GRILLO SCENDE A ROMA E TOCCA CON MANO L’INETTITUDINE DI CRIMI & LOMBARDI, DUE IMBRANATI INCAPACI DI TROVARE UN MEGAFONO

1 - RETROMARCIA SUL COLOSSEO "BEPPE CI HA LASCIATI SOLI"
Mattia Feltri per "la Stampa"

Alle 17 di ieri, ventiquattro ore e mezzo dopo aver scritto sul blog che era in corso un colpo di stato, Beppe Grillo ha preso il camper e ha lasciato Roma. Da tre ore la sua gente, convocata dai moderni ritrovati della tecnologia, a cominciare dal tweet mattutino di Roberta Lombardi, capogruppo a cinque stelle alla Camera, aspettava sotto il sole nella piazza Santi Apostoli.

Appuntamento alle 15. I più erano arrivati alle 14 o poco dopo per guadagnare il posto migliore. La sorpresa è che, a dare un punto di riferimento, il palco non c'era. Ma tutti erano lì con la rabbia e l'entusiasmo della folla che ribalta il mondo, e avevano aspettato forse due minuti per ritmare il nome di Stefano Rodotà, qualificare Giorgio Napolitano come mafioso e intonare i cori d'ordinanza: «Tutti a casa», o «tutti in galera». Periodici boati sembravano preannunciare l'arrivo del profeta.

Da un portone sbucava invece il capogruppo al Senato, Vito Crimi, che assediato dava informazioni udibili soltanto dai più vicini. Una troupe della Rai trascinava per la piazza un minuscolo palchetto per telecamere: due metri quadrati per settanta centimetri di altezza. «Glielo prestiamo perché non ne hanno uno», diceva il tecnico. Un mezzo della tv di Stato per sventare il colpo di Stato: era la logica stringente di questi giorni.

Non si capiva nulla. E infatti, mentre gli organizzatori pianificavano l'arrivo di Grillo su un lato della piazza, lui sbucava come una visione esattamente sull'altro. Anzi, non ci arrivava nemmeno. Si fermava con l'auto poco prima, verso piazza Venezia, accerchiato da cronisti e simpatizzanti ormai cresciuti a qualche migliaio. Grillo saliva sul tetto della macchina, gridava «arrendetevi» e poi se la filava. Erano le 15.45. Fine.

I più non se ne sono nemmeno accorti. Le notizie giravano per la piazza come una psicosi: si sarebbe affacciato a una finestra; no, c'è un corridoio nell'assembramento per fare arrivare Beppe al palco; secondo qualcuno era salito coi fedelissimi a occupare il Quirinale. Invece se l'era battuta dando la colpa ai giornalisti intanto che i suoi davano la colpa all'amministrazione romana per com'era stato pianificato il sit-in.

E il sindaco Alemanno se la rideva per il disastro organizzativo dei grillini. Crimi cercava di rimediare e dentro un megafono gracchiava qualcosa di incomprensibile. Una, due volte. Lo stesso la Lombardi nel frattempo che degli attivisti si pigliavano il solito palchetto e ci salivano sopra a parlare dei guai della Regione Lazio.

Alle 17, dopo che si era sparsa la voce di un raid di massa al Colle, il cittadino Alessandro Di Battista riusciva a dare la direttiva: «Si va al Colosseo!». Al Colosseo? C'è più spazio, spiegavano quelli in pettorina a cinque stelle. Beppe è là, dicevano, e userà il palco del Natale di Roma (festa di ieri) per il comizio. E allora ci siamo avviati, e saremo stati almeno cinquemila, tutti dietro al cordone della polizia. Piazza Venezia, i Fori.

Un coro via l'altro: Berlusconi in galera; Berlusconi ci hai rotto i coglioni; vergogna; la speranza dell'Italia siamo noi. E però, quando si è arrivati al Colosseo, il palco non c'era. La gente non sapeva dove mettersi. Si formavano drappelli per qualche strano caso, e i più ci si buttavano sopra per scoprire che non c'era nessuno di notevole. «Si va al Circo Massimo!», gridava uno. «Sì al Circo Massimo c'è spazio, Beppe potrà parlare». Sembrava uno scherzo. Però poi, issata sull'aiuola lungo i Fori, la Lombardi riusciva ad attirare l'attenzione: «Dovete dire a quelli dietro che ci si scioglie... Ma organizzeremo una manifestazione nei prossimi giorni». Un mormorio. Qualche fischio. Qualche «nooo».

