freccero grillo

IL GRILLO TORNANTE DANNEGGIA SOLO I GRILLINI - VENEZIANI PROFETICO, PRIMA ANCORA DI CONOSCERE IL RISULTATO MODESTO DI ''C'È GRILLO'' SU RAI2: ''MESCHINO ATTACCARLO PERCHÉ L'AGENTE INTASCA 30MILA EURO. MA PER IL M5S IL SUO RITORNO IN VIDEO È CONTROPRODUCENTE - QUANDO PROVAI A RIPORTARLO IN RAI MI CHIAMÒ SACCÀ IMPLORANDOMI DI NON FARLO, PERCHÉ…''

Marcello Veneziani per ''la Verità''

 

Non so se rivedere Beppe Grillo nelle vesti di comico in tv sia davvero uno spot in favore del Movimento 5 stelle o sia per loro controproducente.

Lo spettacolo mandato in onda ieri sera su Rai 2, C' è Grillo, suscita in effetti sentimenti assai contrastanti: c' è chi rivedendolo lo rimpiange nelle vesti di comico e animatore, ritrovando la sua verve di libero imprecatore.

 

marcello veneziani

C' è chi invece non vede soluzione di continuità e ritiene che il Grillo profeta politico sia la continuazione del Beppe comico con altri mezzi, ma con gli stessi scopi: dire la verità, incazzandosi. Divertire & sovvertire. E c' è chi, all' opposto, vedendolo nelle vesti di guitto, conferma che non si possono affidare le redini del Paese a un movimento che si ispira a un cabarettista. Finché si scherza va bene... Insomma, credo che dopo aver visto il Grillo tornante in Rai, ognuno rafforzi i suoi giudizi e i suoi pregiudizi.

 

Trovo invece meschino il tentativo di attaccarlo con i mezzucci a cui siamo abituati da tempo, magari anche grazie agli stessi grillini: per esempio l' indignazione perché tramite il suo agente intasca 30.000 euro di diritti d' autore sui pezzi mandati in onda. Via, uno che in una serata qualunque a teatro ne prende o ne prendeva di più, non s' arricchisce certo con 30.000 euro. Grillo non ha bisogno del reddito di cittadinanza... E poi, se considerate le milionate che la Rai versa ai suoi Re Magi, come Fabio Fazio, per esempio, non mi sembra affatto una cosa di cui scandalizzarsi. Pensate che Claudio Baglioni ne prende 700.000, per Sanremo, tanto per avere un' unità di misura o di dismisura.

beppe grillo gesu

 

A me invece, l' idea di Carlo Freccero di resuscitare Grillo nel video della Rai è piaciuta e conoscendo quel talento pazzo di Freccero non credo proprio che lo faccia per compiacere chi l' ha nominato o per portare voti al mulino dei 5 stelle.

 

Vuole semplicemente compiere la sua rivoluzione nel palinsesto di Rai 2, lasciare la sua impronta, e ha mostrato spregiudicatezza in altre scelte. Per esempio nel mandare in onda Povera Patria, che subito è stata massacrata dai cecchini del Quotidiano della Santa Inquisizione, La Repubblica, e confinata, anzi bollata, nel genere «estrema destra sovranista». Certo, siamo nella logica di Techetecheté, pura antologia dei tempi gloriosi preinternet, però questi programmi amarcord funzionano assai, anche perché toccano l' autobiografia collettiva, almeno degli anziani, che sono il target della Rai e della tv generalista.

carlo freccero

 

Personalmente sono tra quelli che rimpiangono Grillo come animatore più che come leader politico.

Beppe in tv fu l' anello di congiunzione tra i brillanti soliloqui dell' era di Walter Chiari e gli one man show alla Maurizio Crozza; ma con una carica di rabbia civile, a volte incivile, tutta sua. Disto anni luce dai grillini ma riconosco a Grillo il gran talento di aver capito la scena e il cambio di scena e di aver saputo sbaragliare il teatrino della politica - in un Paese di guitti e animatori politici, da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi - dimostrando che chi viene dal cabaret e va in politica può battere chi viene dalla politica e fa cabaret. E ha fatto bene a restare ayatollah del Movimento, lasciando agli imam dei 5 stelle il compito di far politica.

beppe grillo c e grillo.

 

Molti anni fa tentai di riportare Grillo in Rai. Ricordo che andai a trovarlo al residence Ripetta a Roma, per avere il suo placet. Doveva esibirsi in serata al teatro Sistina, dove mi invitò ad andarci, e incassai un suo guardingo via libera al suo primo assaggio di rientro.

Sapevo che la sua cacciata era stata una ferita per la Rai e per il pubblico e aveva contribuito a rendere più odioso il potere politico del tempo. Ma intanto c' era stato il cambio di repubblica, i socialisti non c' erano più e nemmeno i democristiani.

Mi parve perciò senza ostacoli il proposito di riaverlo in Rai.

 

 

Invece mi telefonò il direttore generale dell' epoca, Agostino Saccà, e mi supplicò di non farlo perché in realtà il veto finale a Grillo non lo aveva messo Bettino Craxi o i politici del tempo, che magari sarebbero stati ben contenti di cacciarlo.

Ma erano stati alcuni grandi inserzionisti pubblicitari, che, attaccati da Beppe sui loro prodotti, avevano posto l' aut aut: o lo cacciate o ritiriamo la pubblicità, magari spostandola sulle reti Mediaset.

 

agostino sacca (2)

Erano paccate di miliardi, all' epoca, e la Rai non poteva permettersi un rischio economico così rilevante e fare un favore così grande alla concorrenza Anzi, riportare Grillo in quella situazione sarebbe apparso un favore a Berlusconi e alle sue reti.

Ero stato invogliato a ripescare Grillo non solo dalle sue doti di comico, ma perché non mi dispiaceva quella sua nuova veste di Savonarola del cabaret che aveva accentuato da quando era sparito dal video.

 

Nelle sue serate in giro per l' Italia denunciava, con toni apocalittici, la società dei consumi, le speculazioni dell' industria e della finanza, il degrado ambientale, gli abusi delle banche. Mi piacevano i suoi riferimenti alla sovranità monetaria del popolo che aveva attinto dal suo teorico, un altro lucido pazzo, il mio amico abruzzese, il monomaniacale professor Giacinto Auriti. E con Beppe ne parlammo, quella volta. Le denunce mi parevano pertinenti e anche benemerite, un po' meno affidare a lui o a chi ne fa le veci, il governo di una nazione. In precedenza, nel 1998, avevo dedicato a Grillo la copertina del settimanale che allora dirigevo, Lo Stato, salutandolo come un leader politico e un profeta neomedievale. Non l' avessi mai fatto... ma io scherzavo, lo dicevo per paradosso. E invece.

beppe grillo c e grillo

 

Comunque, la tv celebra una marea di ottantenni ogni giorno, da Adriano Celentano a Pippo Baudo, da Maurizio Costanzo a Renzo Arbore, a Raffaella Carrà, fino al vate Piero Angela.

Perché non si dovrebbe in questa passione antiquaria, in questa benemerita archeologia dello schermo, riportare in video un brillante precursore di cabarettisti, premier e ministri in carica? E poi, diciamo la verità, Grillo in video ci sta meglio che a Palazzo Chigi.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO