luigi di maio - beppe grillo - giuseppe conte

“GRILLO, PERCHE’ CI HAI ABBANDONATI?” – LA RABBIA TRA I PENTASTELLATI PER LA SCELTA DI BEPPE MAO DI NON METTERCI LA FACCIA DOPO LA SCISSIONE DI LUIGI DI MAIO – COME DAGO-ANTICIPATO IL VAFFA DI LUIGINO AL CONTE CASALINO E’ STATO ACCELERATO DALL'ANNUNCIO DI GRILLO DI SCENDERE A ROMA PER UN FACCIA A FACCIA CON I BIG DEL M5S SUL TERZO MANDATO - IL VIAGGIO NELLA CAPITALE E' SALTATO. PROBABILE CHE ORA "L’ELEVATO" ASPETTI DI VEDERE COME SE LA CAVERÀ CONTE PRIMA DI OFFRIRGLI LA SUA COPERTURA – LA BORDATA DI LADY ROUSSEAU A GRILLO - DAGOREPORT

https://m.dagospia.com/dagoreport-la-scissione-di-luigi-di-maio-e-stata-accelerata-dalla-decisione-di-beppe-grillo-di-314800

 

 

Da “Libero quotidiano”

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

Niente da fare: Beppe Grillo non ci pensa proprio a mettere la faccia - la sua, naturalmente - sul disastro in cui è finito il Movimento 5 Stelle. Il Garante era atteso a Roma ieri, ma il comico ha preferito soprassedere. Tutto rinviato alla prossima settimana (almeno).

 

Ad annunciare il forfait è stato lo stesso Grillo, nella serata di martedì, quella dello psicodramma pentastellato causato dallo strappo di Luigi Di Maio, con una telefonata a Giuseppe Conte.

 

Non proprio un bel segnale per l'ex "avvocato del popolo", lasciato solo con la patata bollente dello sfaldamento dei gruppi parlamentari grillini tra le mani.

 

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

Eppure era proprio per incontrare Conte che Grillo aveva programmato il suo blitz nella Capitale. Invece, nulla. Il Garante per il momento, in attesa di capire cosa succederà alla sua creatura, preferisce restare in disparte. A Montecitorio e Palazzo Madama, del resto, i pentastellati sono in subbuglio, con le scosse di assestamento che potrebbero non essere terminate.

 

Così Grillo ha pensato bene di lasciare Conte - cui pure nei giorni scorsi aveva offerto copertura con la blindatura della regola del limite del doppio mandato parlamentare - a cuocere nel suo brodo.

 

Probabile che il Garante aspetti di vedere come se la caverà l'attuale capo politico del Movimento prima di offrirgli la sua copertura. E dire che alla vigilia dell'addio di Di Maio, Grillo si era schierato, seppur attraverso il solito linguaggio criptico, con Conte. L'altro ieri mattina, quando ancora non si era messa in moto ufficialmente la macchina della scissione, aveva di fatto preso le distanze da Di Maio con un post sul suo blog. «La luce del sole è il miglior disinfettante. Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull'oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà».

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

Parole riferite al "totem" del limite dei due mandati parlamentari, uno degli oggetti del contendere tra Conte e il ministro degli Esteri. Per questo fa ancora più rumore la decisione di rinviare, e all'improvviso, la trasferta romana.

 

2 - GRILLO SI DEFILA, RABBIA TRA I 5S "PERCHÉ CI HAI ABBANDONATI?"

Matteo Macor per “la Repubblica”

 

È nella pace apparente di Sant' Ilario, cinquecento chilometri dal terremoto romano di queste ore, che si respira più da vicino il senso di distanza tra le tante anime del M5S (quelle che rimangono, come quelle in fuga) e il suo stesso fondatore. Nelle prime ore del day after della scissione, in questo angolo silenzioso di Genova, la villa vista mare di Beppe Grillo rimane nascosta da cancellate e gelsomini, il figlio Ciro si allontana in moto, la domestica di casa prova a difendere la privacy del fondatore a modo suo, con schema a confusione: «Il signor Grillo non c'è, - assicura alla porta - è in vacanza in Sardegna, non andrà a Roma, rimarrà in Toscana».