Un donna saltava su imbestialita: «Sono in piazza da ieri pomeriggio perché Beppe ci ha detto di non lasciarlo solo! Ma è lui che lascia soli noi!». Alcuni annuivano. «Ha detto che c'era un colpo di Stato! E perché non è qui con noi? In due giorni non si è mai fatto vedere!». Qualche applauso. Non molti però. Un avvocato non si sa come spiegava che si poteva far ricorso contro l'elezione di Napolitano, ma quando hanno capito che era un semplice attivista di Bracciano lo hanno mandato al diavolo: «Basta! Al Quirinaleee!».

A quel punto sarebbe bastato che parlasse la Lombardi, visto che Crimi era già sparito da un pezzo. Di Battista riusciva a condurre la torma verso l'altro lato del Colosseo, a fianco dell'Arco di Costantino, e insieme con altri parlamentari si arrampicava sul muretto. La gente, o quel che ne restava, perché i più erano rincasati delusi, erano sotto a invocare il nome della Lombardi. Ma era sparita anche lei. Altri mugugni, e di nuovo si puntava al Colle. Di Battista faceva l'istituzionale: «State calmi, cambieremo le cose dentro il palazzo. Non abbiamo ancora cominciato a lavorare».

E uno: «E allora il lavoro andiamo a cominciarlo noi al Quirinale». Molti gridavano chiedendo perché Grillo li avesse piantati lì per due giorni. La scusa dell'assalto dei giornalisti faceva presa fino a un certo punto, ma reggeva. Quirinale, l'obiettivo era il Quirinale, il cuore del golpe: «Andiamo e mettiamoci davanti e domattina non facciamo entrare nessuno», proponevano i dimostranti. Uno dei parlamentari spiegava che non era possibile, la polizia li avrebbe bloccati.

«E che ce ne importa! Con che autorità, quella della mafia?». Sembrava non ci fosse verso. Ma a poco a poco, bravissimi, i parlamentari a cinque stelle placavano le centinaia lì sotto. «In due giorni abbiamo fatto fuori Bersani, Prodi e la Bindi». Promettevano il reddito di cittadinanza. Qualcuno chiedeva delle banche. Qualcuno si lamentava dello stipendio. Ormai era un'assemblea e la rabbia era annacquata. E quando è passato uno - «Viva Napolitano! Il mio presidente!» - s'è preso giusto due insulti. In fondo era stato più vivo di Grillo.


2 - LA FRANCE PRESSE: "VOLEVANO USARE IL NOSTRO BALCONE"
Fra.Pa. per "la Stampa"

«Ho aperto io quando i ragazzi del Movimento 5 Stelle hanno suonato, gli ho detto che non potevano entrare perché siamo un'agenzia di stampa e un'agenzia di stampa deve restare distante dalla politica». Il fotografo dell'Agence France Presse (Afp) non ha voglia di dilungarsi sulla visita del capogruppo grillino al Senato Vito Crimi che ieri, nel tentativo estremo di trovare un palco per il comizio di Beppe Grillo in piazza Santissimi Apostoli, si è presentato al primo piano del palazzo d'angolo chiedendo l'uso del balcone.

Peccato che a aprire la porta ci fossero dei giornalisti francesi: stampa straniera certo, l'unica alla quale il comico genovese concede credito (almeno fino a ieri) ma per niente disposta a ospitare le arringhe di chicchessia. Così l'Afp ha lasciato a bocca asciutta tutti: il M5S ma anche chi era pronto a paragonare il balcone di Grillo a quello della vicina piazza Venezia.

 

 

BEPPE GRILLO IN PIAZZAGRILLO CRIMI E LOMBARDIGRILLO A ROMAGRILLO A ROMAgrillini GRILLINI A ROMAGRILLO A ROMAGRILLO A ROMAGRILLO A ROMA

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…