roberto gualtieri tasse

GUALTIERI, PER SALVARE SE STESSO DEVE SALVARE L’ITALIA - IL MINISTRO DELL'ECONOMIA E' NEL MIRINO: O TROVA I FONDI NECESSARI PER SOSTENERE IL SISTEMA-PAESE O DIVENTERÀ IL CAPRO ESPIATORIO DI TUTTI - IL PASSAGGIO CHIAVE? ESSERE MENO EUROBUROCRATE E PIU' PATRIOTA - I FONDI DEL “CURA ITALIA” SI SONO INCAGLIATI CON IL PAPOCCHIO INPS. ORA SI ATTENDE IL "DECRETO APRILE", DI CUI SI SA ANCORA POCHISSIMO…

Andrea Picardi per https://formiche.net/

 

Gualtieri Conte

Tutte le strade d’Italia, mai come in queste settimane, portano a via XX settembre. Nei giorni del lockdown e della grande paura per le conseguenze economiche, oltreché naturalmente sanitarie, della pandemia è al ministero dell’Economia e delle Finanze che guarda con più apprensione e interesse il Paese: le imprese per capire quali saranno le tappe e le ricette della ricostruzione che ci attende, i cittadini e i lavoratori per sapere su quali risorse potranno fare affidamento, i partiti tutti – di maggioranza e di opposizione – per decifrare portata e ampiezza dell’intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo italiano.

 

conte gualtieri

Un fuoco incrociato di richieste e sollecitazioni pressanti al centro del quale si trova Roberto Gualtieri, sempre più sul filo di lana tra la prospettiva di riuscire a trovare i fondi necessari a salvare il salvabile – magari, ma l’ipotesi al momento sembra piuttosto remota, pure con l’aiuto dell’Europa, dove il ministro, visto il suo passato, può fare affidamento su una rilevante rete di relazioni – e il rischio di passare, infine, come il capro espiatorio di tutto.

roberto gualtieri luigi di maio

 

Il tempo, d’altronde, stringe, ma la coperta è corta. Cortissima. Il primo decreto, il cosiddetto Cura Italia, è stato approvato ma le risorse stanziate – non troppe, per la verità, soprattutto in paragone a cosa sta succedendo all’estero – sono rimaste in sostanza incagliate, come si è tragicomicamente visto nei giorni scorsi all’Inps.

 

roberto gualtieri

Ora si attende il secondo  cruciale passaggio con il cosiddetto decreto Aprile, ormai già famigerato visto che se ne parla da settimane senza che sia affatto chiaro quando sarà approvato né cosa prevederà nel concreto. Per non parlare dell’ammontare economico di questa manovra straordinaria sulle cui cifre, ufficialmente, regna sovrano il silenzio. L’unica certezza, in questo senso, è che i tempi paiono dilatarsi rispetto alle previsioni, in attesa che l’Europa batta un colpo e che giunga qualche buona notizia sul fronte sanitario, in grado magari di accelerare i tempi di una sia pur parziale, e progressiva, riapertura.

 

GUALTIERI CENTENO

Nel frattempo, però, il pressing su Gualtieri cresce. Nelle prossime ore il ministro parteciperà, insieme a Giuseppe Conte, al secondo round della videoconferenza con i rappresentanti delle opposizioni sulle misure economiche da varare per far fronte alla crisi. E’ chiaro come Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia su questo versante siano destinati, in tempi piuttosto brevi, ad alzare inevitabilmente i toni.

 

“Martedì prossimo si riunirà l’Eurogruppo, vogliamo sapere preventivamente se il governo è intenzionato a chiedere l’attivazione del Mes”, ha twittato ad esempio oggi l’eurodeputato leghista Antonio Rinaldi. Ma lo stesso processo si è già innescato pure nella maggioranza, in particolare ovviamente tra i cinquestelle, tra i quali si moltiplicano i distinguo e le prese di posizione più o meno pubbliche.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

In gioco c’è, tra le altre cose, la possibilità di ricorrere oppure no al Meccanismo europeo di stabilità, all’utilizzo del quale, pure senza le condizioni capestro che tanto hanno fatto discutere in questi mesi, i pentastellati oppongono una netta ostilità. D’altro canto nel Partito democratico sembra prevalere, almeno pubblicamente, la linea della trattativa con Bruxelles, rappresentata in particolare dallo stesso Gualtieri e dal commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. Approccio pragmatico che però, anche tra i maggiorenti democratici, non convincerebbe del tutto.

 

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Un groviglio di tensioni che inevitabilmente si scarica sul ministro dell’Economia, chiamato in queste ore a una difficilissima operazione di sintesi, nella maggioranza, tra le forze politiche e gli attori economici e in Europa. L’obiettivo è trovare una linea il più possibile comune all’interno, da rappresentare poi compattamente a Bruxelles. L’esito, però, è tutt’altro che scontato così come non lo sono le conseguenze politiche che questo delicato passaggio porta con sé. Una soluzione al ribasso o, peggio ancora, la mancata intesa – con il drammatico impatto che ne deriverebbe su tutto il Paese – spingerebbero nell’angolo il ministro dell’Economia con effetti a cascata difficili da prevedere.

 

ROBERTO GUALTIERI PIERRE MOSCOVICI

Al contrario, se dovesse farcela – se cioè riuscisse a trovare un accordo, in Italia e in Europa – ne uscirebbe rafforzato, al punto da essere addirittura proiettato a Palazzo Chigi nel caso, al momento di scuola per la verità, che questo esecutivo non riesca a reggere e che quello di unità nazionale guidato da Mario Draghi, e tanto evocato in queste ore, non decolli. Le Colonne d’Ercole sono ormai in vista.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)