 

Tenendo presente il fatto che Biden lo ha compiuto anche all’indomani del Giorno del Ringraziamento, trascorso nella casa di famiglia proprio in compagnia del figlio fonte di così tanti imbarazzi da gettare un’ombra sulla sua eredità politica.

 

donald trump joe biden - vignetta by osho

Ma non è tutto perché ciò che più inquieta i democratici è la possibilità che la scelta di Biden ponga le premesse affinché Trump la ripeta, subito dopo l’insediamento alla Casa Bianca, a favore dei cittadini condannati o sotto processo per aver partecipato all’assalto a Capitol Hill.

 

Le parole pronunciate da Trump nel commentare il perdono per Hunter sono infatti un rimprovero al presidente uscente per aver “dimenticato” proprio i responsabili del più grave atto mai avvenuto nei confronti del Congresso, che Trump continua a definire “ostaggi”.

 

KASH PATEL

Tre dei quali sono stati già condannati a pesanti pene detentive, due dei quali per “cospirazione sediziosa”. Oltre a circa un migliaio di “patrioti” ancora sotto processo per altri reati.

 

Se a tutto ciò aggiungiamo la coincidenza di tempi fra la decisione di Biden e la nomina del nuovo capo dell’Fbi Kash Patel, da sempre contrario alla composizione giudiziaria delle pendenze di Hunter, si arriva a comprendere cosa suggerisce il tam tam di Washington: la Casa Bianca ha temuto che Hunter potesse finire in prigione e il presidente dicendo “ora basta” è corso ai ripari, anche al prezzo di smentire se stesso e spianare la strada al perdono “totale” di chi diede l’assalto al Congresso.

 

Anche perché Trump, durante il suo primo mandato, ha già firmato dei perdoni “politici” nei confronti di suoi ex collaboratori ed alleati: da Steve Bannon a Roger Stone, da Paul Manafort a Michael Flynn.

DONALD TRUMP JOE BIDEN MEME

 

Ecco perché il governatore democratico del Colorado, Jared Polis, accusa Biden di «aver posto la sua famiglia prima della nazione», creando «un precedente negativo che potrebbe essere abusato da successivi presidenti».

 [...]

 

DEVON ARCHER CON JOE E HUNTER BIDEN barack obama joe hunter biden

 

donald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta 3donald trump 1manifestanti pro trump provano a fare irruzione al capitol museumfoto di joe biden sul cellulare di hunter

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...