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

La conferma di una decisione già presa nella serata della rottura, il rinvio (salvo sorprese) dell'attesa visita a Roma del garante, arriverà in tarda mattinata. Troppo fresca la ferita, serve tempo. Ma basta la notizia, di fatto, per certificare una volta per tutte stati d'animo e posizioni. Da una parte il padre del Movimento, che viene raccontato «dispiaciuto» per l'addio di Luigi Di Maio ma anche «deluso e irritato» con entrambi i protagonisti dello strappo.

 

Dall'altra il rimpianto trasversale di un intero partito, forse l'ultimo sentire ad accomunare ancora fuoriusciti e ortodossi, neo scissionisti e contiani. «Beppe, - si chiedono i più - perché ci hai abbandonato? ».

 

La discesa mancata di Grillo nella capitale di oggi, in realtà, un "alibi" ce l'avrebbe. La riunione era già stata programmata da tempo, sul tavolo avrebbero dovuto esserci il confronto sul tonfo alle Comunali e (soprattutto) il contratto da 300mila euro siglato per il supporto alla comunicazione del M5S fornito dal blog. Il precipitare degli eventi, seppur in qualche modo atteso («Lo abbiamo perso», aveva sentenziato Grillo su Di Maio nei giorni del Quirinale), ha portato al rinvio.

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Un dietrofront condiviso con Giuseppe Conte, farà capire l'ex premier in serata («Beppe è umanamente dispiaciuto, ma sta dalla parte del Movimento»), però diventato rappresentazione plastica della crisi, e soprattutto il via libera ai malumori incrociati. «È furioso con Conte, gli ha messo in mano il Movimento e in un anno guardate che casino», si assicura da una parte. «Andate a chiedere se si sono parlati, con Di Maio: il loro è un rapporto interrotto, non si sentono più», si azzarda dall'altra.

 

In mezzo, un leader che alcuni, tra i più vicini, descrivono come «ormai disincantato».

A dirlo, in fondo, era stato lo stesso Grillo con il suo ultimo post, martedì. «Siamo tutti qui per andarcene, ma possiamo scegliere di lasciare una foresta rigenerata o pietrificata ». Un messaggio per Di Maio, forse anche per Conte, due facce diverse di un gioco che al garante - al netto delle rassicurazioni di rito - pare interessare sempre meno.

 

Che forse ancora conviene («Raderebbe al suolo tutto, ma l'ingaggio per il blog è stata la trovata di Conte per tenerlo a bordo nonostante tutto», sibilano le malelingue di più parlamentari), ma di sicuro non appassiona. E se a testimoniarlo è stata ancora una volta Genova, città simbolo delle mille mutazioni e delle prime crepe del M5S, dove Grillo non è neanche andato a votare per il suo partito alle Comunali, è però questa stessa distanza a unire un'ultima volta un Movimento dilaniato.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Il sentimento nei confronti di Grillo, nel M5S, è infatti trasversale e mischia delusione e dispiacere.

 

«Ha lasciato le chiavi di casa al primo che passava, e ci ha lasciato soli », si nota in quota Ipf. «È sparito, chi lo sente più?», si accusa tra i reduci. «Crimi è stato commissario un anno, Grillo doveva intervenire in quel momento, perché - ci si chiede - non l'ha fatto?». Nella sua Genova, dopo il crollo al 4 per cento al voto di inizio mese, serpeggia persino un po' di risentimento.

 

ENRICA SABATINI E DAVIDE CASALEGGIO MANO NELLA MANO - FOTO DIVA E DONNA

«Non è andato a votare? È il meno. Il problema è che sembra non fregargliene più niente», si sfogano i grillini in città, tutti, rigorosamente in forma anonima. A dirla tutta con nome e cognome, l'unica a poterlo fare, sarà così da Milano la sola Enrica Sabatini, Associazione Rosseau, signora Casaleggio. «Beppe sconta il fatto di non aver agito nel momento giusto: avesse deciso in tempo per un organo collegiale, si sarebbe creato un altro percorso della storia». Non c'è stato, chissà se mai ci sarà.

ENRICA SABATINIgrillo enrica sabatiniLUIGI DI MAIO ENRICA SABATINI

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)